Raddoppia la tassa di soggiorno in Italia: ecco dove e quanto si pagherà

Giacomo Andreoli

5 Gennaio 2023 - 16:49

La legge di Bilancio permette ai Comuni di alzare la tassa di soggiorno fino a dieci euro per pagare le spese crescenti e coprire i buchi di bilancio: le città, così, hanno iniziato ad aumentarla.

Raddoppia la tassa di soggiorno in Italia: ecco dove e quanto si pagherà

La legge di Bilancio 2023 ha dato la possibilità ai Comuni di alzare la tassa di soggiorno e le città italiane stanno cominciando a farlo, con aumenti significativi per tutti i turisti. La norma è stata inserita in manovra dopo l’approvazione di un emendamento del Partito democratico e vale per tutti i capoluoghi di provincia che negli ultimi mesi hanno avuto presenze turistiche 20 volte superiori a quelle dei residenti.

L’idea è quella di fare cassa per affrontare i rincari degli ultimi mesi e coprire i buchi nei bilanci locali. La mossa, però, è stata definita da Federalberghi un “pessimo regalo di Natale per le imprese e i lavoratori turistici” per cui “si sono unite maggioranza e opposizione”.

Nettamente contraria anche la presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli, secondo cui “è un provvedimento che in una fase di riavvio del turismo rischia di compromettere il delicato recupero di destinazioni che stavano appena rialzando la testa e di caricare di ulteriori costi i turisti e di burocrazia gli albergatori”.

Cos’è la tassa di soggiorno

La tassa di soggiorno è un’imposta introdotta nel 2011 con la riforma del federalismo fiscale. Il tributo, che ha fruttato centinaia di milioni all’anno, viene fissato dai Comuni con un’aliquota più bassa per B&B e affittacamere, mentre chi dorme in hotel deve pagare all’amministrazione locale un importo più elevato. La tassa viene richiesta al viaggiatore per ogni notte in cui rimane in una struttura ricettiva di qualsiasi genere. Si tratta quindi di hotel, bed and breakfast, villaggio turistico ed altri.

La legge di Bilancio 2023 raddoppia la tassa di soggiorno

Sono le singole amministrazioni dei Comuni a decidere quanto chiedere come tassa di soggiorno ai turisti. Fino alla fine del 2022, però, il prezzo medio era di 5 euro (il limite massimo) per le strutture di fascia medio-alta. Ora la legge di Bilancio ha alzato la soglia massima a 10 euro per le città con boom turistico.

Quindi il doppio, a cui si può arrivare nel triennio 2023-2025, facendo riferimento alla media di presenze turistiche nel triennio 2017-2019.

Con un prezzo così per le famiglie in villeggiatura ci sarebbe un aggravio non indifferente: un soggiorno di una settimana costerebbe 140 euro in più, da sommare ai prezzi aumentati per gli alberghi e per la vita.

Tassa di soggiorno a 10 euro, in quali città?

Tra i vari Comuni secondo la nuova norma è possibile un aumento della tassa a 10 euro a Rimini, Venezia, Verbania e Pisa. Ci sarà invece di sicuro un aggravio a Firenze. Palazzo Vecchio intende sfruttare l’emendamento nella manovra del governo per recuperare tra i 20 e i 25 milioni di euro. L’idea, però, è di mettere una tassa di 8 euro al giorno per gli alloggi negli hotel a 5 stelle e poi andare a scalare.

Anche a Napoli, però, la tassa di soggiorno potrebbe presto aumentare. Al momento vale 4 euro e l’idea del sindaco Gaetano Manfredi è di portarla almeno a 5. Se poi le presenza turistiche lo permetteranno si potrà arrivare fino ai 10 euro anche lì. L’idea è di usare i soldi extra per la raccolta e la gestione dei rifiuti, visto che, come spiega l’assessore all’Ambiente della città Paolo Mancuso, “i turisti che vengono in città generano rifiuti, ma non contribuiscono con la tassa”.

Nel frattempo, anche se non sono interessati dalla norma in legge di Bilancio, la tassa di soggiorno è già aumentata da inizio anno in vari comuni piccoli e medi, tra cui Cortona (in provincia di Arezzo) e Gubbio (in Umbria, con il prezzo salito del 20%).

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