L’addio al test di medicina si sta diffondendo sul web, ma è una bufala o realtà? La riforma c’è e a confermarlo è il 5 Stelle Tuzi. Vediamo cosa potrebbe cambiare.
Addio al test di medicina per accedere al corso universitario per aspiranti medici. La notizia sta rimbalzando sui social, ma è una bufala o realtà?
Si tratta in realtà di una riforma il cui testo è allo studio della Commissione cultura e istruzione alla Camera e che potrebbe portare una vera e propria rivoluzione. La notizia sta interessando i tantissimi giovani che vorrebbero iniziare il percorso di studi universitario ostacolato però dal tanto temuto test di medicina.
Sono infatti in media almeno 70mila a cercare di accedere ogni anno a uno dei percorsi accademici più impegnativi e al contempo desiderati in Italia. A dare le prime notizie sulla riforma rivoluzionaria è il suo relatore 5 Stelle Manuel Tuzi.
Vediamo cosa c’è di vero nella notizia di addio al test di medicina e gli obiettivi della riforma.
Test medicina addio: bufala o realtà? Ecco cosa c’è di vero
L’addio al test di medicina non è una bufala, questo possiamo dirlo da subito. Piuttosto, si può parlare di una prospettiva più che concreta per il futuro, che rientra nel testo della riforma ora allo studio della Commissione cultura e istruzione alla Camera.
L’obiettivo è quello di sciogliere le criticità legate alle carenze di disponibilità annualmente incontrate dai ministeri dell’Istruzione e della Sanità, ma soprattutto dei ricorsi che portano in un secondo momento a conquistare il diritto all’accesso centinaia di studenti.
È recente la sentenza del Consiglio di Stato che ha ammesso gli esclusi ai test di medicina che avevano presentato ricorso.
Per evitare che tutto ciò continui in futuro il nuovo piano di riforma prevede un potenziamento degli strumenti di orientamento forniti agli studenti alle scuole superiori, con corsi online e prove di autovalutazione.
Da qui, l’accesso al primo anno di Medicina sarà effettivamente priva di test, ma a seguito di una formazione di almeno 100 ore e le attestazioni di partecipazione e autovalutazione.
A spiegarlo Manuel Tuzi, 5 Stelle, relatore della riforma:
“Dopo un corso di 100 ore e l’ottenimento dell’attestato di partecipazione attraverso dei moduli di autovalutazione, lo studente accede al primo anno di medicina, che terminerà con un test di accesso al secondo anno".
Sempre Tuzi ha chiarito che si tratterà di due o tre test di accesso l’anno contro l’unica soluzione in vigore attualmente.
Ma vediamo nello specifico cosa dovrebbe prevedere la nuova riforma che promette di dire addio al test di medicina.
Test di medicina addio: cosa prevede la riforma
La riforma per dire addio al test di medicina disegna un progetto che parte già dalle scuole superiori, ma cosa prevede nel dettaglio?
Sono recenti i risultati degli ultimi test di medicina con lo scorrimento della graduatoria e già si pensa a riformare il sistema cruccio per molti studenti.
La riforma nel dettaglio prevede:
- periodo di orientamento che inizia già dalle superiori con corsi online gratuiti per testare le proprie capacità e giungere a una scelta consapevole dopo la maturità;
- dopo un corso di 100 ore con attestato di partecipazione attraverso dei moduli di autovalutazione, lo studente accede al primo anno di medicina;
- il primo anno è caratterizzato da lezioni teoriche volte a evitare il sovraffollamento dei laboratori. La prima annualità sarà comune a medicina, biologia, odontoiatria, farmacia, chimica e tecnologie farmaceutiche e biotecnologia;
- alla fine del primo anno c’è un test per accedere al secondo;
- per accedere al test bisogna aver raggiunto un minimo di crediti formativi;
- chi supera un voto minimo entra in una delle facoltà;
- il primo classificato accede alla facoltà indicata come prima scelta e poi si va a scalare nelle altre;
- dopo i 6 anni di medicina si accede alla specializzazione;
La specializzazione, come il test di medicina, è un’altra delle problematiche che deve essere affrontata per la carenza delle borse di studio che molti studenti lamentano. 2000 borse di studio in più sarebbero previste nella Legge di Bilancio 2020.
Come ha spiegato il titolare della riforma Tuzi:
"[...] Gli ultimi due anni della specializzazione diventano ibridi: con contratti di formazione e di lavoro a carico delle Regioni, maggiori diritti e tutele per gli specializzandi, che devono essere sempre sotto la supervisione del tutor. I fondi risparmiati dal ministero andranno a finanziare nuove e ulteriori borse”.
Una speranza per i tanti studenti che vogliono accedere a medicina o che comunque si orientano per questo su altre facoltà scientifiche affini: solo quest’anno gli studenti immatricolati alle facoltà di biologia, odontoiatria, farmacia, chimica e tecnologie farmaceutiche e biotecnologia sono stati 55mila.
Molti studenti ripiegheranno su queste qualora non dovessero superare il test per il secondo anno previsto dalla riforma, ma avranno sicuramente una chance in più che il test di medicina, al quale si vuole dire addio, oggi non concede.
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