Secondo quanto riferito da Der Spiegel, la piattaforma avrebbe fornito all’Ufficio di polizia criminale i dati di alcune persone sospettate dei crimini di terrorismo e abusi sui minori.
Tra le varie applicazioni di messaggistica istantanea esistenti, Telegram è una delle più apprezzate dagli utenti, perché consente di attivare la crittografia end-to-end e offre una buona protezione in termini di privacy. Chi la gestisce ha più volte ribadito che i dati degli oltre 500 milioni di fruitori mensili sono al sicuro e non vengono forniti in alcun caso alle forze dell’ordine o ai governi, ma ora sembrerebbe che questa politica sia cambiata.
Secondo quanto riferito dal settimanale tedesco Der Spiegel, infatti, in Germania Telegram avrebbe fornito all’Ufficio di polizia criminale i dati di alcune persone sospettate di aver commesso crimini di terrorismo e/o abusi sui minori.
Potrebbe essere stata proprio la gravità delle accuse mosse nei confronti di questi soggetti a spingere la società Telegram LLC a collaborare con le forze dell’ordine. In passato, infatti, Telegram ha più volte ignorato la richiesta di violare la propria politica sulla privacy degli utenti per dare una mano alle autorità nel corso alle indagini. Sotto questo punto di vista la situazione non sembrerebbe cambiata, almeno per i crimini considerati meno gravi.
Telegram e la difesa dei dati degli utenti
È opportuno precisare che, già nel 2018, Telegram aveva iniziato a cambiare i termini sulla privacy, in modo da facilitare un’eventuale collaborazione con le forze dell’ordine in presenza di crimini considerati particolarmente gravi e odiosi.
Tuttavia, pare che finora la piattaforma non avesse mai accettato di fornire i dati dei propri utenti, neppure per agevolare le indagini su un crimine. Per evitare di avere a che fare con delle leggi troppo stringenti relativamente alla privacy, il team di sviluppo di Telegram si è più volte trasferito da un Paese all’altro.
Al momento si trova a Dubai, ma un eventuale trasloco nel caso in cui le norme da rispettare dovessero essere diventate troppo “soffocanti” non sarebbe da escludere a priori. Inoltre, i server dell’app sono sparsi in varie città del mondo, tra cui Londra, Singapore e San Francisco.
Questa struttura rende difficile per le autorità competenti ottenere i dati ospitati all’interno dei server, anche se chiaramente non si tratta di uno scenario impossibile in termini assoluti.
Cosa ha detto Telegram
Dal canto proprio, la società Telegram LLC continua a sostenere di non aver mai condiviso i dati degli utenti con le forze dell’ordine: “Tutto è come prima”, fanno sapere. Eppure alcuni eventi recenti indicano che la collaborazione tra Telegram e il governo della Germania potrebbe essere diventata più stretta.
Pavel Durov, il Ceo della società, ha da poco avuto un colloquio telefonico con il ministero dell’Interno tedesco, durante il quale entrambe le parti si sarebbero dette disposte a collaborare per provare a stanare quei gruppi di criminali che sono attivi su Telegam. Inoltre, esiste un apposito indirizzo e-mail tramite il quale le istituzioni tedesche possono avvisare l’applicazione quando viene rintracciato un contenuto criminale.
Insomma, Telegram sembra alla ricerca di una delicata via di mezzo tra la protezione della privacy dell’utenza e la collaborazione con le forze dell’ordine, almeno per le indagini legate ai crimini più gravi. Al momento sembra che per la privacy dell’utente medio della piattaforma non ci sia però proprio nulla da temere.
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