Unione Europa contro Stati Uniti: si fa teso il clima tra le due potenze e una guerra commerciale non è esclusa. Cosa succede? L’Ue ha messo in osservazione Biden e alcune sue misure: i motivi.
Non si parlava di crisi commerciale dai tempi della guerra per tariffe tra Usa e Cina, ma ora è l’Unione europea che sta accendendo un conflitto contro gli Stati Uniti.
Al momento si parla di “preoccupazioni” in Europa per l’Inflation Reduction Act statunitense, che violerebbe le regole del commercio internazionale, recando danno alle imprese del vecchio continente e alla libera concorrenza tra i due partner.
Nel mirino di Buxelles è finito il progetto di legge su tasse, salute e clima che è stato approvato dai legislatori statunitensi ad agosto e che include una spesa record di 369 miliardi di dollari per le politiche climatiche ed energetiche. Il pacchetto di riferimento comprende crediti d’imposta per le auto elettriche prodotte in Nord America e supporta le catene di fornitura di batterie negli Stati Uniti.
Proprio queste misure andrebbero a colpire le industrie europee, avvantaggiando sulle altre quelle statunitensi in alcuni settori chiave. L’Ue sembra intenzionata a dare battaglia, considerando che già si sente in svantaggio rispetto agli Usa per la discrepanza dei prezzi del gas. E, quindi, del peso dell’inflazione sull’economia.
Si sta preparando una guerra commerciale tra Europa e Usa?
Perché può scoppiare una guerra commerciale tra Ue e Usa
Non c’è ancora una vera e propria guerra, ma il clima si sta facendo teso tra Usa e Ue.
I funzionari europei hanno riconosciuto le ambizioni ecologiche associate al pacchetto degli Stati Uniti, ma sono preoccupati “per il modo in cui sono progettati gli incentivi finanziari previsti dalla legge”, si legge in un documento che sarà presentato ai funzionari statunitensi. L’Ue ha elencato nove delle disposizioni sul credito d’imposta con cui stima di avere problemi.
Parlando a Bruxelles, il capo del commercio dell’Unione ha dichiarato: “Abbiamo istituito una task force per affrontare questi problemi ... attualmente ci stiamo concentrando sulla ricerca di una soluzione negoziata”.
“Siamo preoccupati per le conseguenze dovute alla legge sulla riduzione dell’inflazione”, ha dichiarato alla CNBC Christian Lindner, il ministro delle finanze tedesco, dicendo: “il nostro approccio comune dovrebbe essere che i partner di valore dovrebbero rimanere partner commerciali preferiti”.
Il commissario per il commercio dell’Ue aveva già messo in guardia che gli aiuti di Stato statunitensi possono discriminare le industrie europee nel settore automobilistico, rinnovabile, delle batterie e ad alta intensità energetica.
Il ministro dell’Economia francese è stato esplicito al riguardo: “Alcune grandi società straniere che volevano stabilirsi in Europa ora esitano tra sedi europee e americane. In alcuni casi, l’importo delle sovvenzioni che l’amministrazione Biden offre è da quattro a dieci volte l’importo massimo consentito dalla Commissione europea.”
L’Europa sembra determinata ad andare fino in fondo e se gli Stati Uniti non affrontano i problemi messi in luce, l’Ue si rivolgerà all’OMC (Organizzazione mondiale del commercio) e prenderà in considerazione misure di ritorsione: questa appare la posizione del vecchio continente.
L’Europa rischia una crisi profonda. Gli Usa no
Il punto in esame in Europa è ampio e va oltre i timori degli effetti dell’Inflaction Reduction Act.
L’industria europea, infatti, sta già soffrendo di una mancanza di competitività a causa della differenza dei prezzi dell’energia negli Stati Uniti e in Europa.
“I massicci sussidi ai sensi dell’Inflation Reduction Act (IRA) degli Stati Uniti e la concorrenza cinese altrettanto pesantemente sovvenzionata amplieranno ulteriormente questo divario”, ha sentenziato il ministro francese.
L’Europa sta affrontando un’inflazione elevata con un nuovo record del 10,7% ad ottobre . Ciò è stato alimentato dai prezzi dell’energia che erano superiori del 41,9% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. L’inflazione negli Stati Uniti nel frattempo è stata dell’8,2% a settembre.
Differenze che in questo complesso momento storico possono pesare sulle stime di crescita e sviluppo futuri.
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