Tutto quello che c’è da sapere sullo stipendio part-time: esempi pratici per calcolare la retribuzione e comprendere le varie voci della busta paga.
Stipendio part-time, come calcolare retribuzione e busta paga. In un mondo del lavoro sempre più complesso e dalle mille sfaccettature, sono sempre più i rapporti lavorativi che non vengono svolti a tempo pieno.
Gli ultimi dati aggiornati al 2024 indicano che in Italia sono oltre 4,2 milioni i lavoratori con un contratto part-time, un’ampia fetta del totale della platea degli occupati nel nostro Paese che ammonta a quasi 25 milioni.
Un lavoratore su sei in Italia così riceve uno stipendio parti-time, ma tra questi lavoratori oltre la metà non è felice della propria posizione e vorrebbe avere invece un contratto a tempo pieno.
In questo caso si parla di lavoratori part-time involontari, anche se molti preferiscono questa soluzione per motivazioni personali o familiari.
Per capire come calcolare la retribuzione e comprendere le varie voci della busta paga, ecco per voi una semplice guida allo stipendio part-time.
Contratto di lavoro part-time: l’orario di lavoro
In Italia la legge prevede che l’orario di lavoro ordinario sia pari a 40 ore settimanali (d. lgs. n. 66 del 2003), a meno che non sussistano differenti previsioni dei CCNL le quali possono comportare un orario di lavoro standard minore rispetto a quello previsto dalla legge.
In linea generale, è sufficiente che l’orario pattuito nella lettera di assunzione sia inferiore anche di una sola ora rispetto a quello ordinario per rientrare nel campo dei contratti di lavoro a tempo parziale.
Un contratto di lavoro part-time di conseguenza si caratterizza per un orario di lavoro ridotto rispetto a quello previsto per il contratto di lavoro a tempo pieno.
A riguardo esistono tre tipologie di lavoro part-time.
- Orizzontale: lavorare tutti i giorni ma con un orario ridotto, per esempio 4 ore per 5 giorni alla settimana.
- Verticale: lavorare 8 ore al giorno ma solo in alcuni giorni della settimana.
- Misto: orizzontale e verticale alternati.
Sempre in merito all’orario di lavoro, nel contratto possono essere presenti eventuali clausole di flessibilità o elasticità, che consentono al datore di lavoro di modificare gli orari o aumentare le ore lavorate, sempre nel rispetto delle regole previste dalla normativa e dai contratti collettivi.
Infine occorre ricordare che nell’ambito dello svolgimento di un rapporto di lavoro part-time è sempre ammessa la facoltà di trasformare il contratto di lavoro in un tempo pieno, ma è altresì sempre doveroso il consenso di entrambe le parti che deve essere messo nero su bianco con un accordo scritto.
La struttura del contratto di lavoro part-time
Nel contratto di lavoro part-time, come nella generalità dei contratti di lavoro, sono riportati gli elementi essenziali di un rapporto lavorativo. Tra essi abbiamo:
- il luogo di lavoro;
- la qualifica e le mansioni che il lavoratore andrà a svolgere;
- la retribuzione;
- l’eventuale durata del rapporto (se è a tempo determinato);
- il periodo di prova.
In particolare, nei contratti di lavoro part-time sono inclusi due elementi essenziali tipici che devono essere sempre nitidamente indicati:
- la durata della prestazione di lavoro;
- la collocazione temporale dell’orario di lavoro, con riferimento al giorno, alla settimana, al mese e all’anno.
D’altronde, il lavoratore part-time deve essere messo in condizione di poter organizzare i propri tempi di lavoro, in modo da individuare, eventualmente, un’altra occupazione che gli permetta, nel complesso, di lavorare a tempo pieno e di conseguire così una retribuzione più corposa.
In tema di contratto di lavoro part-time, un interessante particolare da notare è che la collocazione temporale della prestazione e la sua durata non possono essere modificate unilateralmente dall’azienda o datore di lavoro, tranne per quanto attiene alla possibilità di apporre le cd. clausole di elasticità, come previsto dall’articolo 6, comma 4 del D.Lgs 81/2015.
In virtù di dette clausole, il datore di lavoro potrà chiedere al lavoratore di fare un maggior numero di ore di lavoro rispetto all’orario di lavoro stabilito nel contratto individuale in forma scritta. Non solo: potrà altresì richiedere che la prestazione sia svolta in un spazio temporale differente.
Busta paga part-time: le voci più importanti
La busta paga di un lavoratore part-time include diverse voci fondamentali, che sono essenziali per comprendere il compenso percepito e le relative trattenute.
