Come funziona la tassazione dei fondi pensione? La guida completa per comprendere tutti i vantaggi della previdenza complementare e i benefici fiscali per chi decide di integrare la propria pensione.
La tassazione dei fondi pensione è un aspetto fondamentale da considerare quando si affronta il tema della previdenza complementare.
I fondi pensione sono strumenti che integrano il sistema pensionistico pubblico dell’Inps e che mirano a preservare lo stesso livello di benessere economico raggiunto durante l’attività lavorativa anche quando si è in pensione. I fondi pensione negoziali, nati dalla contrattazione collettiva, sono associazioni senza scopo di lucro che tutelano gli interessi degli aderenti. Per incentivare l’iscrizione a tali fondi, il legislatore ha introdotto vantaggi fiscali legati alla tassazione dei fondi pensione.
In questa guida completa, esamineremo:
- come funziona la tassazione dei fondi pensione, focalizzandoci sul rimborso del capitale e sui rendimenti annuali;
- i vantaggi fiscali riservati a coloro che aderiscono a una forma di previdenza complementare;
- perché versare il TFR in un fondo pensione.
Tassazione fondi pensione: come funziona?
I fondi pensione sono soggetti a tassazione come qualsiasi altro tipo di investimento. La tassazione può variare in base:
all’importo complessivo di contributi versati e dagli anni di permanenza nel fondo;
- ai rendimenti ottenuti dal capitale investito nel fondo;
- alle modalità e alle tempistiche del riscatto del fondo, mediante l’erogazione della pensione integrativa o, in casi particolari, come anticipo del fondo pensione.
Come viene tassato il capitale finale dei fondi pensione?
Quando arriva il momento del riscatto del fondo pensione, il denaro accumulato tramite il versamento dei contributi viene restituito insieme agli interessi. Il riscatto può avvenire in due modi: tramite una rendita periodica o sotto forma di capitale. Nel primo caso, si riceve una somma regolare per tutta la vita, mentre nel secondo caso è possibile ottenere al massimo la metà dell’importo in un’unica soluzione, mentre il resto viene pagato gradualmente nel corso degli anni.
Indipendentemente dalla modalità di erogazione scelta, la tassazione per il riscatto del fondo pensione segue le stesse regole. Attualmente, il sistema prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva del 15% sui contributi versati a partire dal 1° gennaio 2007. Tuttavia, questa percentuale può diminuire in base all’anzianità della partecipazione al fondo. Dopo 15 anni di versamenti, l’aliquota diminuisce dello 0,3% per ogni anno successivo, fino ad arrivare all’aliquota minima del 9%.
È importante notare che dall’importo imponibile vengono sottratti i rendimenti maturati, sui quali si sono già pagate le relative imposte, così come i contributi che non sono stati dedotti dalle dichiarazioni dei redditi durante gli anni di contribuzione poiché eccedenti il limite annuo massimo di 5.164,57 euro e che sono stati comunicati annualmente al fondo pensione.
Come sono tassati i rendimenti dei fondi pensione?
Il denaro accumulato nel fondo pensione viene investito sui mercati finanziari, generando rendimenti che saranno soggetti a imposizione fiscale.
In generale, la tassazione dei rendimenti dei fondi pensione segue alcune regole specifiche per garantire una corretta imposizione fiscale:
- Sulla rendita generata, viene applicata un’aliquota fiscale del 20% sotto forma di ritenuta a titolo d’imposta.
- Tuttavia, se la rendita proviene dal possesso di titoli di Stato, l’aliquota fiscale si riduce al 12,5%.
- Nel caso in cui il fondo investa anche in immobili, viene applicata un’imposta sostitutiva dello 0,5% sul patrimonio immobiliare (l’aliquota sale all’1,5% se gli immobili sono ad uso abitativo e l’ente pensionistico ha optato per la libera determinazione dei canoni).
Il trattamento fiscale delle rendite del fondo pensione è dunque più vantaggioso rispetto ad altri strumenti di investimento, che spesso sono soggetti a un’aliquota del 26%, con un effetto positivo sulle performance a lungo termine del fondo stesso.
Inoltre, se durante un anno si registrano rendimenti negativi, la minusvalenza viene sottratta dai rendimenti positivi degli anni successivi, riducendo l’imposta futura.
La tassazione del riscatto anticipato del fondo pensione
In determinate circostanze, è possibile richiedere il riscatto anticipato delle somme accumulate nel fondo pensione complementare. L’anticipazione consente di ricevere una parte del capitale accumulato per far fronte a eventi straordinari. Le situazioni in cui è possibile richiedere un’anticipazione includono spese sanitarie straordinarie per il lavoratore, il coniuge o i figli; l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa propria o dei figli; o altre esigenze personali del lavoratore, senza necessità di giustificazione.
