Tesla: bloccati i lavori per lo stabilimento europeo

Marco Ciotola

17 Febbraio 2020 - 23:40

Su segnalazione di un’associazione ambientalista, l’Alta Corte Amministrativa di Berlino ha emesso un’ordinanza che impone uno stallo alla costruzione dell’impianto tedesco. I dettagli

Tesla: bloccati i lavori per lo stabilimento europeo

Si bloccano praticamente sul nascere i lavori di Tesla per la costruzione del suo primo impianto europeo, a Berlino.

Qui infatti, su segnalazione di un collettivo ambientalista, l’Alta Corte Amministrativa ha emesso un’ordinanza che impone un fermo al disboscamento dell’area acquistata dalla compagnia e preposta al sorgere dello stabilimento.

Solo da poche settimane erano partite le operazioni di bonifica del territorio, subito però osteggiate dall’associazione la Gruene Liga Brandenburg - ovvero la Lega Verde del Brandeburg. Quest’ultima ha denunciato il notevole impatto ambientale in arrivo dal disboscamento del terreno di Grünheide, frazione che dista circa 35 chilometri da Berlino.

Il Tribunale amministrativo ha accolto il ricorso d’urgenza e ha momentaneamente imposto uno stop ai lavori della compagnia, che aveva già bonificato una buona parte dell’area in oggetto.

Tesla: bloccati i lavori per il primo stabilimento europeo

Il colosso automobilistico di Elon Musk ha acquistato il territorio a Sud della capitale tedesca per 41 milioni di euro.

Obiettivo quello di realizzare la prima GigaFactory europea, la quarta complessivamente, dopo quelle statunitensi di Nevada e Buffalo e quella cinese di Shanghai. Per lo stabilimento di Berlino Musk ha prefigurato numeri importanti: 150mila veicoli l’anno per la fase d’avvio, 500mila a pieno regime.

Nei piani della compagnia c’era quindi il disboscamento e la bonifica dell’area, per poi procedere alla costruzione dell’impianto.

Ma il tribunale amministrativo superiore di Berlino-Brandeburgo ha emesso un’ingiunzione temporanea contro ulteriori disboscamenti, annullando la precedente sentenza del tribunale inferiore che aveva respinto la medesima richiesta del gruppo ambientale Gruene Liga Brandenburg.

I giudici hanno comunicato che prenderanno una decisione definitiva nei prossimi giorni.
La contraddizione in termini derivante da una fabbrica di «auto verdi» pronta a sorgere sulle ceneri di una foresta era già emersa qualche mese fa, non risparmiando critiche anche molto feroci al CEO della compagnia.

Quest’ultimo in tutta risposta ha promesso che pianterà tre alberi per ogni taglio, e negli ultimi mesi ha cavalcato l’onda ambientalista donando 1 milione di dollari a un progetto di YouTube che punta a far sorgere un albero per ogni dollaro ricevuto.

Resta per l’azienda un’ingiunzione che minaccia la deadline per l’operatività fissata a metà del 2021, solo il primo dei tanti tasselli che mirano a dar vita a un impianto da 500.000 auto all’anno e 12.000 dipendenti, numeri che possono rappresentare una seria sfida per Volkswagen, Daimler e BMW.

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