Fabio Panetta interviene al Comitato esecutivo dell’ABI, presentando le sfide a cui fa fronte l’area euro. Su tassi BCE occhio all’inflazione. L’appello pro-banche.
Il governatore di Bankitalia Fabio Panetta è tornato oggi a presentare il quadro dell’economia dell’area euro, rimarcando tutte le sfide a cui continuano a far fronte la BCE e anche le banche del blocco.
Intervenendo al Comitato esecutivo dell’ABI, l’Associazione bancaria italiana, Panetta ha lanciato un attenti sul trend dell’inflazione che, per quanto si stia avvicinando al target del 2% stabilito dalla Banca centrale europea, fa i conti con il problema del caro energia, che si è ripresentato.
Di conseguenza, in questa fase di politica monetaria, ha sottolineato Panetta, “bisogna stare attenti a rischi emergenti ”.
“L’andamento dell’inflazione verso il 2%, il livello che per la Bce indica la stabilità dei prezzi, è in atto”, ha confermato il numero uno della Banca d’Italia, che ha riconosciuto il processo disinflazionistico in corso: “L’inflazione si sta riducendo e si sta confermando il trend verso il 2%”.
Detto questo, “sono emersi nelle settimane scorse rischi nuovi per l’energia ”. Le dichiarazioni di Panetta sono state rilasciate a qualche ora di distanza da quelle proferite dall’esponente del Comitato esecutivo della BCE, Piero Cipollone, che ha messo in evidenza tutto il paradosso della politica monetaria che la Banca centrale europea sta portando avanti, tagliando da un lato i tassi di interesse dell’area euro, e dall’altro riducendo le dimensioni del proprio bilancio, con il piano di QT-Quantitative Tightening: un programma conosciuto in Italia anche come anti-BTP, visto che con la sua adozione l’Eurotower sta provvedendo a liberarsi di tutta quella quantità record di BTP e di titoli di Stato dell’area euro che aveva precedentemente acquistato con lo strumento diametralmente opposto: il Quantitative easing creato dall’ex presidente della BCE ed ex presidente del Consiglio Mario Draghi.
Panetta, Bankitalia: non solo inflazione: segnali debolezza economia euro più persistenti delle attese
Le parole di Panetta hanno rinnovato i timori sul rischio di stagflazione nell’area euro (rischio già individuato da diversi economisti), laddove si sono soffermate sulla debolezza che continua ad attanagliare l’economia dell’Eurozona, in un contesto in cui l’inflazione non è ancora arrivata a scendere al livello desiderato dalla BCE:
“Abbiamo segni di debolezza dell’economia europea più persistenti di quelli che ci aspettavamo, ci si attendeva una ripresa trainata dai consumi che non c’è stata”.
A soffrire è “soprattutto l’industria, per problemi che sono solo in parte congiunturali e in parte strutturali, in alcuni settori c’è un calo della domanda”.
Occhio inoltre al mercato del lavoro dell’Eurozona, che “rimane forte” e dove tuttavia è ravvisabile “qualche segno di indebolimento”, come è confermato dalla “riduzione dei contratti a tempo determinato che sono per le aziende i più facili da ridurre”.
Il trend non deve destare alcuna sorpresa, perché è ovvio, ha fatto notare il numero uno di Bankitalia, che “quando l’economia si ferma dopo un po’ le aziende cominciano a trarne le conclusioni”, così come è fisiologico che “dopo due trimestri di crescita pressoché nulla e di tensioni nel manifatturiero, l’occupazione comincia a dare qualche primo segno di debolezza ”.
L’appello pro-banche: dobbiamo evitare eccessi normativi
Un avvertimento è stato lanciato anche sul rischio che le banche dell’area euro continuino a fare i conti con un contesto caratterizzato da troppe norme, che finiscano per frenare in modo eccessivo il loro raggio di azione.
Non poteva mancare il paragone con gli Stati Uniti dove, tra gli obiettivi della seconda amministrazione di Donald Trump, spiccca quello di avviare un ulteriore processo di deregulation in diversi comparti, tra cui quello bancario.
E’ dunque essenziale che l’Europa si svegli e che non imbrigli in modo eccessivo e ingiustificato le proprie banche: “Dobbiamo evitare eccessi normativi”, è stata la riflessione di Panetta, che ha ricordato ai banchieri quella lettera che ha inviato insieme ad altri esponenti delle banche di altri Paesi UE a Bruxelles, “per suggerire che forse è il momento di pensare seriamente alla semplificazione”.
Questo non significa sposare una logica che implichi una “deregolamentazione” o una riduzione dei “capital ratio”, ma significa piuttosto procedere con “valutazioni complessive delle norme per valutare se non vi sia un eccesso di carico normativo”.
L’appello di Panetta segue la missiva che già all’inizio di ottobre era stata inviata da direttori generali del Tesoro di Roma, Parigi e Berlino per chiedere all’UE di “astenersi dal lanciare nuove iniziative di larga scala” finalizzate a imporre ulteriori diktat agli istituti di credito nel breve-medio termine.
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