Superbonus 110%, per le spese del 2022 la detrazione è in quattro anni: vediamo pro e contro per gli incapienti e come non perdere il beneficio IRPEF con cessione del credito o sconto in fattura.
Superbonus 110%, la detrazione per le spese sostenute dal 1° gennaio 2022 è in quattro anni: ma quali sono i pro e i contro? La novità è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2021, quindi dello scorso anno, ma è riferita per l’appunto alle spese del 2022.
La manovra 2022, nel prorogare il superbonus 110% fino al 2023, non è intervenuta circa gli anni in cui usufruire della detrazione, che sono passati da cinque a quattro a partire dal 2022.
La proroga del superbonus in realtà è fino al 2025, ma si può parlare di 110% solo fino al 31 dicembre 2023. Tale data segna infatti la progressiva riduzione dell’aliquota di detrazione, che scenderà al 70% nel 2024 e poi al 65% nel 2025.
Superbonus 110%, detrazione in quattro anni dal 2022: pro e contro
Il passaggio da cinque a quattro anni per usufruire della detrazione del superbonus 110% è, in generale, un vantaggio per il contribuente che effettua i lavori, perché recupera le spese in un anno in meno, quindi con un anno di anticipo. La conseguenza si vedrà in misura maggiore in dichiarazione dei redditi.
Visto che la detrazione in quattro anni riguarda le spese sostenute e documentate nel 2022, il beneficio fiscale si vedrà nella dichiarazione dei redditi 2023 (riferita, appunto, all’anno di imposta precedente).
Naturalmente ci sono anche dei contro, anzi, lo svantaggio è uno solo e riguarda i cosiddetti incapienti, cioè quei contribuenti che non possono fruire di una detrazione fiscale in quanto l’imposta IRPEF prodotta dai redditi percepiti è già annullata da altre detrazioni fiscali.
Superbonus 110%, come non perdere la detrazione con cessione del credito o sconto in fattura
Il superbonus 110% si può usare in tre modi: a parte la detrazione in dichiarazione dei redditi, si può scegliere la cessione del credito o lo sconto in fattura.
Lo sconto in fattura, infatti, consiste in un vero e proprio sconto che la ditta dei lavori edilizi fa al cliente, che quindi paga meno. La ditta poi recupera lo sconto effettuato come credito d’imposta, che può anche cedere ad altri soggetti, banche comprese.
Con la cessione del credito il beneficio fiscale si trasforma: da detrazione diventa credito d’imposta, utilizzabile in compensazione e a sua volta cedibile dai soggetti che lo hanno acquisito.
Queste due opzioni alternative alla detrazione non solo sono la caratteristica che rende particolarmente conveniente il superbonus 110%, ma rappresentano un’ancora di salvezza per gli incapienti, che altrimenti perderebbero parte della detrazione.
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