Tassi BCE: il falco austriaco risponde per le rime a Panetta (Bankitalia)

Laura Naka Antonelli

22 Novembre 2024 - 13:19

Tagli tassi BCE: arriva l’attenti del falco, che non è d’accordo con quanto detto dal numero uno di Bankitalia, Fabio Panetta. Ma i mercati (e i fatti) lo smentiscono.

Tassi BCE: il falco austriaco risponde per le rime a Panetta (Bankitalia)

In vista dell’ultima riunione di politica monetaria della BCE di quest’anno, la tensione a Francoforte sembra essere decisamente alta. Oggetto: il futuro dei tagli dei tassi dell’area euro.

Il fronte delle colombe, che ultimamente sembra essersi fatto più compatto, a causa di una erosione dell’economia dell’Eurozona ormai lampante, continua a essere alle prese con le schermaglie dei falchi, destinate tuttavia a farsi sempre più deboli, soprattutto alla luce dei dati macro che sono arrivati oggi dall’area euro.

Diffuse stamattina le letture preliminari degli indici PMI dell’area euro del mese di novembre, decisamente deprimenti.

L’ostinazione dei falchi: l’austriaco Holzmann risponde per le rime a Fabio Panetta (Bankitalia)

Eppure, nelle ultime ore e in vista dell’ultimo atto sui tassi della banca centrale europea di questo 2024 (occhio alla data), si sono messe in evidenza le parole ancora ostinatamente hawkish del governatore della Banca centrale austriaca ed esponente del Consiglio direttivo della BCE Robert Holzmann, che ha risposto praticamente per le rime a quanto detto nei giorni scorsi da Fabio Panetta, anche lui presente nella Commissione dell’Eurotower.

Va precisato che le parole di Holzmann non sono state un attacco diretto contro il governatore di Bankitalia:

quanto proferito dal banchiere austriaco segue tuttavia la riflessione fatta dal numero uno di Palazzo Koch che, nei giorni scorsi, ha detto chiaramente di auspicare la fine della restrizione monetaria, che è tuttora in atto in Eurozona, nonostante i tre tagli dei tassi di interesse varati dalla BCE quest’anno (tutti di 25 punti base).

Non solo: Panetta ha affermato che, in caso di bisogno, Lagarde & Co. farebbero bene a pensare di portare i tassi di interesse in territorio espansionistico: dunque, non solo neutrale.

Il falco austriaco Holzmann non è tuttavia d’accordo, evidentemente freddato dagli ultimi numeri diffusi dall’Eurotower, relativi al trend dei salari negoziati del blocco che, nel corso del terzo trimestre del 2024, sono scattati al ritmo più forte addirittura dall’introduzione dell’euro.

Proprio questo rapporto della BCE, che ha gelato le speranze di un maxi taglio dei tassi di 50 punti base (che tuttavia proprio in questi minuti stanno tornato a riaccendersi) nella imminente riunione di dicembre del Consiglio direttivo, è stato citato dal governatore austriaco: “Il ritorno dell’inflazione al target del 2% in modo sostenibile non è ancora garantito” - ha affermato il collega di Panetta - “Rimuovere in questo momento la nostra promessa di mantenere la politica (monetaria) restrittiva per tutto il tempo necessario sarebbe prematuro ”.

I falchi, insomma, non se la sentono proprio di abbassare la guardia nei confronti dell’inflazione, a fronte del timore delle colombe, che includono Panetta, che temono invece che il tasso di inflazione del blocco, più che rischiare di tornare a impennarsi, finisca con lo stagnare al di sotto della soglia del 2% (target fissato dalla BCE) per diverso tempo, riportando l’ansia della deflazione: un’ansia che ha ossessionato l’area euro per un decennio circa, prima del boom improvviso dei prezzi scatenato da cigni neri come il reopening dell’economia post Covid e la guerra in Ucraina.

Holzmann ha ammesso però di non porsi il problema: “Gli allarmi sul rischio che l’inflazione vada al di sotto del nostro target non sono giustificati”, ha fatto notare, aggiungendo che “le pressioni sui prezzi dei servizi sono tuttora elevate” e che “gli ultimi accordi concordati sui salari non sono in linea con i nostri obiettivi”. E “la geopolitica rappresenta un rischio ulteriore”.

Il banchiere non si è opposto al quarto taglio dei tassi da parte della BCE, sebbene un avvertimento ai mercati non sia mancato:“Un taglio a dicembre sembra probabile, rispetto alla prospettiva di oggi”.

Allo stesso tempo: “Non è ancora deciso”.

Ma i mercati oggi snobbano del tutto i falchi della BCE

Detto questo, oggi i mercati stanno snobbando del tutto le ultime dichiarazioni hawkish, ormai poche, in arrivo dalla BCE.

Sul mercato monetario i trader danno al 50% la possibilità di un taglio di 50 punti base dei tassi da parte di Francoforte, dopo la pubblicazione degli indici PMI dell’Eurozona: in particolare l’indice PMI servizi, nel mese di novembre, è scivolato in fase di contrazione, bucando la soglia dei 50 punti, a quota 49,2 punti, livello decisamente inferiore rispetto ai 51,6 punti attesi dal consensus degli analisti e successivo ai 51,6 punti di ottobre: un dato pessimo, che conferma le preoccupazioni delle colombe e che inizia a smentire, forse, la stessa presidente della BCE Christine Lagarde, che ha ripetuto di non credere che l’area euro piomberà in una condizione di recessione.

Ulteriore discesa a novembre anche per l’indice PMI manifatturiero, in calo a novembre a 45,2 punti, dai 46 punti attesi, rispetto ai 46 punti di ottobre.

I numeri di oggi confermano come in fase di contrazione, nell’area euro, non sia più ’soltanto’, se così si può dire, il settore manifatturiero. Il campanello di allarme è stato suonato anche per il settore servizi.

Un bel problema, per Lagarde, e per i vari falchi della BCE che continuano a parlare. E che oggi sono tuttavia del tutto ignorati dai mercati.

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