Dopo il terremoto sulle Borse europee nel post riunione Bce è tempo di valutazioni: dove sono le radici di questo tonfo dei mercati finanziari? Le risposte in un’analisi di Tremonti.
Sono giorni burrascosi per i mercati finanziari e l’Europa è nel mirino di analisi e previsioni piuttosto cupe, soprattutto dopo la riunione Bce del 9 giugno.
Con l’annuncio di un aumento dei tassi a luglio dopo anni di politica monetaria accomodante e la mancata rassicurazione su un cosiddetto scudo anti-spread per i Paesi a più alto debito - come l’Italia - è scattato l’allarme.
Si tratta del segnale “che è iniziata la tempesta sul mercato finanziario europeo. È evidente nei volumi delle vendite, nel loro oggetto, nella rapidità e nell’azione che viene dal mercato finanziario nel suo insieme”, ha spiegati Tremonti in un’intervista su Il Giornale.
Perché le radici di questa complicata situazione attuale vanno cercate più lontano nel tempo secondo il professore.
La crisi non è finita e inizia almeno 10 anni fa secondo Tremonti
Ricostruire il puzzle della complessa e fragile condizione finanziaria europea di oggi significa tornare indietro di almeno 10 anni e ripercorrere tappe salienti delle mosse Bce.
Questo è quanto fa il professor Tremonti nella sua intervista a Il Giornale, mettendo in allerta che “la crisi è arrivata prima [delle elezioni] e si svilupperà drammatica nei prossimi mesi, con il forte impatto dell’inflazione sugli strati più bassi della società.”
Come è stato possibile il crollo di Piazza Affari del 7% in soli due giorni, con lo spread schizzato alla soglia dei 240 punti solo perché la Bce ha annunciato un rialzo dei tassi di 25 pb, tra l’altro atteso?
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Perché la Bce non ha convinto i mercati
Tremonti ricorda che 10 anni fa circa è cominciata l’era della “illimitata creazione dal nulla del denaro. È così che in Europa la Bce ha superato i due principi dell’euro: l’inflazione come un plafond e il divieto di finanziare i governi.”
Quest’ultimo punto è stato cruciale secondo il professore, creando un meccanismo ormai noto: i Governi hanno emesso titoli di debito sottoscritti dalle banche che poi sono stati venduti alla Bce con il QE. “È così che si crea la moneta dal nulla e la Bce diventa una specie di bad bank. Quella che poteva essere una tecnica di emergenza, è diventata una lungodegenza.”
Il passaggio di potere alla finanza, che ha sostituito quello di popoli e governi, sta mostrando le sue crepe secondo il professore, visto che i banchieri stessi vengono contestati da mercato e realtà. Un decennio si appresta a finire in nome dell’illusione del denaro che aumenta e che c’è, come le monete di Pinocchio che non cresceranno mai come prospettato dall’inganno del Gatto e la Volpe, sottolinea Tremonti.
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