Dati anagrafici e contrattuali
- Nome e cognome del lavoratore.
- Posizione e qualifica: livello di inquadramento secondo il contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) applicato.
- Tipo di contratto: indicazione che si tratta di un contratto part-time.
- Ore lavorate e orario contrattuale: numero di ore settimanali previste rispetto a quelle full-time.
Retribuzione lorda
- Paga base o minimo contrattuale: stabilito dal CCNL di riferimento in base alla qualifica e al livello.
- Scatti di anzianità (se presenti): aumenti periodici previsti dal contratto.
- Indennità o premi: eventuali compensi aggiuntivi come indennità di turno, notturno, festivo, ecc.
- Straordinari o supplementari: ore lavorate oltre l’orario part-time concordato, pagate con maggiorazioni.
Trattenute fiscali e previdenziali
- Contributi previdenziali: quota trattenuta per INPS (pensione, disoccupazione, maternità, ecc.).
- IRPEF: imposta sul reddito delle persone fisiche, calcolata sul reddito imponibile.
- Detrazioni fiscali: per lavoro dipendente o familiari a carico, che riducono l’imposta dovuta.
- Addizionali regionali e comunali: tasse locali applicate in base alla residenza.
Netto in busta
- Netto da pagare: somma effettivamente corrisposta al lavoratore, ovvero il lordo meno le trattenute.
Altri elementi
- TFR (Trattamento di Fine Rapporto): quota accantonata per la liquidazione, non versata mensilmente ma indicata nella busta paga come accantonamento.
- Rimborsi spese o indennità di trasferta (se previsti).
- Codice fiscale e dati aziendali.
Come calcolare lo stipendio part-time
Per quanto riguarda lo stipendio, la legge prevede che il lavoratore part-time non possa conseguire, complessivamente, un trattamento meno favorevole rispetto al lavoratore a tempo pieno assunto con lo stesso inquadramento e per lo svolgimento delle stesse mansioni.
Ma è chiaro che sullo stipendio del lavoratore part-time influisce il numero ridotto di ore di lavoro svolto. Infatti, il trattamento economico e normativo del lavoratore part-time è riproporzionato in considerazione della minore entità della prestazione lavorativa.
Detto questo possiamo focalizzarci sulla questione con cui abbiamo aperto l’articolo, ossia come effettuare il calcolo dello stipendio part-time a 20, 24, 30 o 36 ore?
Si potrebbe pensare subito a fare una proporzione rispetto alla retribuzione di un full time, a partire dal netto. Ma si tratta di un’operazione imprecisa: infatti è necessario impostare una proporzione partendo dal lordo, ma considerando altresì l’eventuale più basso scaglione Irpef che andrebbe a influire sul reddito.
Ricordiamo, infatti, che in caso di lavoro dipendente, vi sono le trattenute Irpef direttamente in busta paga. Ciò si verifica giacché il datore di lavoro agisce come sostituto d’imposta. In breve, si occupa, di trattenere l’Irpef che il lavoratore deve versare allo Stato e si impegna a versarla a nome e per conto del lavoratore stesso.
Esempi per calcolare lo stipendio part-time
Se nel proprio contratto non è indicato lo stipendio lordo mensile, ma quello lordo annuale (RAL), è necessario prima calcolare lo stipendio lordo mensile.
Ipotizziamo che per il proprio lavoro part-time di 20 ore a settimana una persona percepisca - in base al suo contratto scritto - uno stipendio lordo annuale di 10.000 euro, suddiviso su 14 mensilità. Al fine di quantificare lo stipendio lordo mensile, occorrerà fare la seguente operazione: 10.000 / 14 = 714,28 euro (stipendio lordo mensile).
Ebbene, su uno stipendio di 10.000 euro lordi all’anno, nel 2024, vale un’aliquota Irpef corrispondente al 23%. Da 10.000 occorre così sottrarre 2.300 euro: rimangono 7.700 euro.
Da questa somma il lavoratore dovrà sottrarre circa un migliaio di euro di contributi Inps e altri contributi, quindi si arriva a circa 6.600 euro. Quest’ultima somma va divisa per 14 - nella nostra ipotesi il contratto part-time include 14 mensilità - e si otterrà così circa 470 euro netti al mese.
Per un reddito compreso invece tra i 15.001 e i 28.000 euro, si dovrà applicare un’aliquota Irpef del 25%, che sale al 35% nello scaglione compreso tra i 28.001 e i 50.000 euro.
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