Spesa al supermercato: quali sono le regole per le etichettature degli alimenti

Caterina Gastaldi

25 Agosto 2022 - 11:23

Le regole relative all’etichettatura dei prodotti sono decise sia dalla normativa europea, sia da quella nazionale.

Spesa al supermercato: quali sono le regole per le etichettature degli alimenti

I prodotti alimentari in vendita devono rispettare delle regole precise riguardo alla loro etichettatura e le informazioni che devono esservi inserite all’interno. Le etichette svolgono la funzione di carta di identità dell’articolo a cui sono allegate, fornendo non solo informazioni relative alla sua composizione e ingredienti, ma anche sulla provenienza, o la conservazione. Questi dati hanno lo scopo di informare e consentire a chi fa acquisti di confrontare i diversi prodotti, potendo quindi giungere più facilmente alla scelta migliore per le proprie necessità.

Per permettere che i consumatori finali possano avere a disposizione etichette sviluppate correttamente e complete di tutte le indicazioni necessarie, sono stati istituiti dei regolamenti a livello europeo che devono essere rispettati dalle aziende. Di seguito quindi come funzionano le etichettature dei prodotti alimentari in Italia e cosa è necessario sapere al riguardo.

Quali sono le normative

Le etichette dei prodotti alimentari sono necessarie per permettere al consumatore finale di poter prendere scelte consapevoli in fase di scelta e acquisto, per questo le informazioni la legge prevede una quantità minima e specifica di informazioni che devono essere inserite al loro interno.

Le normative principali a cui si deve fare riferimento in questo caso sono due a livello europeo, più una a livello nazionale che riguarda le sanzioni, ovvero:

  • il Regolamento (UE) n. 1169/2011 del 25 ottobre 2011, che riguarda le informazioni che devono essere presenti per i prodotti preimballati, confezionati, sfusi o preincartati a disposizione per il consumatore finale;
  • il Regolamento di esecuzione (UE) n. 2018/775 del 28 maggio 2018 recante modalità di applicazione all’articolo 26, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 1169/2011, che si riferisce invece alle norme riguardanti l’indicazione del paese di origine o del luogo di provenienza dell’ingrediente primario di un alimento;
  • infine, il D.Lgs. 231/2017 si occupa di disciplinare le norme riguardanti le sanzioni.

Queste regolamentazioni fanno sì che le etichette possano rispettare i seguenti obiettivi:

  • garantire la circolazione alimenti sani e sicuri;
  • permettere ai consumatori di compiere scelte consapevoli relative agli acquisti;
  • permettere un alto grado di protezione dei consumatori finali;
  • assicurare agli acquirenti il diritto all’informazione in relazione agli alimenti acquistati.

Informazioni obbligatorie delle etichette alimentari

Come accennato, le informazioni da inserire all’interno delle etichette alimentari sono disciplinate dal regolamento europeo n. 1169/2011. La normativa in questione è da applicarsi a tutti gli operatori del settore e in tutte le fasi della catena alimentare, quando l’alimento è destinato al consumatore finale. La scelta di dar vita a un regolamento europeo è nata dalla necessità di creare un sistema di etichettature omogeneo e uniforme per tutte le nazioni facenti parte dell’UE.

Il regolamento prevede che, in Europa, le etichette abbiano all’interno almeno le seguenti informazioni:

  • la denominazione dell’alimento;
  • quantità ed elenco degli ingredienti;
  • le indicazioni riguardanti la presenza di qualsiasi sostanza possa provocare allergie o intolleranze;
  • la quantità netta dell’alimento;
  • le condizioni particolari di conservazione, o di impiego;
  • la data di scadenza o il termine minimo di conservazione;
  • il nome oppure la ragione sociale e l’indirizzo dell’operatore del settore alimentare responsabile sia del prodotto, sia della sua sicurezza;
  • il luogo di provenienza o il paese d’origine;
  • nel caso in cui fossero necessarie, le istruzioni per l’uso. Queste devono essere presenti quando la mancanza di queste informazioni potesse rendere complesso un uso adeguato dell’alimento a cui si riferiscono;
  • per bevande che contengono più di 1,2% di alcol in volume è anche necessario che sia inserito il titolo alcolometrico volumico effettivo;
  • infine, la dichiarazione nutrizionale, il valore energetico, la quantità di grassi, acidi saturi, zuccheri, proteine, carboidrati, e sale.

Dallo stesso regolamento è anche previsto che l’etichetta debba essere posta in un luogo di facile consultazione, quindi non nascosta e non di dimensioni troppo piccole, deve essere scritta in modo indelebile e chiaro. Non può essere quindi oscurata in alcun modo o limitata.

Regole per alimenti sfusi o preincartati

Per alcune tipologie di alimenti le regole sono differenti e si potrebbero definire meno impegnative. Si tratta per quei prodotti che non rientrano nella categoria di “preimballati”, ma in quelle di “sfusi” o “preincartati”:

  • sfusi: in questo ci si riferisce ai prodotti venduti senza alcuna confezione, come frutta e verdura, o pasticceria;
  • preincartati: questi invece sono gli alimenti confezionati direttamente sul luogo di vendita al momento dell’acquisto, come può essere la carne dal macellaio, o il pane.

Le regole meno restrittive, in questo caso, entrano in atto per garantire anche la semplicità di vendita del prodotto, oltre che l’informazione del cliente. In questi casi è obbligatoria, in generale, solo l’indicazione di eventuali elementi che possono provocare allergie o intolleranze. Inoltre, a seconda del prodotto, può essere necessario inserire, a norma di legge, altri dati. Per esempio per la pasta fresca è obbligatorio anche indicare le modalità di conservazione e la data di scadenza.

Le sanzioni

Cosa accade quando non vengono rispettate le normative previste? Il decreto 231/2017, entrato in vigore il 9 maggio 2018, regolamenta le sanzioni in cui può incorrere chi non rispetta le regole indicate. Queste vanno da un minimo di 500 euro a un massimo di 40.000 euro, che variano di entità a seconda del dato mancante.

Per esempio, se dovesse mancare il titolo alcolometrico dove richiesto, le sanzioni partono da 500 euro per arrivare fino a 4.000, ma nel caso in cui a non venire inserite fossero il termine minimo di conservazione, data di scadenza, o data di congelamento, allora la base di partenza delle sanzioni sale a 1.000 euro e il massimo diventa di 40.000.

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