Il tetto al contante adesso è una priorità del governo Meloni: innalzata da subito la soglia

Giacomo Andreoli

10/11/2022

Il governo Meloni, nonostante le dichiarazioni degli esponenti di Forza Italia e la prudenza di Fratelli d’Italia, ha deciso di seguire la Lega e alzare subito il tetto al contate a 5mila euro.

Il tetto al contante adesso è una priorità del governo Meloni: innalzata da subito la soglia

Per Forza Italia non era una priorità, per Fratelli d’Italia andava fatto in legge di Bilancio. Invece ora l’innalzamento del tetto al contante è diventata una priorità del governo Meloni, tanto da inserirlo nel primo decreto economico, il cosiddetto Aiuti quater. Il provvedimento doveva servire per intervenire solo sul caro-bollette, riducendone l’impatto per famiglie e imprese, a partire dalla proroga degli aiuti del governo Draghi. Invece, alla fine, l’esecutivo ha deciso di inserirvi altre misure, tra cui alcune modifiche al Superbonus 110% e il tetto al contante a 5mila euro.

Il pressing della Lega di Matteo Salvini sembra quindi aver indotto Giorgia Meloni ad anticipare il provvedimento, seppur in una forma diversa da quanto pensato dal Carroccio. Il senatore leghista Alberto Bagnai aveva infatti presentato una proposta di legge che aumenta il tetto al contante a 10mila euro, dai 2mila attuali. In un’intervista a Money.it, il vicepresidente della Camera, il forzista Giorgio Mulè, aveva risposto che il provvedimento poteva essere messo tranquillamente in legge di Bilancio.

Suona difficile - aveva spiegato - pensare che qualcuno possa andare in giro con diecimila euro in tasca o con i rotoloni di Paperon de’ Paperoni. Se l’attuale tetto di 2mila si porta a 3mila, 4mila o 5mila, che già sono tanti soldi in tasca, potrebbe essere più che sufficiente”.

Come funzionava il tetto al contante finora

Dallo scorso 1° gennaio il tetto doveva scendere a mille euro, come previsto dalla legge di Bilancio di fine 2021 di Draghi. A febbraio, però, è stato approvato un emendamento di Fratelli d’Italia al decreto Milleproroghe che ha mantenuto fino al 31 dicembre il limite agli attuali 2mila euro. Ha votato a favore tutto il centrodestra, contro il parere del precedente governo, di cui Lega e Forza Italia facevano parte. Si è trattata della settima modifica negli ultimi dieci anni: un vero e proprio caos legislativo. Se non ci fosse stato questo intervento con il decreto Aiuti quater, poi, dal 1° gennaio 2023 il tetto sarebbe tornato a mille euro.

Il rinnovo del bonus Pos ai commercianti

Nel decreto, poi, dovrebbero essere stanziati 80 milioni di euro per il 2023. Tornerebbero così i contributi per i commercianti obbligati alla trasmissione telematica dei corrispettivi all’Agenzia delle entrate. I contributi sono in credito di imposta pari al 100% della spesa sostenuta, fino a 50 euro per ogni registratore di cassa connesso a internet acquistato.

Il tetto al contante può far crescere l’evasione fiscale?

Non esiste un numero significativo di studi che dimostri come alzare il tetto al contante renda più semplice l’evasione fiscale. Tuttavia secondo un report del 2021 della Banca d’Italia, intitolato “Pecunia olet: uso del contante ed economia sommersa”, ci sarebbero evidenze raccolte che “indicano come vincoli più stringenti all’uso del contante possono essere uno strumento efficace per contrastare l’evasione fiscale”.

L’Italia oggi è tra gli Stati europei con le regole più stringenti sui contanti, ma è anche vero che molte delle nazioni che non prevedono limiti hanno di solito un’evasione fiscale più bassa. Ad esempio da noi si evade l’Iva molto di più che negli altri nel Vecchio Continente. E la frode sull’Iva è la più semplice e immediata per i pagamenti in denaro. Quando si paga con carte e bancomat, infatti, è impossibile non pagare la tassa per consumatori da una parte e commercianti, esercenti e professionisti dall’altra. Per questo la Commissione europea vorrebbe che gli Stati membri imponessero massimali più bassi possibili, soprattutto nei Paesi ad alto tasso di evasione fiscale.

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