Superbonus con crediti in 10 anni, a chi conviene e perché bisogna fare in fretta

Patrizia Del Pidio

13 Maggio 2024 - 10:50

Il superbonus è sempre meno allettante e con il recupero dei crediti in 10 anni diventa anche poco conveniente. Vediamo le alternative e perché bisogna fare in fretta.

Superbonus con crediti in 10 anni, a chi conviene e perché bisogna fare in fretta

Dopo l’annuncio del ministro Giancarlo Giorgetti che per il superbonus sarà obbligatorio spalmare i crediti in 10 anni, bisogna capire a chi conviene ancora usare il beneficio e chi, invece, ha maggior vantaggio a scegliere un’altra misura. In ogni caso bisogna fare in fretta nella scelta perché dopo il 31 dicembre 2024 cambia tutto.

Spalmare i crediti in 10 anni per il superbonus non è propriamente una novità: nel 2023 è stata prevista la detrazione decennale sulle spese 2022, che poteva essere scelta come opzione. Il contribuente stesso, infatti, poteva scegliere se chiedere la detrazione nel 2023 in 4 anni o attendere il 2024 e fruirne (sempre per le spese 2022) in 10 anni.

In molti hanno chiesto di riproporre l’opzione anche per le spese 2023, almeno per venire incontro a chi ha poca capienza fiscale, ma rendere la detrazione fruibile per tutti e obbligatoriamente in 10 anni potrebbe non convenire a tutti.

Rimborso in 4 o 10 anni, cosa cambia?

Senza cessione del credito e sconto in fattura, le spese del superbonus deve sostenerle il contribuente e pagarle in anticipo. Poi deve attendere di recuperare la percentuale di detrazione, che per il 2023 è variabile dal 110% al 90%. Per il 2024, invece, l’aliquota di sconto è scesa al 70%.

Si deve partire sempre dal presupposto che se si interviene su un’abitazione con il superbonus si vanno a eseguire, per forza di cose, interventi importanti e onerosi, visto che si devono, al termine dei lavori, recuperare due classi energetiche.
Per chi ha poca capienza fiscale, ovviamente, l’unica soluzione percorribile è quella delle detrazioni in 10 anni. Questa è l’unica strada che permette a questi contribuenti di non perdere parte dell’agevolazione.

Per chi ha capienza fiscale, invece, allungare i tempi del rimborso non è conveniente perché permette di ammortizzare l’investimento in tempi molto più lunghi. Supponiamo che un contribuente con la giusta capienza fiscale debba ottenere un rimborso da superbonus pari a 100.000 euro: con la detrazione quadriennale otterrebbe 25.000 euro l’anno e in quattro anni rientrerebbe di tutta la spesa effettuata (o di una buona percentuale di essa). Suddividere la detrazione in 10 anni comporterebbe un recupero di 10.000 euro l’anno, un periodo decisamente più lungo per rientrare delle somme.

A chi non conviene lo spalma crediti in 10 anni?

Abbiamo visto, quindi, che spalmare i crediti in 10 anni non conviene a chi ha capienza fiscale per recuperare le spese in 4 anni. A questi contribuenti, di fatto, è proprio il superbonus a non convenire perché avviando i lavori oggi, spetterebbe una detrazione del 70% da recuperare, poi, in 10 anni. Tanto vale scegliere l’Ecobonus che, in alcuni casi, prevede un’aliquota dl 75% (se con interventi che riducono il rischio sismico con il sismabonus si arriva anche all’85% per lavori in condominio e la spesa è spalmabile in 5 anni).

Da tenere presente, poi, che l’Ecobonus richiede, sicuramente, meno burocrazia. L’unica vera attrattiva che ha conservato fino a ora il superbonus era proprio legata al recupero dei crediti in 4 anni: perdendo anche questa agevolazione, sicuramente sceglierlo è meno conveniente rispetto a un ecobonus ordinario.

Per chi deve avviare i lavori è necessario fare in fretta

Per chi deve avviare i lavori in condominio, per esempio, nel 2024, non ha senso scegliere il superbonus che restituisce un’aliquota del 70%. Gli stessi interventi sono agevolabili con l’Ecobonus che per i condomini, a determinate condizioni, riconosce dal 75% all’85% di detrazione, con meno obblighi e meno burocrazia.

Sia che si scelga, però, il superbonus, sia che si opti per l’ecobonus, bisogna fare in fretta: il primo mantiene l’aliquota al 70% solo fino al 31 dicembre 2024, per passare dal 2025 al 65%. Il secondo con le aliquote con cui lo conosciamo, invece, resterà in vigore solo fino a fine anno, dal 2025 sarà prevista una detrazione al 36% su una spesa massima di 48.000 euro.

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