Stellantis: l’AD Carlos Tavares si è dimesso. Titolo bombardato dai sell, -8,5% a Piazza Affari

Laura Naka Antonelli

02/12/2024

Stellantis conferma: il comunicato. L’amministratore delegato Carlos Tavares lascia. Il commento di John Elkann. Occhio alle azioni a Piazza Affari.

Stellantis: l’AD Carlos Tavares si è dimesso. Titolo bombardato dai sell, -8,5% a Piazza Affari

Azioni Stellantis a picco a Piazza Affari dopo la notizia delle dimissioni del CEO Carlos Tavares. Dopo non essere riuscito a fare prezzo nei primi minuti della giornata di contrattazioni del Ftse Mib, il titolo è precipitato subito del 6% nei primi scambi dopo il terremoto che ha investito gli assetti societari.

La raffica di sell si intensifica, portando le azioni a crollare attorno alle 10 ora italiana di quasi -8,5%, scivolando a quota 11,482 euro.

Nella serata di ieri Stellantis ha confermato le indiscrezioni relative alle dimissioni del CEO Carlos Tavares.

Così si legge nel comunicato del gruppo italo-francese, assediato da mesi da una crisi profonda che ha colpito l’intero settore dell’auto in Europa, come dimostra anche il dossier Volkswagen:

“Stellantis N.V. annuncia che il Consiglio di Amministrazione, riunitosi oggi sotto la presidenza di John Elkann, ha accettato le dimissioni di Carlos Tavares dalla carica di Chief Executive Officer con effetto immediato. Il processo per la nomina di un nuovo CEO permanente è già in corso, gestito da un Comitato Speciale del Consiglio, e si concluderà entro la prima metà del 2025. Nel frattempo, sarà istituito un nuovo Comitato Esecutivo presieduto da John Elkann”.

Stellantis, si legge nella nota con cui sono state rese note le dimissioni di Carlos Tavares, ha confermato contestualmente la “guidance presentata alla comunità finanziaria il 31 ottobre 2024 in relazione ai risultati dell’intero anno 2024”.

Riguardo ai motivi che hanno provocato la frattura diventata evidentemente insanabile tra il CEO Tavares e l’azienda, il Senior Independent Director di Stellantis, Henri de Castries, ha così commentato:

Il successo di Stellantis sin dalla sua creazione si è basato su un perfetto allineamento tra gli azionisti di riferimento, il Consiglio e il CEO. Tuttavia, nelle ultime settimane sono emerse vedute differenti che hanno portato il Consiglio e il CEO alla decisione di oggi.”

Occhio al commento di John Elkann:

Siamo grati a Carlos per il suo impegno costante in questi anni e per il ruolo che ha svolto nella creazione di Stellantis, in aggiunta ai precedenti rilanci di PSA e di Opel, dando avvio al nostro percorso per diventare un leader globale nel settore. Intendo mettermi subito al lavoro con il nostro nuovo Comitato Esecutivo ad interim, con il supporto di tutti i nostri colleghi di Stellantis, mentre completiamo il processo di nomina del nuovo CEO. Insieme garantiremo la puntuale attuazione della strategia della Società nell’interesse di lungo termine di Stellantis e di tutti i suoi stakeholders.”

Stellantis, la crisi infinita e l’alta tensione con il governo Meloni: il trend del titolo a Piazza Affari

Le azioni Stellantis avevano terminato la sessione di venerdì scorso, 29 novembre, in rialzo dell’1,51%, a quota 12,536 euro.

Una crisi infinita, quella di Stellantis - come dimostra l’ultima trimestrale - che ha visto l’azienda entrare anche in rotta di collisione con il governo Meloni, che ha chiamato ripetutamente a rapporto il gruppo automobilistico, accusandolo di non fare abbastanza per garantire la stabilità della forza lavoro presente nelle sue fabbriche attive in Italia.

Delicato il momento per l’azienda, in una fase storica che sta vedendo gli utili del comparto auto, in particolare in Europa, andare a picco, nel bel mezzo della transizione verso le auto elettriche, imposta dall’UE, che ha sancito lo stop obbligato alla produzione di veicoli a combustione termica – benzina, diesel, metano, gpl, a partire dal 2035.

Simbolo della crisi di Stellantis, la misera performance delle azioni a Piazza Affari: l’allerta massima è scattata alla fine di settembre, con il tonfo del titolo avvenuto nello specifico lo scorso 30 settembre, a seguito del profit warning lanciato dall’azienda sui conti del 2024.

Il crollo delle azioni (-14,7% in una sola seduta di Piazza Affari), è stato tale da scatenare una perdita monstre a carico di tutta la galassia della holding Exor, controllata dalla famiglia Agnelli, calcolata in 8,6 miliardi di euro.

