A chi verrà ridotta la pensione? La proposta per il taglio degli assegni oltre i 4.500€

Simone Micocci

13/08/2018

Il Governo ha trovato la soluzione per tagliare le pensioni d’oro: ad essere maggiormente penalizzati saranno coloro che hanno anticipato l’uscita dal mercato del lavoro.

A chi verrà ridotta la pensione? La proposta per il taglio degli assegni oltre i 4.500€

Come promesso il Governo del cambiamento ha deciso di tagliare le pensioni d’oro; il primo passo c’è stato lunedì 6 agosto quando i capigruppo della maggioranza alla Camera D’Uva e Molinari - rispettivamente eletti deputati per la Lega e il Movimento 5 Stelle - hanno presentato il disegno di legge volto ad introdurre disposizioni per “favorire l’equità del sistema previdenziale attraverso il ricalcolo, secondo il metodo contributivo, dei trattamenti pensionistici superiori ai 4.500€”.

Quindi alla fine il Governo sembra aver individuato la soluzione per tagliare le pensioni d’oro, ovvero gli assegni previdenziali che hanno un importo superiore ai 4.500€ (nel contratto si parlava di 5.000€).

Con il taglio di queste pensioni il Governo intende reperire una parte delle risorse necessarie per riformare ulteriormente il sistema previdenziale italiano, nonché per aumentare le pensioni minime. Secondo la proposta di legge, infatti, ad essere interessati dal taglio della pensione saranno circa 158mila pensionati, per un risparmio complessivo di 5 miliardi in 10 anni (500 milioni ogni anno).

Ma chi subirà il taglio della propria pensione? E soprattutto, come avverrà il ricalcolo? Inizialmente sembrava che il Governo effettuasse un ricalcolo contributivo per coloro che grazie al sistema retributivo hanno beneficiato di un assegno più alto di quello effettivamente maturato.

L’idea iniziale quindi era quella di verificare quanti contributi hanno maturato effettivamente questi lavoratori, così da capire qual è l’importo della pensione a cui avrebbero diritto. Tuttavia in alcuni casi effettuare il riconteggio contributivo non sarebbe stato per nulla semplice, visto che si parla di molti anni fa.

Ecco perché alla fine è stato deciso di optare per una soluzione differente, di cui vi parleremo nel prosieguo dell’articolo.

Come verranno tagliate le pensioni d’oro?

Il Governo - qualora il Parlamento darà la sua approvazione - intende procedere con una riduzione convenzionale, quindi senza tener conto dei contributi maturati dagli interessati.

Nel dettaglio, la riduzione avverrà sulla base di due fattori:

  • l’età dell’assicurato al momento del pensionamento;
  • valore lordo dell’assegno pensionistico.

Quindi ci sarà una riduzione maggiore per coloro che sono andati prima in pensione dal momento che si deduce abbiano avuto la possibilità di maturare meno contributi. Di conseguenza non ci saranno conseguenze per coloro che pur avendo un assegno previdenziale di importo superiore ai 4.500€ (80mila euro lordi l’anno) hanno deciso di andare in pensione ad età avanzata.

Per effettuare il taglio verrà utilizzato il rapporto che c’è tra il coefficiente di trasformazione vigente all’età di decorrenza della pensione e quello invece previsto all’età per la pensione di vecchiaia (67 anni visto che questo provvedimento non verrà introdotto prima del 2019).

Invece per quelle pensioni che hanno decorrenza antecedente al gennaio 2019 verrà utilizzato un coefficiente più basso rimodulato a seconda dell’anno di decorrenza della pensione.

Di quanto verrà ridotta la pensione? Per capirlo possiamo utilizzare un’interessante tabella realizzata da PensioniOggi.it, con cui è possibile calcolare la riduzione del trattamento pensionistico a seconda dell’età che il titolare della pensione aveva al momento in cui gli è stata liquidata, nonché in base all’anno di decorrenza della stessa.

Come potete notare dalla tabella, il taglio in media è del 2-3% per ogni anno di anticipo e in alcuni casi può superare persino al 20%.

Età anagrafica al momento della pensione 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010 2013-2015 2016-2018 dal 2019
meno di 57 19,92% 20,15% 21,15% 22,60% 20,14% 21,23% 22,49% 23,15% 24,01% 25,05%
58 17,54% 17,78% 18,81% 20,31% 18,17% 19,28% 20,58% 21,25% 22,13% 23,20%
59 15,06% 15,31% 16,37% 17,91% 16,08% 17,22% 18,55% 19,24% 20,14% 21,23%
60 12,40% 12,65% 13,75% 15,34% 13,83% 15,00% 16,37% 17,08% 18,00% 19,13%
61 9,57% 9,83% 10,96% 12,60% 11,46% 12,66% 14,06% 14,79% 15,74% 16,90%
62 6,45% 6,72% 7,89% 9,58% 8,93% 10,17% 11,61% 12,36% 13,33% 14,53%
63 3,19% 3,47% 4,68% 6,44% 6,23% 7,50% 8,99% 9,76% 10,76% 11,99%
64 - - 1,25% 3,07% 3,36% 4,67% 6,20% 6,99% 8,03% 9,30%
65 - - - - 0,28% 1,63% 3,21% 4,03% 5,10% 6,41%
66 - - - - - - - 0,85% 1,95% 3,30%

Per capire meglio prendiamo come esempio un lavoratore andato in pensione all’età di 57 anni nel 1990, quando per la pensione di vecchiaia bisognava aver compiuto 63 anni e 11 mesi. In tal caso se l’assegno previdenziale supera i 4.500€ (ad esempio è pari a 4.800€) subirà una riduzione di circa il 20% (19,92% per l’esattezza). L’assegno risultante, quindi, sarà pari a 3.850€, vista una decurtazione di circa 950€.

È importante sottolineare però che il taglio non riguarderà le pensioni di invalidità, di reversibilità e quelle riconosciute alle vittime del terrorismo o del dovere.

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