Il presidente Macron avrebbe dichiarato che l’Ue non dovrebbe farsi coinvolgere dalla crisi di Taiwan che vede schierati gli Usa contro la Cina. Queste parole potrebbero peggiorare la situazione?
Il presidente francese Emmanuel Macron potrebbe aver complicato - se non peggiorato - ulteriormente la situazione in cui si trova l’isola di Taiwan.
Dopo che la Cina si è cimentata l’8 aprile in una nuova esibizione di forza, circondando con le proprie navi e aerei l’isola, simulando un attacco e cimentandosi in una prova di guerra, aumenta di giorno in giorno la tensione tra Pechino, Taipei e Washington.
E proprio in questo momento di alta tensione il presidente francese Macron avrebbe compiuto un passo falso, facendo delle dichiarazioni che avrebbero esposto Taiwan a un maggior rischio di attacco. Il presidente in visita alla Cina avrebbe scelto di lasciare il Paese in occasione dell’inizio di questa prova di forza militare nelle acque di Taiwan, affermando che non sarebbe affare dell’Europa “farsi prendere da crisi che non sono le nostre” - come riporta l’Economist. In nome di un’“autonomia strategica”, quindi, Macron avrebbe affermato che l’Ue non non dovrebbe seguire gli Stati Uniti in una crisi come quella di Taiwan.
Da sempre Cina e Stati Uniti sono fortemente interessate a Taiwan per ragioni storiche, politiche ed economiche, e un simile errore commesso da Macron non è stato perdonato dalla stampa statunitense che ha evidenziato immediatamente i rischi di tali parole.
Taiwan, la situazione peggiora: quali errori ha commesso Macron?
In un momento di alta tensione in Oriente tra Cina, Taiwan e Stati Uniti, le parole dovrebbero essere soppesate con cura, eppure il presidente Macron avrebbe peccato di poca lungimiranza. Infatti, se l’inquilino dell’Eliseo non ha sbagliato a visitare Pechino, in quanto è più che ragionevole che l’Europa in trattenga rapporti con questa superpotenza, ha però commesso un passo falso nel dire che l’Unione Europea non dovrebbe farsi coinvolgere dalla crisi di Taiwan.
Da un punto di vista americano, il primo errore sarebbe stato quello di lasciar intendere con queste parole una frattura tra gli interessi e le linee politiche dell’Europa e degli Stati Uniti, in un momento di crisi che vede contrapposti il regime autoritario di Pechino e Washington; dall’altro questo potrebbe essere un primo segnale da parte dell’Europa - o almeno della Francia - di assumersi le proprie responsabilità, piuttosto che rifarsi costantemente alla protezione e alla linea politica statunitense.
Il secondo errore, quello più grave, è stato quello di minare il sostegno degli alleati a Taiwan. Infatti, se la diplomazia in sé non riduce il rischio di guerre, dall’altro l’alleanza tra più stati può fungere da deterrente. Infatti, proprio la flotta francese, durante le ultime esercitazioni cinesi, avrebbe navigato con una fregata attraverso lo Stretto di Taiwan, ricordando la propria presenza all’interno dell’Indo-pacifico. Gli Stati Uniti temono quindi che le parole del presidente francese possano minare la determinazione degli alleati nella difesa di Taiwan dall’invasione della Cina.
Cina-Taiwan, gli errori di Macron: quali sono i rischi che corre Taipei
La stampa statunitense ha immediatamente evidenziato gli errori diplomatici e geopolitici contenuti nelle parole del presidente Emmanuel Macron, accusandolo di poca lungimiranza, non cogliendo i rischi che le parole del presidente francese comporterebbero.
Bisogna ricordare, infatti, che la crisi di Taiwan potrebbe segnare i futuri equilibri geopolitici e i rapporti tra le superpotenze; inoltre, la protezione della democrazia dell’isola e la protezione delle tecnologie avanzate fondamentali per il commercio globale sono interessi condivisi sia dagli Stati Uniti che dall’Europa. Sottolineare una frattura tra Stati Uniti ed Europa potrebbe quindi avere come conseguenza quella di incoraggiare la Cina a proseguire nel suo progetto di conquista di Taiwan.
Senza contare che tale linea adottata da Macron potrebbe complicare la situazione negli Stati Uniti, dove si discute da lungo tempo sulla necessità reale di sostenere o meno l’Ucraina. Infatti, se nel conflitto russo-ucraino si vedono coinvolti in prima linea solo gli eserciti ucraini e russi, nella crisi di Taiwan a confrontarsi sarebbero gli Stati Uniti e la Cina: l’interesse di Washington è quindi maggiore nel secondo caso.
È ancora presto, però, per dire se Macron abbia peggiorato o meno la situazione di Taiwan - come sostiene la stampa americana - o abbia solo incrinato i rapporti con gli Stati Uniti. Bisogna ricordare però che Pechino non ha mai ha fatto mistero di volere riprendersi Taiwan, resta solo da capire quando muoverà guerra contro Taipei. Le parole del presidente potrebbero quindi esporre l’isola a forti rischi; ma nel frattempo gli Stati Uniti hanno ribadito che, in caso di un attacco, sarebbero pronti a intervenire per difendere l’alleato, e questo potrebbe comportare il rischio di giungere a un conflitto su scala mondiale.
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