Solo Stellantis, in un solo giorno, ha visto la capitalizzazione di mercato erodersi di 6,5 miliardi di euro, a causa della raffica di sell off. Raffica di sell off che è stata seguita da una raffica di bocciature da parte della comunità degli analisti, che ha fatto sorgere nuovi interrogativi sul trend futuro delle azioni, la cui performance si è confermata deludente anche nell’ultimo periodo.

Quel profit warning ha messo in evidenza in particolare un flusso di cassa negativo fino a 10 miliardi di euro, rispetto all’outlook in precedenza positivo, principalmenge a causa del boom delle scorte nel mercato USA.

Inizialmente, la poltrona di Tavares è stata risparmiata: subito dopo l’allarme utili, Stellantis ha precisato tuttavia che il CEO si sarebbe dimesso alla scadenza del suo mandato, prevista per l’inizio del 2026, e che il processo per la selezione del suo successore sarebbe stato completato entro l’ultimo trimestre del 2025.

Di conseguenza, l’annuncio delle dimissioni dell’AD nella giornata di ieri, 1° dicembre 2024, è stata una notizia che ha colto tutti di sorpresa.

Occhio al titolo che, con i forti sell della sessione odierna, capitola a un valore inferiore di oltre il 10% rispetto a quello di una settimana fa. Su base mensile, il trend è di uno scivolone pari a -9,7% circa.

Decisamente deludente il trend YTD, ovvero dall’inizio del 2024, che è di una perdita superiore a -45%, mentre su base annua il calo è di quasi il 43%.

Deprimente il paragone delle azioni Stellantis con altri competitor: se il titolo ha perso il 45% circa del suo valore dall’inizio dell’anno, le azioni delle rivali Ford hanno limitato la loro flessione a -7% YTD mentre General Motors ha assistito a un rialzo delle quotazioni pari a +55%.

Dazi Trump: l’alert lanciato sul settore auto europeo e USA da S&P

L’ultimo alert sul comparto auto europeo e USA è stato lanciato venerdì scorso dalla divisione di ricerca dell’agenzia di rating S&P Global, che ha predetto per gli utili core combinati del settore, su base annua, un capitombolo fino a -17%, nell’’ipotesi dell’imposizione di dazi da parte della imminente amministrazione di Donald Trump sulle importazioni americane di veicoli provenienti dall’Europa, dal Messico e dal Canada.

L’agenzia ha minacciato di far calare la scure sui rating delle aziende, identificando proprio in Stellantis, insieme ai colossi Generali Motors e Jaguar Land Rover, i marchi che soffrirebbero più di tutti l’impatto delle tariffe della seconda amministrazione Trump.

Nel suo report S&P ha individuato il suo worst-case scenario nell’imposizione di dazi pari al 20% sulle importazioni USA di auto dall’Unione europea e dal Regno Unito e di dazi del 25% sull’import dal Messico e Canada.

In questo scenario GM, Stellantis, Volvo e Jaguar Land Rover potrebbero secondo l’agenzia di rating assistere a una perdita degli EBITDA su base adjusted superiore al 20% nel corso del 2025.

L’impatto su Volkswagen e il colosso giapponese dell’auto Toyota potrebbe essere essere di una erosione dei profitti compresa tra il 10% e il 20% e inferiore al 10% per BMW, Ford, Mercedes-Benz e Hyundai.

La reazione in USA e della politica italiana alla notizia dell’addio di Tavares

Interpellato dalla Reuters Jeff Laethem, proprietario di una concessionaria Stellantis a Detroit, ha commentato la notizia della fine dell’era Tavares tirando un sospiro di sollievo, confermando il problema delle scorte e il calo delle vendite delle auto del quarto colosso automobilistico al mondo per fatturato nel suo punto vendita. “Non potrebbe andare peggio”, ha detto Laethem.

La notizia dell’addio di Tavares non poteva non scatenare forti reazioni dall’arena della politica italiana, in primis dalla Lega, il cui leader, ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, vicepremier del governo Meloni Matteo Salvini, si era così espresso un mese fa circa:

“Il settore in crisi anche per colpa sua. L’AD di Stellantis dovrebbe vergognarsi e chieder scusa. Non è più in condizioni di chiedere niente per come hanno mal gestito e male amministrato un’azienda storica italiana L’AD e la dirigenza di Stellantis dovrebbero chiedere scusa agli operai, agli ingegneri, ai tecnici, agli italiani e alla storia dell’auto italiana”.

In una nota la Lega ha commentato la dipartita di Tavares con le seguenti dichiarazioni:

Siamo curiosi di sapere quanto prenderà Carlos Tavares come ’premio’ economico dopo la sua disastrosa gestione”.

Su X il leader di Azione Carlo Calenda ha commentato con queste parole la fine dell’era Tavares:

Non rimpiangeremo Tavares. Il sostenitore della teoria ’darwiniana’ applicata però solo ai lavoratori. Ora diventa ancora più urgente riconvocare John Elkann in Parlamento. Domani scriverò a Fontana”.

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