Spread in rialzo: 4 consigli per difendere i propri risparmi

Federica Ponza

07/02/2017

Lo spread è di nuovo in rialzo: cosa fare per difendere i propri risparmi? Vi offriamo dei consigli utili per fronteggiare l’attuale turbolenza del mercato.

Spread in rialzo: 4 consigli per difendere i propri risparmi

Lo spread è di nuovo in rialzo e molti potrebbero essere preoccupati per i propri risparmi.
La domanda che molti potrebbero porsi è se convenga vendere oppure aspettare per ridurre i danni e non rischiare di perdere i propri risparmi.

Quali sono, dunque, i consigli utili per difendere i propri risparmi dall’aumento dello spread?

Lo spread rappresenta la differenza tra il rendimento dei titoli di Stato italiani (Btp) e i titoli di Stato tedeschi (Bund).

L’aumento dello spread torna periodicamente a spaventare gli italiani anche perché è uno dei principali indici della salute dell’economia di uno Stato: tanto più lo spread sarà alto, quanto più l’economia di un paese sarà poco salda.

Una volta capito per grandi linee che cos’è lo spread, sarà facile intuire che uno spread molto alto può costituire un rischio anche per i risparmi e, soprattutto, può creare dubbi nelle persone su cosa sia meglio fare per tutelarli.

Ecco per voi, dunque, 4 consigli per proteggere i vostri risparmi dall’aumento dello spread che periodicamente colpisce il nostro paese.

1. Titoli bancari: cosa fare?

Come abbiamo detto, lo spread è aumentato di nuovo e per Piazza Affari è stata una giornata decisamente negativa. I titoli bancari, infatti, sono i primi a pagare l’incertezza del nostro mercato finanziario e portano al ribasso anche tutto l’indice nel nostro listino.

Molti analisti hanno previsto nei prossimi mesi una crescita degli utili a due cifre anche in Europa, il che fa pensare che i titoli più sensibili alla ripresa economica sono quelli che potrebbero avere rendimenti migliori, ivi compresi quelli delle banche.

Il problema più grande è che le elezioni francesi, con i rispettivi sondaggi che vedono Marine Le Pen tra le favorite, aprono scenari di incertezza sempre più ampi e questo non permette agli investitori di avere un chiaro quadro d’insieme.

2. Prestiti a tasso variabile per la casa

In generale, i prestiti a tasso fisso per la casa hanno già registrato un aumento e questo potrebbe portare a pensare che non sia il momento migliore per chiedere un prestito sulla casa.

In realtà si possono ancora trovare tassi a buon mercato e sono principalmente quelli a tasso variabile che però presentano molte differenze.

I migliori possono decretare anche un risparmio di 75 euro su un contratto ventennale, anche se le condizioni del mercato cambiano in fretta e si impone un’accortezza maggiore nel valutare rischi e convenienza.

Secondo alcune valutazioni, i tassi variabili sarebbero competitivi finché l’Euribor non raggiunga l’1%, cosa che non dovrebbe avvenire prima del 2022 visto che attualmento è a meno di zero.

3. I depositi vincolati

Come abbiamo detto lo spread è molto alto e questo pone domande sul da farsi con i titoli di Stato e con i bond che si hanno nel portafoglio: vendere? Acquistare? Aspettare?

Diciamo che queste vie sono tutte e tre percorribili, ma con esiti diversi. I trader, infatti, decideranno di vendere e riacquistare per guadagnare sugli scarti dei prezzi.

Una buona opzione per coloro che credono che lo spread si abbasserà e che i titoli di Stato acquisteranno valore potrebbe essere comprare visto che attualmente i prezzi sono tornati sotto quota 100: il cinquantennale si piazza a quota 79, mentre il decennale a quota 95.

Chi invece non si sente pronto per agire e vuole restare a guardare, può trovare una buona alternativa nei conti di deposito vincolato che mediamente rendono un po’ meno dell’1% netto.

4. Non uscire fuori dai “piani”

Sono molti i risparmiatori, non solo italiani, che hanno deciso di affidarsi ai fondi comuni per ottenere rendimenti che altrimenti difficilmente avrebbero avuto.

Da un paio d’anni, dunque, questi risparmiatori si dedicano al risparmio gestito che di solito prevede un piano d’investimento con un obiettivo collocato a tre anni o più e che ha studiato ipotesi di rischio e rendimento realizzate sul profilo di chi investe per consentirgli di ottenere buoni risultati.

Questi tipi di piani prevedono anche l’eventualità di momenti negativi nel mercato che possono durare per un tempo variabile.

Non ha senso, dunque, rivedere il proprio piano sulla base di turbolenze momentanee del mercato, la cui eventualità era stata di certo prevista.

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