È possibile beneficiare del superbonus 110% anche sulla casa in affitto: come si fa? Ecco i requisiti e i passaggi.
Il superbonus del 110% è un bonus di cui si sente spesso parlare e una questione per cui si possono avere dei dubbi è relativa alla possibilità degli inquilini di usufruirne, nel momento in cui viene utilizzato per fare lavori nell’immobile da loro abitato, oppure di richiederlo per ristrutturare la casa in cui sono in affitto.
Ebbene, a seconda dei casi è possibile per un inquilino beneficiare di questa agevolazione, a patto di rispettare determinati requisiti, com’è stato specificato nella risposta dall’Agenzia delle Entrate stessa, nella risposta all’interpello numero 307 del 26 maggio 2022.
Superbonus 110%: come utilizzarlo sulla casa in affitto
Superbonus 110%: quando possono beneficiarne gli inquilini
Come specificato nella risposta all’interpello dell’Agenzia delle Entrate, gli inquilini di uno stabile possono beneficiare dell’agevolazione e richiedere il bonus, anche nel caso in cui il proprietario dell’immobile rientrasse tra i soggetti esclusi all’agevolazione in questione, come per esempio nel caso di una società per azioni.
Per poter accedere al superbonus 110% però è necessario che l’inquilino o gli inquilini rispettino i seguenti requisiti:
- il contratto di locazione, anche finanziaria, o di comodato, deve essere regolarmente registrato e la registrazione deve essere avvenuta prima dell’inizio dei lavori o al momento del sostenimento delle spese, se queste hanno preceduto la data di avvio dei lavori;
- è assolutamente necessario avere il permesso del proprietario dell’immobile.
A poter richiedere il superbonus infatti può essere:
- chi possiede l’immobile oggetto degli interventi, che sia in qualità di nudo proprietario, proprietario, o titolare di altro diritto reale di godimento come nel caso di usufrutto;
- chi detiene l’immobile oggetto degli interventi, in base a un contratto di locazione, finanziaria, o comodato.
A chi spetta l’agevolazione?
L’agevolazione fiscale disponibile attraverso l’utilizzo del superbonus 110% spetta a chi compie la spesa che permette di richiedere il bonus stesso.
Questo significa che se i lavori sono pagati dall’inquilino, sarà l’inquilino a poter accedere al bonus, e non il proprietario dell’immobile, a patto che il contratto di locazione sia stato regolarmente registrato prima dell’inizio dei lavori o del pagamento degli stessi.
Se invece il contratto non dovesse essere stato registrato, allora l’inquilino non potrà godere del superbonus 110%, pur trovandosi a pagare i lavori.
Quali sono i requisiti dell’immobile
Chiaramente per poter beneficiare dell’agevolazione fiscale è necessario che la casa, che sia in affitto o meno, rispetti i requisiti necessari per poter usufruire del bonus.
Infatti, nel caso in cui l’unità immobiliare sia situata all’interno di edifici plurifamiliari, prima di tutto è necessario che la casa in questione rientri nella definizione di “unità immobiliare funzionalmente indipendente”, questo significa che deve essere dotata di almeno tre installazioni o manufatti di proprietà esclusiva tra le seguenti quattro:
- impianti per il gas;
- impianti per l’energia elettrica;
- impianti di riscaldamento, anche detti impianti di climatizzazione invernale;
- impianti per l’approvvigionamento idrico.
Il secondo requisito, sempre nel caso di unità situata all’interno di edifici plurifamiliari, è la presenza di almeno un accesso autonomo dall’esterno.
Nel caso in cui vengano rispettate queste due richieste si può usufruire del bonus per l’unità in questione in maniera autonoma, quindi indipendentemente dal fatto che faccia parte di un condominio o di un edificio composto da più unità familiari, fino a quattro, che appartengano a un unico proprietario oppure siano in comproprietà tra più soggetti.
Questo significa che un appartamento che rispetti le caratteristiche precedenti ha accesso al bonus anche nel caso in cui facesse parte di un edificio che è escluso dall’agevolazione, come nel caso di un edificio composto da oltre 4 unità di un unico proprietario.
Anche la condivisione di spazi comuni e parti in comune con altre unità abitative, come per esempio può essere il tetto, non è motivo di esclusione dall’accesso al bonus.
Cosa succede quando finisce il contratto di locazione?
Ci possono essere ragioni diverse per cui un contratto di locazione può finire, come per esempio un trasferimento per ragioni di lavoro. In questo caso è lecito chiedersi cosa succede all’agevolazione fiscale, nel momento in cui è stato l’inquilino a occuparsi dei costi dei lavori e a richiedere il bonus.
Ebbene, in questo caso specifico la detrazione o la cessione della stessa non dovrebbe essere compromessa, poiché i lavori sono comunque stati fatti, approvati, e sono state rispettate tutte le altre regole relative al superbonus del 110%.
Questo significa che l’inquilino di un appartamento può usufruire sempre dell’agevolazione a patto che vengano rispettati tutti i requisiti necessari, ricordando che è assolutamente obbligatoria la registrazione del contratto di locazione prima dell’inizio dei lavori o del pagamento degli stessi, nel caso in cui questo avvenisse in modalità anticipata.
L’inquilino ha quindi facoltà di selezionare la modalità preferita di fruizione del beneficio fiscale, potendo quindi scegliere tra:
- fruizione diretta;
- in modalità di contributo anticipato dell’intervento come sconto dai fornitori;
- oppure, selezionando una cessione del credito pari all’importo della detrazione.
Si tratta di una buona notizia, soprattutto tenendo conto del fatto che il superbonus del 110% è stato prorogato fino al 2025, in diverse modalità. Rimarrà infatti nella modalità attuale fino a fine 2023, per poi abbassarsi a un rimborso del 70% delle spese nel 2024, e arrivare al 65% delle spese nel 2025.
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