A poche ore dalla decisione in merito ai tassi di Usa e Uk, il mercato dei cambi rimane sotto pressione
Quelle in merito ai tassi di interesse sono decisioni decisive e rilevanti per l’andamento dei mercati. Il grande problema risiede sulla reazione generale del mercato, o meglio, su come il mercato decide in che modo le mosse sui tassi di interesse dovranno influire nel lungo periodo. In questo momento vediamo uno strapotere del dollaro su tutti i mercati, ovviamente in special modo sul mercato dei cambi dove la majors del Forex sono assolutamente sotto pressione del biglietto verde pur essendo in condizioni di apprezzamento evidente per via dell’aumento dei tassi generalizzato, come possiamo notare su Euro e Sterlina che si trovano sui minimi assoluti da qualche anno a questa parte pur avendo dei tassi di interesse in aumento palese.
L’inflazione gioca un ruolo chiave a livello globale e potrebbe essere un problema proseguire in questa direzione, ossia avere un dollaro molto forte che spinge le altre valute verso un’inflazione consolidata nel tempo
Il dollaro troppo forte, un problema per tutti
Sembra che il mercato abbia deciso che il dollaro debba essere la valuta di riferimento a livello globale, almeno per il mondo occidentale, mentre euro e sterlina sono decisamente sotto-prezzate rispetto a un decennio fa. Questo è sicuramente un grande problema su un mercato che tende a essere un mercato di equilibrio, o meglio, il forex è un mercato dove le coppie valutarie, soprattutto quelle di aree economiche più importanti, giocano su un equilibrio di forze che influisce direttamente su tutti gli altri mercati, dall’obbligazionario, all’azionario per poi passare al più “pragmatico” mercato delle materie prime. In questo contesto, un dollaro troppo forte influisce sul valore reale di tutti gli assets quotati in dollari, per l’appunto materie prime, obbligazioni e azioni.
Questa condizione porta gli operatori di mercato europei e degli Uk in una condizione di palese svantaggio in quanto l’esborso in euro e in sterline sarà sempre maggiore con un dollaro troppo forte. Inoltre, considerando la condizione macroeconomica attuale, è ovvio sapere che una valuta troppo debole influisce sul livello generale dei prezzi causando un’inflazione di natura esogena, un’inflazione causata dall’aumento dei prezzi dovuta alla debolezza della valuta domestica essa stessa causata da una forza importante della valuta principale a livello globale (il dollaro).
In questi casi è giusto e doveroso, al di là dei tecnicismi classici dei mercati finanziari, dare un certo peso al fatto che a livello macroeconomico una svalutazione sui mercati di valute importanti come euro e sterlina possa portare Europa e Uk verso un baratro finanziario costituito da una parte dal forte aumento del valore del dollaro e dall’altra un conflitto ucraino-russo che sta portando l’Europa verso un isolamento commerciale e diplomatico che risulta essere molto pericoloso nel lungo periodo. Che sia il declino decisivo per l’occidente «antico»? Speriamo di no e confidiamo nel buon senso di un mercato che dovrebbe giocare i suoi ruoli di equilibrio per evitare un cataclisma finanziario.
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La rivalutazione di Euro e Sterlina
Come detto prima, risulta ragionevole pensare a una rivalutazione di lungo periodo di queste due valute primarie nel mercato dei cambi (euro e sterlina) in quanto, tra rischio sistemico e possibile aumento della crisi, un proseguimento del deprezzamento in atto porterebbe a una condizione di certa instabilità nel mondo occidentale, condizione da evitare nel modo più assoluto. Confidando sul fatto che il dollaro sul mercato dei cambi possa aver già scontato ulteriori aumenti dei tassi, soprattutto per via dell’inflazione che rimane comunque alta, possiamo optare per valutare l’ipotesi di un apprezzamento di lungo sia su sterlina che su euro.
La situazione peggiore riguarda per il momento la sterlina che rompe i minimi sia della Brexit che della pandemia, un segnale allarmante che mette paura a tutti coloro che vedono ancora negli Uk il punto di riferimento della finanza occidentale in Europa. In tal merito è doveroso sottolineare come la maggior parte del mercato creditizio europeo passa sotto il tunnel della Manica per essere poi negoziato a Londra.
Per l’euro la situazione non è migliore ma presenta condizioni diverse: prendiamo subito in considerazione il fatto che sui minimi in area 1,03, minimi toccati qualche anno fa, euro prezzava un’inflazione negativa o prossima allo zero con i relativi tassi che stavano a zero e con una crisi del debito palese che ha raggiunto il suo apice durante la crisi del debito greco. Ora ci troviamo ben al di sotto di questi minimi e la situazione è decisamente diversa se non opposta, ossia abbiamo un’inflazione molto alta con tassi di interesse rivisti al rialzo con una probabilità talmente elevata che risulta essere oramai una certezza per i mercati.
Cosa aspettarsi in futuro
A livello tecnico le rotture di minimi importantissimi di lungo periodo, sia su sterlina che su euro, sono un segnale importante per il mercato. Inoltre ricordiamo che le dinamiche attuali su base mensile sono molto lente, ossia i movimenti discendenti che troviamo su queste valute sono movimenti paradossalmente deboli, pertanto la ripresa che potremmo attenderci potrebbe essere molto forte e non darebbe il tempo a parecchi operatori di entrare al rialzo per sfruttare un buon movimento di lungo periodo. La situazione sul mercato dei cambi è arrivata al limite, un limite stabilito dal dollaro. I minimi in area 1,13 di sterlina e quelli al di sotto di 0,99 per euro sono minimi che potrebbero essere ricomprati nel corso dei prossimi giorni e delle prossime settimane.
Questa situazione è da monitorare attentamente a livello tecnico in quanto non troviamo alcun segnale palese di ripresa sui time frame più importanti a partire da quello giornaliero. Stasera l’aumento dei tassi è già scontato dal mercato che ora guarda più all’inflazione che alla possibilità di vedere tassi in aumento, pertanto il dollaro, su questi livelli potrebbe risultare già ben apprezzato e questo potrebbe dare vita a un possibile movimento di ripresa sia per euro che per sterlina. Lo Yen non è stato citato pur essendo una major, in quanto non presenta condizioni simili a quelle che troviamo nel continente europeo, pertanto la situazione del Giappone rimane, come sempre, isolata.
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