Per un dipendente, anche neoassunto, è molto importante sapere come viene quantificato lo stipendio in busta paga, in modo da scoprire eventuali inesattezze. Ecco un caso tipico e i chiarimenti.
Tipicamente chi è giovanissimo ed alla prima esperienza di lavoro, si porrà tutta una serie di domande relative al contratto e al rapporto di lavoro. Pensiamo ad aspetti quali il periodo di prova, i permessi, le ferie, la tutela in caso di malattia e infortunio e quant’altro. Altrettanto frequente è chiedersi come funzionano le regole in tema di stipendio, ovvero la retribuzione che viene assegnata dal datore di lavoro per le prestazioni lavorative svolte in un certo arco di tempo (solitamente il mese).
È noto che lo stipendio è formato da una serie di voci elencate in busta paga, ovvero quel documento che l’azienda ha l’obbligo di consegnare al suo dipendente e in cui è indicato lo stipendio lordo (la cifra più elevata, che spesso appare nella parte superiore del documento), insieme alle tasse e ritenute.
Ebbene, proprio in tema di busta paga ed erogazione dello stipendio mensile una domanda - che all’apparenza potrebbe apparire banale ma che in verità merita una risposta precisa - è la seguente: come viene quantificato lo stipendio per chi inizia a lavorare a mese iniziato? Ovvero, come si stabilisce e come differisce rispetto allo stipendio versato in costanza di rapporto di lavoro? A queste domanda risponderemo di seguito e nel corso di questo articolo, andando a chiarire quei dubbi che riguardano specialmente chi ha appena terminato gli studi e si appresta a svolgere un’esperienza di lavoro a tutti gli effetti, magari dopo uno stage o tirocinio. I dettagli.
Stipendio per chi inizia a lavorare a mese iniziato, come si calcola?
Busta paga e stipendio: il contesto di riferimento
Come abbiamo appena accennato, il datore di lavoro è obbligato, al momento del versamento della retribuzione, a dare al lavoratore un prospetto o busta paga che include tutti gli elementi obbligatori alla verifica della correttezza delle operazioni di calcolo compiute e della somma effettivamente dovuta per il lavoro svolto.
Da notare che, insieme alle informazioni identificative del dipendente, il prospetto deve indicare anche tutti gli elementi che formano la retribuzione e tutte le singole trattenute applicate, attraverso cui si arriva a determinare il netto spettante.
Infatti, la retribuzione lorda versata al dipendente deve essere decurtata della trattenuta costituita dai contributi previdenziali e dalle tasse. Non solo. Ulteriori trattenute possono essere applicate a causa dell’adesione al sindacato, di sanzioni di disciplinari o di una cessione del quinto dello stipendio.
Chiedersi come funziona il pagamento del primo stipendio o busta paga, se la propria esperienza lavorativa comincia a mese iniziato ha certamente senso: d’altronde quello ad una retribuzione corretta è un diritto del lavoratore e - proprio come afferma la Costituzione - lo stipendio deve essere proporzionato al lavoro svolto e sufficiente a garantire al lavoratore e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa. In più, il lavoratore ha diritto di ricevere lo stipendio entro un certo termine.
Entro quando pagare lo stipendio ai dipendenti?
Ricordiamo anche che il dipendente ha diritto a vedersi pagato lo stipendio entro un certo limite di tempo. La stessa giurisprudenza ha più volte affermato il diritto del lavoratore a dare le proprie dimissioni per giusta causa o in tronco - e senza periodo di preavviso - in caso di mancato o ritardato versamento dello stipendio con recidiva.
Specialmente chi è alla prima esperienza lavorativa deve ricordare che la retribuzione, di solito, dev’essere versata al termine di ciascun periodo di paga, sia esso, ad esempio, settimanale, mensile, pluri-mensile o annuale. Siccome generalmente gli stipendi ai lavoratori subordinati sono calcolati in relazione al singolo mese di prestazione di lavoro, la retribuzione viene liquidata dopo la fine del mese di competenza della retribuzione stessa in busta paga.
