Il 2024 rappresenta un anno caratterizzato dalla stangata sui beni immobili. Vediamo tutti gli aumenti che interessano la casa.
Nel 2024 arriva la stangata sulla casa. La Legge di Bilancio, quest’anno, ha il grosso problema delle risorse disponibili e proprio per questo la maggior parte delle misure previste in essa non vanno a intaccare il deficit per non pesare sulle casse dello Stato. Molto importante, mai come quest’anno, è l’aspetto fiscale della manovra che, se da una parte vuol tutelare famiglia e lavoro, dall’altra rischia di far pagare pegno alle famiglie stesse a causa delle maggiori tasse previste sulla casa.
Se da una parte, quindi, abbiamo misure a sostegno delle famiglie che vogliono andare ad incidere sulla natalità e una riforma fiscale che porta a un taglio degli scaglioni e delle aliquote Irpef (ridotte a tre rispetto alle quattro in vigore fino al 2023), dall’altra si assiste al proliferare di una serie di micro tasse che possono dare vita a una vera e propria stangata sulla casa.
Vediamo quali saranno i cambiamenti in programma nel 2024 per Iva agevolata per case green, cedolare secca, superbonus e tassazione degli immobili in generale causati dalla riforma del catasto.
Riforma del catasto e impatto sull’Imu
Non si tratta di una misura contenuta nella Legge di Bilancio, ma per il 2024 bisogna prendere in considerazione anche la riforma del catasto che dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio del prossimo anno (a meno che non incontri ulteriori rallentamenti nel suo iter).
Cosa comporterebbe, in termini concreti, per i possessori di un immobile la riforma del catasto? Lo scopo principale della riforma è quello di classificare ogni edificio con il suo giusto valore con l’obiettivo di semplificare e rendere più trasparente il sistema di tassazione degli immobili.
Il valore degli immobili dovrebbe essere definito in base a determinati parametri quali:
- posizione geografica;
- dimensioni;
- manutenzione;
- caratteristiche specifiche.
Come potrebbe incidere la riforma del catasto sulla tassazione della casa, però, è impossibile da prevedere anche se si può dire certamente che adattando i dati catastali all’andamento del mercato potrebbe rendere quasi impossibile sotto stimare gli immobili al fine di pagare meno tasse.
Aumentano le tasse per chi vende casa ristrutturata
Il Superbonus, per chi è riuscito a sfruttarlo al 110%, è stato sicuramente un affare visto che non ha comportato nessuna spesa sulla ristrutturazione dell’immobile. Ora, però, chi ha ristrutturato utilizzando l’aliquota al 110% e decide di vendere l’immobile pagherà care le plusvalenze sulla vendita.
Se gli interventi di ristrutturazione non si sono conclusi da più di cinque anni non saranno considerati come “redditi diversi” e la plusvalenza sarà calcolata per intero e non scontata del costo della ristrutturazione.. Le tasse da pagare sulla plusvalenza saranno pari al 26% e saranno esclusi solo gli immobili acquisiti per successione e per la maggior parte dei cinque anni precedenti adibiti a prima casa.
Ritenute più care sui bonifici per ristrutturazione
Costeranno di più anche gli interventi di ristrutturazione in generale visto che le novità interessano tutti i bonus sulla casa. Ci saranno ritenute d’acconto più alte sui bonifici parlanti e visto che tutti i bonus edilizi richiedono, appunto, un bonifico parlante su cui sia riportato codice fiscale o partita Iva del contribuente e di chi lo percepisce più il richiamo alla Legge che permette di fruire dell’agevolazione.
Le banche, che in questo tipo di operazione fungono da sostituto di imposta, trattengono oggi a titolo di acconto su questi bonifici l’8%, ma questa ritenuta è destinata a salire all’11%. Anche se sembra trattarsi di una somma che non coinvolge il contribuente, le imprese potrebbero scaricare il costo delle operazioni proprio sull’utente finale (soprattutto in questo momento di crisi).
Aumenta la cedolare secca per gli affitti brevi
Tra le altre cose è stata prevista prevista anche una novità per la cedolare secca per gli affitti brevi la cui aliquota attualmente al 21% dovrebbe passare al 26%.
L’aumento dell’aliquota potrebbe interessare coloro che affittano l’abitazione per brevi periodi, come casa vacanze o in altre forme di ricezione turistica coinvolgendo anche i bed & breakfast.
Case green senza Iva scontata
L’Iva agevolata al 50% per chi acquista una casa di nuova costruzione in classe energetica A o B, scade a fine 2023. Nuove proroghe nella bozza della Legge di Bilancio, per ora, non ne appaiono anche se si tratta di una misura dai costi abbastanza ridotti.
Al momento, quindi, si può dire, anche se non con certezza, che dal 2024 non ci saranno più agevolazioni per chi acquista da un costruttore una casa green nuova.
Stangata sulle case all’estero
Altra imposta che sale è l’Ivie che pagano coloro che, pur risiedendo in Italia hanno un immobile all’estero. Si tratta dell’Imposta sul valore degli immobili situali all’estero che dovrebbe crescere dallo 0,76% all’1,06%.
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