Guardare solo ai tassi di interesse rappresenta un metodologia obsoleta. Per questo settore oggi è di fondamentale importanza la crescita degli utili.
In vista dell’arrivo del 2020, c’è un settore che sembrerebbe in grado di offrire il migliore potenziale di lungo periodo in termini di rendimenti aggiustati per il rischio, rispetto a qualsiasi altro comparto.
Nonostante, riporta il Global Market Outlook di T. Rowe Price, l’entry point migliore sia stato l’anno scorso, persiste ancora un’opportunità di lungo termine molto attraente.
Il settore di cui stiamo parlando è quello delle utility.
Investimenti: è questo il settore su cui puntare
Secondo le rilevazioni fornite dall’asset manager, sono tre le fasi attraversate dalle aziende del comparto.
- In una prima, durata un decennio (1986-1996), a fronte di un +160% messo a segno dagli utili per azione (eps, earning per share) delle aziende facenti parte dello S&P500, il corrispondente dato relativo le aziende di pubblica utilità non hanno fatto segnare variazioni a causa di una serie di fattori: la debole struttura normativa, l’inflazione elevata, l’incremento dei prezzi di gas naturale, lo sforamento dei costi sui progetti di ampia scala e alla costante battaglia tra utility impazienti di accrescere le proprie tariffe da un lato e regolatori intenti a limitare l’impatto sulle bollette dei consumatori dall’altro.
- In seguito, altri fattori, tra cui il calo dei prezzi del gas naturale, la conversione della generazione di energia dal carbone al gas e i minori costi delle rinnovabili, hanno permesso alle utility di aumentare le proprie tariffe e di conseguenza i profitti senza far impennare i prezzi per i consumatori.
- Di conseguenza, i tassi di crescita degli utili delle utility, in accelerazione, sono andati convergendo con quelli dell’S&P 500, in rallentamento. “Grazie ai dividend yield superiori per le utility, ora i profili total return sono simili”, riporta lo studio di T. Rowe Price.
Investire in utility: opportunità e rischi
Quanto detto offre agli investitori in utility “l’opportunità di perseguire rendimenti simili a quelli dell’S&P 500, senza correre lo stesso rischio secolare, economico e valutario, e con circa solo un quarto della volatilità dell’indice”.
In questo quadro persistono però alcune possibili fonti di preoccupazione, “come ad esempio un divieto al fracking che spingerebbe al rialzo i prezzi di gas naturale, mettendo sotto pressione i costi per i consumatori, o ancora una regolamentazione scarsa, un significativo incremento dell’inflazione o dei tassi di interesse e una riduzione dei ritorni sull’equity consentiti dalle autorità”.
Investire in utility: l’unico comparto difensivo senza rischio disruption
“La convinzione comune sulle utility – vale a dire che il successo delle società di questo settore sia direttamente legato alla direzione dei tassi di interesse e non alla crescita degli utili – è ormai obsoleta. Le dinamiche di questa industria stanno cambiando per molteplici ragioni, e gli utili stanno crescendo a un ritmo che non è mai stato così veloce”, ha rilevato David Giroux, Chief Investment Officer di T. Rowe Price.
“A nostro avviso, questo è l’unico comparto difensivo che non corre il rischio di disruption secolare. I solidi investimenti delle utility nelle rinnovabili stanno creando un volano che può rivelarsi vantaggioso per tutti. Le aziende riescono a mettere a segno una crescita più rapida e a migliorare le relazioni con i regolatori, mentre il pubblico e la classe politica ottengono un’energia più pulita senza essere penalizzati da un impatto negativo sulle bollette dei consumatori”.
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