La tassazione di queste somme varia a seconda del motivo dell’anticipazione:
- per le spese sanitarie che riguardano il lavoratore, il coniuge o i figlio è possibile chiedere fino al 75% del capitale maturato e l’importo anticipato è soggetto a un’imposta sostitutiva del 15% (riducibile fino al 9% in base agli anni di contribuzione);
- per l’acquisto o ristrutturazione della prima casa o di quella dei figli è possibile chiedere fino al 75% dell’importo maturato, ma solo dopo che siano trascorsi 8 anni dall’iscrizione a qualsiasi forma pensionistica. L’imposta sostitutiva sull’importo anticipato è del 23%;
- per altre motivazioni l’imposta sostitutiva è sempre del 23%.
Benefici fiscali dei fondi pensione
I fondi pensione offrono una serie di benefici fiscali che rendono queste forme di risparmio previdenziale molto vantaggiose per i contribuenti e ne incentivano l’adesione.
Il risparmio fiscale è tangibile sin dal primo anno attraverso la deducibilità dei contributi versati nel fondo pensione dal reddito imponibile ai fini Irpef, ma anche nel lungo termine con una tassazione più bassa del TFR.
Deducibilità dei fondi pensione
Un vantaggio significativo dei fondi pensione riguarda la deducibilità dei contributi versati dal reddito dichiarato, consentendo una riduzione del reddito imponibile e un risparmio sull’Irpef. L’importo massimo deducibile è di 5.164,27 euro, che comprende diversi tipi di contributi:
- i contributi versati a titolo personale per la pensione integrativa;
- i contributi versati dal datore di lavoro;
- i contributi versati a favore di un familiare fiscalmente a carico, come ad esempio un figlio.
Per comprendere meglio l’effetto della tassazione sui fondi pensione e il relativo risparmio sull’Irpef, prendiamo in considerazione un esempio pratico. Immaginiamo un lavoratore con un reddito imponibile di 45.000 euro, che, secondo gli scaglioni fiscali del 2023, dovrebbe pagare 12.650 euro di Irpef. Tuttavia, se fosse in grado di dedurre l’importo massimo consentito di 5.164,27 euro, il suo reddito imponibile scenderebbe a 39.835,73 euro e l’Irpef a 10.843 euro, generando un risparmio fiscale di quasi 2.000 euro.
Su questo punto, occorre però fare una precisazione relativa ai lavoratori autonomi. La possibilità di deduzione fiscale riguarda solo i lavoratori iscritti a casse di previdenza obbligatorie, come ad esempio gli avvocati o i notai, e coloro che percepiscono redditi diversi soggetti all’Irpef, oltre a quelli derivanti dalla loro attività professionale. Ad esempio, ciò vale per coloro che hanno partecipazioni in una società o per chi percepisce diritti d’autore.
I lavoratori autonomi che operano in regime forfettario non possono invece dedurre il fondo pensione integrativo in fase di dichiarazione dei redditi: il regime forfettario prevede già un abbattimento dell’imponibile fiscale secondo specifiche aliquote e non è possibile dedurre oneri o detrarre spese. Tuttavia, anche se i contributi versati non sono deducibili nella dichiarazione dei redditi, i lavoratori otterranno comunque un beneficio fiscale quando inizieranno a percepire la pensione integrativa. Gli oneri non dedotti, che sono già stati tassati durante la dichiarazione dei redditi, non saranno soggetti a ulteriori tassazioni. In questo modo, il vantaggio fiscale non viene perso, ma viene semplicemente differito nel tempo, consentendo ai lavoratori di godere di una tassazione più favorevole durante la fase di erogazione della pensione integrativa.
Tassazione più bassa sul TFR
Scegliere di destinare il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) al fondo pensione può comportare una tassazione più bassa e dei vantaggi fiscali significativi. Il TFR rappresenta una somma di denaro, pari a quasi il 7% della retribuzione annua lorda, che viene maturata dai lavoratori dipendenti durante il periodo di lavoro e che viene erogata al momento della cessazione del rapporto di lavoro.
Tuttavia, il TFR lasciato in azienda al momento della riscossione ha una tassazione da reddito con aliquote Irpef che vanno da un minimo del 23% fino al 43%.
Versare il TFR in un fondo pensione, invece, significa fare una scelta fiscalmente più efficiente perché permette di ridurre la tassazione con un’aliquota che va da un minimo del 9% fino a un massimo del 15%.
Immaginando di poter usufruire di tutte le agevolazioni disponibili, si può ottenere un bonus fiscale fino al 34%.
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