Il vertice G7 in corso mira, tra i diversi obiettivi, anche a bloccare le entrate russe derivanti dal settore energetico. Per questo si fa strada la proposta del tetto al prezzo del petrolio di Mosca.
I leader del G7 riuniti per un vertice nelle Alpi Bavaresi stanno cercando un accordo per imporre un price cap al petrolio russo, mentre il gruppo lavora per frenare la capacità di Mosca di finanziare la sua guerra in Ucraina.
L’auspicio è che un tetto possa fortemente limitare i benefici dell’impennata del prezzo del greggio alla macchina da guerra del Cremlino e attutire l’impatto dell’aumento dei costi dell’energia sulle economie occidentali.
La proposta è stata fortemente promossa dagli Stati Uniti, si farà? Le ultime novità.
G7: pressione per un tetto al prezzo del greggio russo
I leader del G7, il gruppo delle sette maggiori economie mondiali che comprende Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Francia, Germania, Italia e Giappone, dovrebbero annunciare un accordo in linea di principio per imporre un tetto massimo al prezzo del petrolio russo. Queste le ultime indiscrezioni della stampa estera.
I dettagli chiave del limite di prezzo proposto, che fisserebbe un tetto massimo alle entrate che la Russia potrebbe generare dal suo petrolio, rimangono poco chiari, compreso come funzionerebbe e con quali tempistiche.
Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, ha affermato che l’Ue è pronta a decidere con i suoi partner un tetto massimo di prezzo, ma ha sottolineato la necessità di una “visione chiara” e della consapevolezza dei possibili effetti a catena. “Vogliamo assicurarci che l’obiettivo sia prendere di mira la Russia e non rendere la nostra vita più difficile e complessa”.
La questione non è di poco conto. I dirigenti dell’energia hanno avvertito che la Russia potrebbe tagliare drasticamente le forniture di petrolio in risposta a qualsiasi tentativo di imporre un tetto massimo di prezzo o apportare ulteriori tagli alle esportazioni di gas in Europa.
Da evidenziare che, in teoria, un limite di prezzo consentirebbe ai leader di interrompere un flusso di finanziamento chiave per la guerra russa in Ucraina, affrontando anche l’aumento dell’inflazione e dei prezzi dell’energia, anche se qualsiasi misura dovrebbe essere inquadrata con le sanzioni esistenti e garantire un sufficiente buy-in dai Paesi intorno il mondo.
Molto dipende dal fatto che quasi tutte le assicurazioni delle petroliere sono organizzate attraverso un’unica organizzazione,l’International Group of Protection and Indemnity Clubs. Il cap significherebbe che l’organizzazione con sede a Londra potrebbe assicurare solo i servizi che rispettano il massimale dei prezzi, che altrimenti sarebbero soggetti a sanzioni.
Da ricordare, inoltre, che a maggio l’Ue ha approvato un divieto graduale delle spedizioni marittime di petrolio russo, consentendo temporaneamente il proseguimento delle consegne di greggio tramite gasdotto. Gli Stati Uniti hanno già vietato le importazioni di petrolio dalla Russia e il Regno Unito prevede di eliminarle gradualmente entro la fine di quest’anno.
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