Secondo il Times Higher Education possono ancora migliorare secondo altri parametri dell’Impact Ranking
La sostenibilità è una tematica piuttosto delicata che dovrebbe - almeno in linea teorica - essere abbracciata da ogni istituzione. Le università, ad esempio, che sono diffusori di conoscenza e consapevolezza, hanno un compito di prima importanza: rendere la sostenibilità un tema conosciuto a più persone possibili.
A farsi promotore di un’iniziativa in questa direzione, è stato Times Higher Education (THE), un quotidiano con sede a Londra, il quale ha redatto l’Impact Ranking 2022, ossia una classifica in cui sono elencate le università più sostenibili.
Per realizzare questa classifica, THE ha utilizzato 17 parametri: lotta alla povertà, lotta alla fame, buona salute e benessere, qualità dell’istruzione, parità dei sessi, qualità dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari, energia pulita e conveniente, lavoro e crescita economica, innovazione dell’industria e infrastrutture, riduzione delle disuguaglianza, città e comunità sostenibili, produzione e consumo responsabile, azione per il clima, vita sott’acqua, vita sulla terra, pace giustizia e forti istituzioni; e infine partenariati per raggiungere gli obiettivi.
Il primo parametro, lotta alla povertà, misura la capacità dell’università di fare ricerca in quest’ambito e di supportare i propri studenti in difficoltà economica; il secondo, lotta alla fame, misura la capacità dell’università di fare ricerca sulla lotta contro la fame, su come insegna la sostenibilità alimentare e il suo impegno per contrastare e limitare lo spreco di cibo nel campus e nei suoi dintorni; il parametro buona salute e benessere misura la ricerca fatta dalle università su malattie e condizioni di prima importanza, il loro sostegno alle professioni sanitarie, la salute degli studenti e del personale.
Il parametro qualità dell’istruzione misura il contributo delle università alla prima infanzia e all’apprendimento permanente, la loro ricerca pedagogica e il loro impegno per l’istruzione inclusiva; il quinto parametro, uguaglianza di genere, misura la ricerca delle università sullo studio dell’uguaglianza di genere, le loro politiche sull’uguaglianza di genere e il loro impegno nel reclutamento e nella promozione delle donne; il sesto parametro, acqua pulita e servizi igienico-sanitari, misura la ricerca delle università relativa all’acqua, il loro utilizzo dell’acqua e il loro impegno a garantire una buona gestione dell’acqua nella comunità più ampia.
Il settimo parametro, energia pulita e accessibile, misura la ricerca delle università in materia di energia, il loro uso e le politiche dell’energia e il loro impegno a promuovere l’efficienza energetica nella comunità più ampia; l’ottavo parametro, ossia lavoro dignitoso e crescita economica, misura la ricerca economica delle università, le loro pratiche occupazionali e la quota di studenti che accettano tirocini; il parametro industria, innovazione e infrastrutture misura la ricerca delle università sull’industria e l’innovazione, il numero di brevetti e le società spin-off e i proventi della ricerca dall’industria.
Il parametro riduzione delle disuguaglianze misura la ricerca delle università sulle disuguaglianze sociali, le loro politiche sulla discriminazione e il loro impegno a reclutare personale e studenti da gruppi sottorappresentati; il parametro città e comunità sostenibili misura la ricerca delle università sulla sostenibilità, il loro ruolo di custodi delle arti e del patrimonio e i loro approcci interni alla sostenibilità.
Il dodicesimo parametro, ossia consumo e produzione responsabili, misura la ricerca delle università sul consumo responsabile e il loro approccio all’uso sostenibile delle risorse; il tredicesimo parametro misura l’azione per il clima la ricerca delle università sui cambiamenti climatici, il loro uso dell’energia e i loro preparativi per affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici; il parametro sulla vita sott’acqua misura la ricerca delle università sulla vita sott’acqua e la loro educazione e supporto per gli ecosistemi acquatici; dopodiché si trova quello sulla vita sulla terra che misura la ricerca delle università sulla vita sulla terra e la loro educazione e sostegno agli ecosistemi terrestri.
Il penultimo, ossia pace giustizia e istituzioni forti misura la ricerca delle università sulla pace e la giustizia, la partecipazione come consulenti per il governo e le politiche sulla libertà accademica; e infine il parametro partenariati per gli obiettivi, che esamina i modi più ampi in cui le università supportano gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile attraverso la collaborazione con altri paesi, la promozione delle migliori pratiche e la pubblicazione di dati.
Alle università è assegnato per ogni parametro un punteggio che va da zero a centro, e che ne determina la posizione in classifica. Il podio è dominato dal Canada, al terzo posto con la Western University, dagli Stati Uniti, con la Arizona State University Tempe, e al primo posto dall’Australia, con la Western Sydney University.
Le performance di tutte e tre queste tre università sono eccellenti, dal momento che hanno totalizzato importanti punteggi in più ambiti: ad esempio, la Western Sydney University ha ottenuto un punteggio di 99,0/100 per i partenariati per gli obiettivi; e 92,0/100 nell’ambito del consumo e della produzione responsabile.
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La performance delle università italiane
L’Università di Bologna è l’università italiana che si è posizionata più in alto in questa classifica, è infatti arrivata 37esima. Il suo punteggio migliore è registrato nell’ambito di industria, infrastrutture e innovazione, settore dove ha ottenuto il punteggio di 97,8/100. Oltre a questo, ha ottenuto anche un ottimo 88,8/100 nell’ambito di pace, giustizia e forti istituzioni.
A seguire, al 76esimo posto, si trova l’Università di Padova che, come l’Università di Bologna vede la sua miglior performance nell’ambito di industria, infrastrutture e innovazione, con un punteggio di 94,7/100. Da sottolineare anche l’ottimo score ottenuto per quanto riguarda città e comunità sostenibili: 88,0/100.
L’ultima italiana in top 100 è il Politecnico di Milano, che ci entra per un soffio, alla 98esima posizione. Così come le altre italiane, anche il PoliMi ottiene un ottimo punteggio per industria, infrastrutture e innovazione: 98,7/100, dimostrando la presenza di un trend.
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