Succession, tra finzione e realtà: l’eredità e i guai di Rupert Murdoch

Il confine tra i Murdoch e quanto raccontato in “Succession” è sempre più labile. La dinastia guidata da Rupert e i Roy condividono la dimensione patriarcale e il controllo su un enorme conglomerato mediatico: ATN ricorda molto da vicino Fox News, senza dimenticare la proprietà di testate giornalistiche di caratura internazionale.

Le strutture familiari sono molto simili, così come la lotta per il potere. Un’altra importante similitudine riguarda le diatribe per l’eredità: Rupert Murdoch nel 2017 ha annunciato la cessione di parte delle attività di intrattenimento a Disney, con il figlio Lachlan nominato ad di una Fox Corp ridimensionata; in “Succession”, nella 3° stagione, Logan ha fatto una mossa simile.

L’aspirazione di Rupert Murdoch è vivere per sempre, ma la biologia umana è inamovibile. E anche per questo motivo è dilaniato dalla questione della successione: da tempo desiderava che uno dei suoi tre figli nati dal secondo matrimonio – Elisabeth, Lachlan e James – rilevasse l’azienda di famiglia.

Secondo una fonte, ha sempre creduto che una “lotta darwiniana” avrebbe prodotto l’erede più capace. Ma chi tra i tre controllerà il “bottino" rimane una questione aperta. Persone vicine a James hanno riferito che sta aspettando il suo momento fino a quando lui e le sorelle non potranno strappare il controllo a Lachlan.

Alcuni pensano che James eliminerebbe Fox News e lo trasformerebbe in un’alternativa di centrodestra alla CNN; altri pensano che James venderebbe a un private equity. Secondo diverse fonti, invece, Lachlan potrebbe dirigere l’azienda solo come dovere filiale. Dopo la morte del padre, potrebbe preferire fare la bella vita a Sydney. Ma a oggi nessuno scenario è una scommessa sicura in una famiglia così instabile, in cui le alleanze possono cambiare giorno dopo giorno e dove l’opportunismo recita un ruolo da protagonista.

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