Stellantis: l’AD Carlos Tavares si è dimesso. Massima attenzione al titolo a Piazza Affari

Laura Naka Antonelli

1 Dicembre 2024 - 21:53

Stellantis conferma: il comunicato. L’amministratore delegato Carlos Tavares lascia. Il commento di John Elkann. Occhio alle azioni a Piazza Affari.

Stellantis: l’AD Carlos Tavares si è dimesso. Massima attenzione al titolo a Piazza Affari

Stellantis ha confermato le indiscrezioni relative alle dimissioni del CEO Carlos Tavares. Così si legge nel comunicato del gruppo italo-francese, assediato da mesi da una crisi profonda che ha colpito l’intero settore dell’auto in Europa, come dimostra anche il dossier Volkswagen:

“Stellantis N.V. annuncia che il Consiglio di Amministrazione, riunitosi oggi sotto la presidenza di John Elkann, ha accettato le dimissioni di Carlos Tavares dalla carica di Chief Executive Officer con effetto immediato. Il processo per la nomina di un nuovo CEO permanente è già in corso, gestito da un Comitato Speciale del Consiglio, e si concluderà entro la prima metà del 2025. Nel frattempo, sarà istituito un nuovo Comitato Esecutivo presieduto da John Elkann”.

Stellantis, si legge nella nota con cui sono state rese note le dimissioni di Carlos Tavares, ha confermato la “guidance presentata alla comunità finanziaria il 31 ottobre 2024 in relazione ai risultati dell’intero anno 2024”.

Riguardo ai motivi che hanno provocato la frattura diventata evidentemente insanabile tra il CEO Tavares e l’azienda, il Senior Independent Director di Stellantis, Henri de Castries, così commentato:

Il successo di Stellantis sin dalla sua creazione si è basato su un perfetto allineamento tra gli azionisti di riferimento, il Consiglio e il CEO. Tuttavia, nelle ultime settimane sono emerse vedute differenti che hanno portato il Consiglio e il CEO alla decisione di oggi.”

Occhio anche al commento di John Elkann:

Siamo grati a Carlos per il suo impegno costante in questi anni e per il ruolo che ha svolto nella creazione di Stellantis, in aggiunta ai precedenti rilanci di PSA e di Opel, dando avvio al nostro percorso per diventare un leader globale nel settore. Intendo mettermi subito al lavoro con il nostro nuovo Comitato Esecutivo ad interim, con il supporto di tutti i nostri colleghi di Stellantis, mentre completiamo il processo di nomina del nuovo CEO. Insieme garantiremo la puntuale attuazione della strategia della Società nell’interesse di lungo termine di Stellantis e di tutti i suoi stakeholders.”

Stellantis, la crisi infinita e l’alta tensione con il governo Meloni: il trend del titolo a Piazza Affari

Le azioni Stellantis hanno terminato la sessione di venerdì scorso, 29 novembre, in rialzo dell’1,51%, a quota
12,536 euro
.

Una crisi infinita, quella di Stellantis - come dimostra l’ultima trimestrale - che ha visto l’azienda entrare anche in rotta di collisione con il governo Meloni, che ha chiamato ripetutamente a rapporto il gruppo automobilistico, accusandolo di non fare abbastanza per garantire la stabilità della forza lavoro presente nelle sue fabbriche attive in Italia.

Delicato il momento per l’azienda, in una fase storica che sta vedendo gli utili del comparto auto, in particolare in Europa, andare a picco, nel bel mezzo della transizione verso le auto elettriche, imposta dall’UE, che ha sancito lo stop obbligato alla produzione di veicoli a combustione termica – benzina, diesel, metano, gpl, a partire dal 2035.

Simbolo della crisi di Stellantis, la misera performance delle azioni a Piazza Affari: l’allerta massima è scattata alla fine di settembre, con il tonfo del titolo avvenuto nello specifico lo scorso 30 settembre, a seguito del profit warning lanciato dall’azienda sui conti del 2024.

Il crollo delle azioni (-14,7% in una sola seduta di Piazza Affari), è stato tale da scatenare una perdita monstre a carico di tutta la galassia della holding Exor, controllata dalla famiglia Agnelli, calcolata in 8,6 miliardi di euro.

Solo Stellantis, in un solo giorno, ha visto la capitalizzazione di mercato erodersi di 6,5 miliardi di euro, a causa della raffica di sell off. Raffica di sell off che è stata seguita da una raffica di bocciature da parte della comunità degli analisti, che ha fatto sorgere nuovi interrogativi sul trend futuro delle azioni, la cui performance si è confermata deludente anche nell’ultimo periodo.

Il titolo, che ha incassato un rialzo pari ad appena +0,18% nell’ultima settimana di contrattazioni a Piazza Affari, viaggia a un valore in ribasso dell’1,5% circa rispetto a un mese fa.

Decisamente deludente il trend YTD, ovvero dall’inizio del 2024, che è di una perdita di quasi il 41%, mentre su base annua il calo è superiore al -37,5%.

Dazi Trump: l’alert lanciato sul settore auto europeo e USA da S&P

L’ultimo alert sul comparto auto europeo e USA è stato lanciato venerdì scorso dalla divisione di ricerca dell’agenzia di rating S&P Global, che ha predetto per gli utili core combinati del settore, su base annua, un capitombolo fino a -17%, nell’’ipotesi dell’imposizione di dazi da parte della imminente amministrazione di Donald Trump sulle importazioni americane di veicoli provenienti dall’Europa, dal Messico e dal Canada.

L’agenzia ha minacciato di far calare la scure sui rating delle aziende, identificando proprio in Stellantis, insieme ai colossi Generali Motors e Jaguar Land Rover, i marchi che soffrirebbero più di tutti l’impatto delle tariffe della seconda amministrazione Trump.

Nel suo report S&P ha individuato il suo worst-case scenario nell’imposizione di dazi pari al 20% sulle importazioni USA di auto dall’Unione europea e dal Regno Unito e di dazi del 25% sull’import dal Messico e Canada.

In questo scenario GM, Stellantis, Volvo e Jaguar Land Rover potrebbero secondo l’agenzia di rating assistere a una perdita degli EBITDA su base adjusted superiore al 20% nel corso del 2025.

L’impatto su Volkswagen e il colosso giapponese dell’auto Toyota potrebbe essere essere di una erosione dei profitti compresa tra il 10% e il 20% e inferiore al 10% per BMW, Ford, Mercedes-Benz e Hyundai.

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