Il Governo ha deciso: dai Comuni spesa gratis ai più bisognosi, o anche buoni spesa per l’acquisto di beni di prima necessità. Chi ne avrà diritto? Facciamo chiarezza.
Spesa gratis da parte dei Comuni: chi ne avrà diritto?
Nel corso della conferenza stampa tenuta nella serata di ieri (sabato 28 marzo), il Presidente del Consiglio ha annunciato un nuovo provvedimento che andrà a tutelare tutte quelle famiglie bisognose che in questi giorni cominciano a non avere più i soldi per fare la spesa e acquistare beni di prima necessità.
Una misura nata per bloccare sul nascere un’eventuale emergenza sociale che potrebbe derivare dalle difficoltà di una parte di popolazione che - vista l’assenza di un’entrata economica adeguata - ha difficoltà a reperire persino i beni di prima necessità (nonché i beni di largo consumo).
D’altronde già in questi giorni sui social network hanno cominciato a diffondersi video di persone che non avendo i soldi per acquistare beni di prima necessità hanno chiesto un aiuto alle istituzioni pretendendo di non essere lasciate sole in questo periodo di profonda difficoltà. Ebbene, il Presidente del Consiglio ha assicurato che “lo Stato non lascia nessuno solo o abbandonato a se stesso” e che per questo motivo sono stati stanziati 4,3 miliardi di euro per i Comuni, più altri 500 mila euro alla Protezione Civile (in entrambi i casi, però, si tratta di un anticipo).
Risorse che permetteranno ai sindaci di cominciare, già dalla prossima settimana, ad erogare buoni spesa o di consegnare direttamente le derrate (beni di largo consumo) alimentari.
Ma a chi spetterà la spesa gratis? I criteri verranno decisi direttamente dal Comune, ma nel corso della conferenza stampa - durante la quale sono intervenuti anche il Ministro dell’Economia Gualtieri e il sindaco di Bari, nonché presidente dell’ANCI, De Caro - sono state date le prime informazioni riguardo a coloro che potranno beneficiare di questa misura.
Spesa gratis e buoni spesa: come funziona?
Partiamo dall’analizzare quanto legge nella bozza del Dpcm annunciato dal Governo, con il quale vengono stanziate (o meglio, anticipate) risorse per l’erogazione di beni di prima necessità, o anche di buoni spesa, alle famiglie bisognose.
Qui si legge che le risorse (che saranno gestite direttamente dall’amministrazione comunale privilegiando così i criteri di prossimità e sussidiarietà) saranno distribuite tra i Comuni tenendo conto di diversi fattori, quali:
- minor reddito procapite (50-66%);
- numero di abitanti (33-50%).
Grazie a queste risorse i Comuni potranno iniziare - “già dalla prossima settimana” - a consegnare gratuitamente la spesa a chi ne ha bisogno, o anche ad erogare dei buoni spesa da spendere nei supermercati per l’acquisto di beni di prima necessità.
Risorse che inoltre potranno essere rafforzate da ciascun Comune, con donazioni defiscalizzate di generi alimentari o di buoni acquisto o buoni sconto da parte di privati, produttori o distributori. Inoltre, sempre l’amministrazione comunale potrà acquistare buoni spesa, buoni pasto o generi di prima necessità senza alcuna procedura di gara; il tutto per velocizzare l’operatività degli aiuti, riconoscendo alle famiglie bisognose l’aiuto di cui necessitano.
Spesa gratis e buoni: a chi spettano?
Ma quali famiglie avranno diritto alla spesa gratis? Come anticipato i criteri non sono stati ancora svelati, ma Giuseppe Conte ha fatto chiarezza su quali saranno le persone interessate. Il Presidente del Consiglio ha spiegato che i soldi saranno erogati a coloro che “non riescono ad avere il pranzo e la cena”.
A scendere maggiormente nel dettaglio è stato il presidente dell’ANCI, il sindaco di Bari Antonio De Caro.
Questo ha spiegato che la priorità oggi è di “permettere ai cittadini di sfamare i propri figli”. E considerando che ogni giorno al Comune arrivano “centinaia di richieste di famiglie in difficoltà”, è arrivato il momento di erogare loro l’aiuto di cui necessitano.
Ecco perché i Comuni, con l’aiuto del Governo, hanno messo in campo tutte le energie a disposizione, coinvolgendo anche i volontari, così da dare una risposta velocissima a queste richieste con il supporto dei servizi sociali. Zero burocrazia, beni di prima necessità distribuiti nel minor tempo possibile.
Ma a chi? Come spiegato da De Caro, sarà decisivo l’indice di povertà, “quello che noi abbiamo già nelle banche dati dei Comuni”.
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