“Sta arrivando un’altra tempesta nei mercati”. Lo dice il miliardario che ha già previsto uno storico crollo

Alessandro Nuzzo

17/01/2025

Howard Marks che 25 anni fa predisse la bolla delle dot-com ha messo in guardia su un altro possibile crollo. Ecco i segnali da non sottovalutare.

“Sta arrivando un’altra tempesta nei mercati”. Lo dice il miliardario che ha già previsto uno storico crollo

Howard Marks, 78 anni è un imprenditore statunitense con un patrimonio stimato in 2,2 miliardi di dollari. È co-fondatore e co-presidente di Oaktree Capital Management, un fondo di investimento che da qualche mese ha assunto anche il controllo dell’Inter, dopo la mancata restituzione del debito da parte dell’ex proprietario del club nerazzurro Steven Zhang.

Howard, il 7 gennaio 2000, circa 25 anni fa, annunciò un comportamento irrazionale che si stava verificando nei confronti dei titoli tecnologici, di internet e dell’e-commerce. Poco dopo avvenne la cosiddetta bolla delle dot-com, una delle più gravi crisi finanziarie di sempre con il Nasdaq che arrivò a perdere il 78% del suo valore in poco meno di due anni. L’imprenditore lo aveva predetto in anticipo.

Ora nel suo ultimo articolo intitolato «On Bubble Watch», ha messo in guardia gli investitori su una serie di segnali da non sottovalutare che potrebbero essere presagio di una nuova bolla sui mercati finanziari.

I segnali da non sottovalutare secondo Howard Marks

Anche se nel suo studio Marks non si esprime in modo autorevole sul fatto che ci troviamo in una bolla, afferma che gli investitori non dovrebbero essere indifferenti a questi segnali:

  • Eccessivo ottimismo: una certa esuberanza nei mercati a partire dal periodo post pandemia del 2022, unita a valutazioni elevate dell’S&P 500, superiori a quelle dei concorrenti globali;
  • Troppo entusiasmo nei confronti dell’intelligenza artificiale: questo eccessivo entusiasmo potrebbe contagiare anche altri settori tecnologici;
  • Eccessiva fiducia nei giganti della tecnologia: troppa fiducia nel successo continuo delle prime 7 aziende al mondo nel campo tecnologico;
  • Tendenza agli investimenti sugli indici: potenziale di valutazioni gonfiate, determinate dall’acquisto di fondi indicizzati, che non tengono conto del valore intrinseco.

Marks invita a tenere presente questi segnali. Nel suo articolo non fa riferimento ad una bolla in arrivo ma gli investitori non devono essere indifferenti.

Analizzando la situazione antecedente alla bolla del 2000 con la situazione attuale, tra le magnifiche sette aziende di oggi (Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla), solo Microsoft era tra le prime venti 25 anni fa.

«Nelle bolle, gli investitori trattano le aziende leader – e pagano i loro titoli – come se le aziende fossero destinate a rimanere leader per decenni», ha affermato, pur riconoscendo che le «magnifiche sette» di oggi sono aziende eccezionali e quindi meritevoli di una valutazione così elevata. Nel suo articolo Marks ha concluso dicendo che il mercato, pur apparendo surriscaldato, non presenta al momento l’esuberanza irrazionale, tipica di una bolla speculativa.

Il fondo Oaktree e l’Inter

Howard Marks è a capo della Oaktree Capital Management, un fondo di investimento che da qualche mese è entrata a far parte anche del mondo del calcio acquisendo la maggioranza della società calcistica Fc Internazionale Milano. Dopo il mancato pagamento del debito da parte dell’ormai ex presidente Steven Zhang, Oaktree ha acquisito le quote diventando proprietario del club nerazzurro che al momento continua a gestire in prima persona. Essendo un fondo di investimento con un portafoglio da 177 miliardi di dollari, gestire una squadra di calcio non è tra i business principali di Oaktree. Non è chiaro quindi se l’obiettivo sarà valorizzare ulteriormente la società, salvo poi cederla per ottenere una plusvalenza o se intende proseguire nella gestione diretta del club milanese ancora per diversi anni.

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