Il ruolo della sterlina nel mercato valutario in uno scenario di forti incertezze geopolitiche e contrazione economica
Siamo arrivati alla fine di giugno e ancora non è stata richiesta un’estensione del periodo di transizione che dovrà condurre all’accordo sulla Brexit, nonostante le trattative di due settimane fa.
Chi ne sta pagando di più le spese è la sterlina che, riflettendo lo status dell’economia britannica, dopo aver in parte recuperato terreno sia nei confronti dell’euro sia nei confronti del dollaro nel periodo di marzo-aprile, adesso si trova in una posizione di debolezza non solo nei confronti del biglietto verde e della moneta unica ma anche dello Yen giapponese.
Quali sono le aspettative per l’economia britannica? La sterlina sta diventando una valuta emergente?
Gli scenari per la sterlina, tra Brexit e COVID-19
Ancora niente di fatto sul lato Brexit nonostante i buoni propositi delle settimane scorse. Il Regno Unito e l’Unione Europea sono ancora in una posizione di stallo.
Chi ne paga di più le spese è l’economia britannica che di recente ha visto il proprio PIL calare di oltre il 20% e le richieste di disoccupazione innalzarsi ad un livello superiore alle attese degli analisti nel mese di giugno.
In uno scenario simile anche la valuta britannica risente degli effetti delle forti incertezze. A confermare questo dato è la dinamica fatta registrare dal cambio euro sterlina negli ultimi mesi.
Dopo aver mostrato dei segnali di rafforzamento nei confronti della moneta unica nel periodo di marzo-aprile scorso, la sterlina britannica ha iniziato a perdere terreno oltrepassando quota 0,90.
Nei confronti del dollaro statunitense e dello yen giapponese, le cose non stanno andando meglio.
Nonostante i timidi rialzi dei giorni scorsi, la sterlina è stabilmente quotata al di sotto di 1,25 dollari un valore in netto calo rispetto a sei mesi fa.
Mentre oggi sono necessari 132,47 Yen per acquistare una sterlina a gennaio scorso servivano 144,1 Yen contro una sterlina.
Cosa dicono i mercati: quali aspettative?
La valuta britannica sta perdendo nei confronti delle sue principali rivali più scambiate a livello globale. Questa dinamica trova conferma nelle parole dell’analista di Bank of America Kamal Sharma, secondo cui il bid-ask spread della sterlina è più alto rispetto alle altre valute.
La forte differenza tra il prezzo con cui il pound è offerto e il prezzo a cui esso è domandato impatta sulla liquidità dello stesso che viene scambiato con difficoltà sul Forex.
Un altro dato che conferma il momento di difficoltà della valuta britannica è il dato sulle volatilità implicite delle opzioni scritte sul tasso di cambio contro la sterlina.
Nonostante le volatilità sulle opzioni ATM siano in discesa, rimangono ancora più elevate rispetto alle volatilità ATM delle opzioni scritte su altre valute (9,2% la volatilità delle opzioni ATM sul cambio euro sterlina contro il 7,2% mostrato dalle opzioni ATM sul cambio euro dollaro).
Permane ancora lo squilibrio tra volatilità delle opzioni put (che danno il diritto a vendere valuta ad un prezzo prestabilito) e volatilità dello opzioni call (che danno il diritto ad acquistare valuta ad un prezzo prestabilito).
In particolare:
- per il cambio euro sterlina la volatilità delle opzioni call è superiore alla volatilità delle opzioni put. Questo significa che gli operatori di mercato si aspettano un ulteriore indebolimento della sterlina nei confronti della moneta unica in futuro;
- per il cambio sterlina dollaro e per il cambio sterlina yen le volatilità delle opzioni put sono superiori alle volatilità delle opzioni call (la differenza tra volatilità delle opzioni call e volatilità delle opzioni put è pari rispettivamente a -1,14% e -0,6%). Gli operatori dei mercati finanziari si aspettano una svalutazione futura della sterlina sia nei confronti del biglietto verde in futuro che dello yen giapponese.
Sia il dato sulla profondità del mercato del pound, misurato dal bid-ask spread che i dati sulle volatilità implicite delle opzioni scritte sui tassi di cambio con la sterlina unito al dato all’indice di volatilità in salita lo scorso maggio rispetto ai periodi precedenti mostrano ancora un elevato livello di avversione al rischio degli operatori di mercato nei confronti della valuta britannica.
Quali le conseguenze della dinamica recente
Sia gli eventi geopolitici che la crisi COVID-19 hanno indebolito la sterlina contro le altre valute negli ultimi mesi. Come conseguenza, aggiunge l’analista Kamil Sharma di Bank of America, il trend fatto registrare negli ultimi mesi è più simile a quello del peso messicano che a quello del dollaro USA.
Pertanto con la politica monetaria di bassi tassi di interesse della BoE degli ultimi mesi e il saldo della bilancia commerciale britannica che ha portato alla formazione di deficit gemelli, ovvero deficit fiscale unito al deficit della bilancia di pagamenti, la valuta britannica, riflettendo le condizioni economiche del Regno Unito, si sta sempre di più avvicinando al ruolo di valuta emergente.
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