Pensione di vecchiaia Inps, la guida aggiornata al 2024: ecco a quanti anni si può smettere di lavorare e con quanti contributi.
Nel 2024 cambiano i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia Inps.
L’ultima legge di Bilancio è infatti intervenuta modificando il limite economico richiesto per i contributivi puri, ossia coloro che hanno iniziato a lavorare dopo l’1 gennaio 1996.
Non cambia invece l’età per la pensione di vecchiaia, che resterà la stessa almeno fino al 31 dicembre 2026 poiché come confermato dall’Istat neppure per il prossimo biennio è stata rilevata una variazione delle speranze di vita tale da giustificare l’adeguamento del requisito anagrafico.
Non ci sono novità neppure lato contributi, con la pensione di vecchiaia che continua a rivolgersi tanto ai lavoratori dipendenti iscritti all’Ago (Assicurazione Generale Obbligatoria) quanto agli autonomi (Gestione separata).
Alla luce delle modifiche effettuate serve dunque aggiornare la guida sulla pensione di vecchiaia, così da fornire tutte le indicazioni necessarie a coloro che sperano di smettere di lavorare al più presto e vogliono sapere quando possono farlo.
I requisiti per la pensione di vecchiaia
Generalmente per andare in pensione è necessario soddisfare un requisito anagrafico e uno contributivo. Nel caso della pensione di vecchiaia 2024 generalmente l’età pensionabile è pari a 67 anni, mentre sono necessari 20 anni di contributi (viene considerata la contribuzione versata o accreditata a qualsiasi titolo).
Ma ci sono delle eccezioni.
Ad esempio, i lavoratori addetti alle attività gravose e particolarmente faticose e pesanti, come indicate nella circolare Inps n. 126 del 2018 (di seguito allegata), possono andarci con 5 mesi di anticipo (66 anni e 7 mesi) a patto di aver maturato 30 anni di contributi.
Possono andare in pensione a 67 anni ma con 15 anni di contributi, invece, coloro che hanno almeno un contributo settimanale versato entro il 31 dicembre 1995 e soddisfano anche una sola delle seguenti condizioni:
- lavoratori dipendenti e autonomi che al 31 dicembre 1992 hanno maturato 15 anni di anzianità contributiva;
- lavoratori dipendenti e autonomi ammessi alla prosecuzione volontaria della contribuzione in data anteriore al 31 dicembre 1992;
- lavoratori dipendenti che possono far valere un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni e risultano occupati per almeno dieci anni, anche non consecutivi, per periodi di durata inferiore a 52 settimane nell’anno solare.
A prevedere una tale possibilità è la legge Amato del 1992; come si può notare più si avanza con gli anni e sempre meno persone potranno sfruttare le suddette deroghe per ridurre il requisito contributivo.
Il requisito economico per i contributivi puri
C’è poi un terzo requisito, di tipo economico, richiesto solo nel caso di coloro che hanno la pensione calcolata interamente con il sistema contributivo, ossia chi ha iniziato a versare contributi dopo l’1 gennaio 1996.
Fino allo scorso anno a questi veniva consentito di andare in pensione a 67 anni e 20 anni di contributi solo se erano riusciti a garantirsi una rendita pari ad almeno 1,5 volte il valore dell’Assegno sociale.
Tale requisito è stato rivisto con la riforma delle pensioni attuata dalla legge di Bilancio 2024, con la quale viene ridotto a una volta il valore dell’Assegno sociale. Quest’anno, dunque, possono accedervi coloro che hanno raggiunto una pensione di almeno 534,41 euro.
Va ricordato che in alternativa i lavoratori che rientrano interamente nel regime contributivo possono accedere alla pensione di vecchiaia al compimento dei 71 anni di età e con soli 5 anni di contribuzione (effettiva).
Agevolazione per le lavoratrici madri
Nel caso delle lavoratrici madri che hanno la pensione calcolata interamente con le regole del sistema contributivo si applica un’ulteriore agevolazione. Nel dettaglio, queste possono tagliare il requisito anagrafico di 4 mesi per ogni figlio, fino al massimo di 12 mesi.
Va in pensione a 66 anni, quindi, la lavoratrice con almeno 3 figli.
In alternativa questa può beneficiare di un trattamento di calcolo più favorevole: nel dettaglio, può scegliere di smettere di lavorare comunque a 67 anni ma godendo di un coefficiente di trasformazione maggiorato in base al numero di figli. Più precisamente, il parametro utilizzato per trasformare il montante contributivo in pensione è quello previsto un anno dopo per chi ha uno o due figli, due anni dopo per chi ha almeno tre figli.
In questo modo la pensione risulterà più alta rispetto a quella che sarebbe risultata dall’applicazione del coefficiente di trasformazione altrimenti previsto.
Agevolazioni per gli invalidi civili
Ci sono poi delle agevolazioni per i lavoratori con invalidità che ha comportato una riduzione della capacità lavorativa di almeno l’80%. Questi possono andare in pensione sempre al raggiungimento dei 20 anni di contribuzione ma a un’età inferiore rispetto a quella solitamente richiesta per la pensione di vecchiaia, in quanto:
- gli uomini ci vanno a 61 anni;
- le donne ci vanno a 56 anni.
Tuttavia, dalla data in cui vengono raggiunti i requisiti al pagamento della pensione decorrono 12 mesi (finestra mobile annuale).
Da quando decorre
Solitamente la pensione di vecchiaia decorre, salvo il caso degli invalidi di cui sopra, dal primo giorno del mese successivo a quello in cui vengono maturati tutti i requisiti richiesti.
In alternativa, su richiesta del neo pensionato, decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda.
Si ricorda che la pensione di vecchiaia, così come qualsiasi altro trattamento di pensione o assistenziale, viene pagata il primo giorno bancabile di ogni mese. Qui il calendario per il 2024.
Tempistiche
Dalla domanda di pensione al completamento della fase istruttoria solitamente passano 55 giorni. Oltre questo termine, e quindi in caso di ritardo nel pagamento della prima mensilità di pensione, l’Inps dovrà riconoscere anche i relativi interessi.
Come fare domanda
Ma come fare domanda per la pensione di vecchiaia 2024 all’Inps? Partiamo con il dire che per fare domanda per la pensione di vecchiaia non occorre alcun modulo. Il modulo cartaceo per la domanda di pensione AP02 che si può trovare nei meandri del web non è più valido, poiché l’Inps lo ha sostituito con il servizio online.
La domanda per la pensione di vecchiaia va inviata tramite uno dei seguenti canali:
- sito web dell’Inps con il servizio dedicato per l’invio telematico della domanda di pensione;
- chiamando al numero verde Inps 803 164 (per linea fissa) o 06 164 164 per chi lo fa da linea mobile;
- rivolgendosi a un patronato o ad altri enti intermediari dell’Istituto.
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Questo articolo fa parte delle Guide della sezione Money Academy.