Superbonus 110% ha mandato nel caos oltre 50.000 aziende. Cna ha lanciato l’allarme: impossibile la monetizzazione dei crediti.
Quasi 50.000 aziende del settore costruzioni sono nel caos. Molte imprese non riescono a riscuotere i crediti legati al bonus per la riqualificazione degli immobili e incontrano tutta una serie di difficoltà nel pagamento di fornitori e non solo. Si tratta di una fotografia preoccupante e che rappresenta un quadro di peggioramento rispetto alla rilevazione di maggio del centro studi di Cna.
Sarebbero oltre 5 miliardi di euro i crediti nei cassetti fiscali delle imprese, non monetizzati attraverso la cessione. A maggio il 35% delle imprese aveva il cassetto fiscale pieno già da diversi mesi, ma oggi il numero delle impresa è cresciuto fino a 75%. Lo scenario continua a peggiorare.
La paralisi della cessione dei crediti fiscali ha pesanti impatti, come dichiara la metà del campione preso in esame da Cna; questo sta ritardando il pagamento dei fornitori e vede aumentare la difficoltà anche nel pagare le tasse e le imposte. Le conseguenze sono che 6 imprese su 10 stanno considerando sospensione dei cantieri e quasi il 90% non ha intenzione di aprirne di nuovi.
Per questo il presidente di Cna ha rinnovato la richiesta di intervento da parte del governo per dare priorità alla ricerca di una soluzione per svuotare i cassetti fiscali ed evitare così il soffocamento delle imprese.
Superbonus, la questione dei crediti: 50.000 aziende a rischio
In questo periodo sono molte le aziende del settore costruzioni, edilizia, impianti e serramenti che stanno accusando il difficile smaltimento dei crediti. Se già a inizio giugno la situazione del Superbonus 110% era piuttosto complessa, con bonus in attesa di essere monetizzato dal valore di 2,6 miliardi di euro, a oggi la cifra è raddoppiata. Secondo le stime di Cna si tratterebbe fatti di oltre 5 miliardi di euro bloccati nei cassetti fiscali.
Si tratta di un aumento che va dal 35% al 75% delle imprese che hanno il cassetto fiscale pieno. Aumentata anche il numero dell’imprese con crediti superiore a 100.000euro€, passando dal 45 al 54,5% del totale. Lo scenario è in continuo peggioramento e la paralisi della cessione dei crediti fiscali ha un pesate impatto sulla mobilità stessa delle aziende. Infatti secondo il centro di ricerca della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, oltre la metà delle aziende prese a campione per la raccolta di dati sta ritardando il pagamento dei fornitori, oltre il 40% stenta a pagare le tasse imposte, 6 imprese su 10 considera la sospensione di cantieri e oltre l’85% afferma che non ne aprirà di nuovi.
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Risolvere il blocco dei crediti: la richiesta di intervento e le soluzioni
La aziende che hanno accettato un lavoro e il pagamento attraverso i crediti al posto del denaro fin troppo spesso non riescono a monetizzare. Trovano il sistema bloccato. Il quadro è sempre più preoccupante e le conseguenze gravano sulle aziende. Cna ha così rinnovato l’invito al governo per un intervento straordinario e consentire così alle aziende rimaste bloccate di svuotare i cassetti fiscali.
Dario Costantini, presidente di Cna, ha spiegato che serve una modifica al bonus per l’edilizia, con particolare urgenza sullo svuotare i cassetti fiscali ed evitare il soffocamento delle aziende. Al momento l’ipotesi è quella di utilizzare una risposta parziale, cioè gli F24 delle banche, ma secondo Cna serve una soluzione che dia maggiore certezza alle imprese che hanno non solo anticipato i soldi per conto dello Stato, ma che si trovano in difficoltà per questo.
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