In particolare, sulla scorta della prassi di ciascun datore di lavoro, il lavoratore potrebbe ricevere lo stipendio gli ultimi giorni del mese di competenza della retribuzione - ad esempio il 27 o il 30 - oppure nella prima quindicina del mese posteriore a quello di competenza e questo al fine di determinare i contributi da pagare all’Inps e la tassazione Irpef da versare allo Stato - entrambi tramite il modello F24 - in tempo utile per la scadenza del giorno 16 di ogni mese. Nella prassi comunque lo stipendio viene pagato nella prima settimana del mese successivo a quello di riferimento o nei primi dieci giorni. Per i lavoratori del pubblico impiego lo stipendio è invece solitamente pagato negli ultimi giorni del mese di riferimento.
Comunque, al di là degli usi in azienda, sono i vari contratti collettivi - Ccnl di settore ad avere la possibilità di stabilire una scadenza, entro cui la retribuzione di cui alla busta paga dev’essere liquidata. Ad esempio il Ccnl Cooperative sociali indica espressamente che la retribuzione deve essere corrisposta alla lavoratrice o al lavoratore in una data fissata non oltre il 20° giorno successivo alla fine di ogni mese.
Stipendio per chi comincia a lavorare a mese iniziato: come si determina?
Alla luce di quanto abbiamo detto finora, chiedersi come viene stabilito lo stipendio ogni mese è essenziale per il lavoratore e, in particolare, il neo-assunto si potrà domandare - come detto in apertura - in che modo viene fissato lo stipendio in busta paga, spettante nel primo mese di lavoro. Poniamo infatti, come spesso accade, che una persona superi la selezione per un certo posto di lavoro, risulti idoneo dopo la visita medica preassuntiva e firmi poi il contratto iniziando a lavorare non il primo giorno del mese, ma a mese iniziato.
Ebbene, sgomberiamo il campo da ogni possibile dubbi: a questa persona non spetterà tutta la mensilità dello stipendio come se avesse lavorato dall’1 del mese, perché le saranno pagate esclusivamente le ore di lavoro effettivamente svolte. Pertanto, per fare un esempio pratico, se una persona inizia a lavorare il 21 del mese di maggio avrà diritto ad essere pagata regolarmente e a vedersi consegnata la busta paga del primo mese, ma riceverà solo il corrispettivo dei giorni nei quali ha effettivamente lavorato - a partire dal giorno 21. Perciò se questa persona cominciasse a lavorare in una azienda che usa pagare i suoi dipendenti il 5 del mese successivo a quello di riferimento, il primo stipendio in ogni caso non potrà che essere proporzionato ai giorni lavorati a maggio.
Ciò vale ovviamente per il sistema di paga oraria - retribuzione sulla base delle ore effettivamente lavorate - ma anche per il sistema di paga mensilizzata, in quanto i giorni non lavorati - tornando all’esempio appena fatto quelli di maggio anteriori al primo giorno di lavoro il 21 - debbono essere fatti rientrare tra quelli non retribuiti.
Sistema di paga mensilizzata e paga oraria: differenza
Abbiamo appena ricordato che ai fini del calcolo dello stipendio per chi inizia a lavorare a mese iniziato non rileva la distinzione tra sistema di paga oraria e sistema di paga mensilizzata. Ma vale la pena chiarire, in sintesi e in conclusione, come funzionano questi due distinti meccanismi. Ebbene essi costituiscono le due principali modalità di calcolo della retribuzione lorda in busta paga del dipendente e, in particolare:
- la retribuzione, se quantificata con il sistema mensilizzato (tipico di figure quali gli impiegati, i quadri o i dirigenti) ha, come unità di misura, il mese intero. Di conseguenza, se le assenze retribuite non vanno a gravare sul calcolo delle competenze, tuttavia occorre indicare in modo distinto il compenso per le giornate o le ore di assenza non retribuite per compierne la detrazione. All’opposto devono essere dettagliate in via separata le ore straordinarie, o di lavoro festivo, o notturno, per effettuarne le corrispondenti maggiorazioni;
- la retribuzione in busta paga, se calcolata attraverso il sistema orario, viene proporzionata alle ore retribuite. Pertanto è quantificata in relazione alle ore in concreto lavorate nel mese e alle ore di assenza retribuita (ferie, festività, permessi retribuiti).
Per sapere quale dei due meccanismi è utilizzato nel proprio contratto di lavoro, è sufficiente dare un’occhiata al testo del Ccnl di settore. Per esempio in quello dei metalmeccanici c’è un articolo che indica la mensilizzazione del calcolo e in cui si trova scritto che la retribuzione dei lavoratori è determinata in misura fissa mensile.
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