Tenaris sale sul podio dei vincitori di Piazza Affari reagendo alla recente debolezza. Tutto merito (o colpa) del petrolio? E quanto durerà il rialzo? Ecco cosa suggerisce l’analisi tecnica.
Tenaris in vetta al Ftse Mib a 15,085 euro. Nella seduta di ieri il titolo del produttore di tubi per l’esplorazione e la produzione di gas ha guadagnato il 2,51%, reagendo alla debolezza dell’ultimo periodo. L’aumento dei prezzi del petrolio di oltre 2 dollari al barile ha attirato l’attenzione dei mercati sulla stretta di approvvigionamento in vista dell’inverno e su un «soft landing» per l’economia degli Stati Uniti.
I futures sul Brent crude sono saliti del 2,25%, toccando i 94,50 dollari al barile, mentre i futures del West Texas Intermediate degli Stati Uniti sono aumentati del 3,8%, raggiungendo i 93,80 dollari. Questo aumento dei prezzi del petrolio è alimentato dalle preoccupazioni legate alle scorte di petrolio statunitensi a Cushing, in Oklahoma, che si stanno avvicinando ai minimi operativi.
La riduzione delle scorte a Cushing, che è il punto di consegna per i futures del petrolio statunitense, contribuirebbe a una maggiore stretta di approvvigionamento, in aggiunta ai tagli alla produzione messi in atto dall’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) e dai suoi alleati. Nonostante i dati dell’industria abbiano mostrato un aumento delle scorte di petrolio statunitensi la scorsa settimana, le preoccupazioni sulla stretta di approvvigionamento continuano a dominare il mercato petrolifero.
Tuttavia, ci sono anche altre variabili da considerare, come la politica monetaria restrittiva che potrebbe rallentare l’attività economica nel tempo. Le previsioni sulla domanda di petrolio potrebbero essere influenzate da queste dinamiche, e la corsa del dollaro ai massimi dell’anno potrebbe mettere ulteriormente pressione sui prezzi del petrolio, dato che i contratti petroliferi sono denominati in dollari.
Tenaris: strategie operative con i Turbo Certificates di UniCredit
Dopo aver consolidato i supporti in area 14,50, ripetutamente testati nel corso di settembre, Tenaris ha trovato la forza per reagire e risalire la china verso i massimi estivi a 15,66 euro. Oltre questa resistenza, vero banco di prova per la riattivazione dell’uptrend, possibile allungo verso target a 16,50 euro poi fino a 17 euro. Indicazioni negative giungerebbero invece sotto 14,50, prologo a discese verso 13,66 circa, minimo del 3 agosto.
Per operare long sulle azioni Tenaris potrebbe aver senso utilizzare un certificato Turbo Open End di Unicredit con ISIN DE000HB4QND4. Il certificato ha come sottostante Tenaris e presenta una barriera distante attualmente il 25,19%.
Per operare Short, invece, potrebbe essere appropriato utilizzare il certificato Turbo Open End Short di Unicredit con ISIN DE000HC4NJ48, avente una barriera distante il 19,91% e come sottostante Tenaris.
Ricordiamo che tale barriera corrisponde a un vero e proprio stop loss, intrinseco nel prodotto, toccato il quale si genera automaticamente la chiusura della posizione.
I certificati Turbo Open End di Unicredit, inoltre, eliminano il problema del limite temporale dall’investimento senza però mantenere la presenza del fastidioso effetto compounding. Sono comunque strumenti finanziari complessi: per le operazioni di trading resta importante settare uno stop loss sulla base delle proprie esigenze e delle giuste regole di money management.
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