L’Agenzia delle Entrate ha comunicato l’introduzione di una serie di sanzioni in caso di omessa o tardiva ed errata comunicazione dei dati delle tessere sanitarie. Vediamo per chi riguarda.
Una multa di 100 euro inerente ad una omessa o tardiva ed errata comunicazione dei dati della tessera sanitaria al Sistema tessera sanitaria. Questo è quanto deciso dall’Agenzia delle Entrate che ha reso noto l’introduzione di una serie di sanzioni per alcuni soggetti obbligati alla comunicazione di alcuni dati al fine della dichiarazione dei redditi precompilata.
I soggetti a rischio sono maggiormente i liberi professionisti o le società che per le loro prestazioni sanitarie devono inviare devono inviare regolarmente alcuni dati. Andiamo a vedere come si rischia la multa da 100 euro e chi sono i soggetti interessati.
Tessera sanitaria: perché si rischia la multa di 100 euro
Novità nel campo delle comunicazioni al Fisco in tema di dichiarazioni dei redditi precompilate. Alcuni soggetti ed enti attivi nel campo sanitario hanno infatti l’obbligo di trasmettere regolarmente al Sistema tessera sanitaria i dati relativi alle prestazioni sanitarie erogate ai soggetti fisici per poter dare possibilità all’Agenzia delle Entrate di procedere con la compilazione della dichiarazione dei redditi precompilata.
Questo perché le prestazioni sanitarie rientrano nella categoria delle detrazioni per il calcolo dell’imponibile. Quindi è molto importante per il Fisco ottenere tali dati per poter creare una dichiarazione dei redditi precompilata quanto più attendibile possibile in modo da snellire di molto anche il compito del singolo cittadino.
Per incentivare la corretta trasmissione delle tessere sanitarie all’apposito sistema, l’Agenzia delle Entrate ha istituito una multa di 100 euro per chi non le invierà, o lo farà in modo tardivo ed errato.
Tessera sanitaria: chi rischia la multa
I soggetti a rischio di sanzione sono tutti quei professionisti o enti che offrono prestazioni sanitarie, quali:
- aziende sanitarie locali;
- aziende ospedaliere;
- istituti di ricovero e cura di natura scientifica;
- policlinici universitari;
- farmacie pubbliche;
- farmacie private;
- presidi di specialistica ambulatoriale;
- strutture per l’erogazione delle prestazioni di assistenza protesica e di assistenza integrativa;
- presidi e strutture accreditati per l’erogazione dei servizi sanitari;
- iscritti all’Albo dei medici chirurghi e degli odontoiatri.
Come evitare rischi
Per evitare qualsiasi tipo di rischio basterà rispettare le corrette scadenze fissate nel 30 settembre 2022 per le spese sostenute nel primo trimestre, entro il 31 gennaio 2023 per quelle sostenute nel secondo trimestre e dopo la fine del mese successivo per quelle erogate a partire dal 1° gennaio 2023.
L’Agenzia delle Entrate ha scelto la linea dura per il rispetto delle regole e a parte l’omessa trasmissione dei dati bisognerà prestare particolare attenzione perché anche una svista e un invio errato potrà comportare la sanzione di 100 euro.
Dichiarazione dei redditi precompilata online: come visionarla
Anche quest’anno l’Agenzia delle Entrate ha deciso di semplificare la vita ai cittadini caricando sul proprio sistema le dichiarazioni dei redditi precompilate contenenti già tutti i dati reddituali del soggetto inerenti allo scorso anno. A partire da lunedì 23 maggio 1,2 miliardi di dati sono stati caricati dal Fisco.
I soggetti possono visionare la propria dichiarazione precompilata accedendo all’area riservata sul sito dell’Agenzia delle Entrate tramite le credenziali Spid, Carta d’identità elettronica o Carta nazionale dei servizi.
Qui si potrà visionare i dati inseriti confermandoli o modificandoli in caso di inesattezze. A partire poi dal 31 maggio sarà possibile inviare la dichiarazione. La novità di quest’anno è la possibilità di affidare la gestione della dichiarazione ad un coniuge o a un proprio parente o affine entro il quarto grado attraverso un apposito modello.
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