Torna lo spettro della patrimoniale. Quell’incubo del prelievo forzoso mai scacciato

Laura Naka Antonelli

08/10/2024

La prospettiva di una super patrimoniale che venga decisa a livello europeo agita ulteriormente i sonni degli italiani. Salvini VS Schlein.

Torna lo spettro della patrimoniale. Quell’incubo del prelievo forzoso mai scacciato

Come in vista di ogni legge di bilancio che si rispetti, lo spettro della patrimoniale torna ad aggirarsi in Italia: nessuna sorpresa, viste le condizioni disastrate delle casse dello Stato, a corto, come sempre, di soldi per finanziare l’ennesima manovra da scrivere.

Stavolta, dopo una pausa durata tre anni, la manovra deve essere tra l’altro scritta tenendo in considerazione quei paletti ben precisi che sono stati imposti dal nuovo Patto di Stabilità e di Crescita UE, che rischia di dare il via a ben sette anni di lacrime e sangue per i cittadini italiani.

Di fatto, contrariamente agli ultimi anni in cui ha deciso di chiudere un occhio, mostrandosi indulgente con i paesi più indebitati a causa del doppio trauma pandemia Covid-guerra in Ucraina, Bruxelles non perdonerà chi non si siederà a tavolino per iniziare, almeno, a imbastire una strategia anti debito e anti deficit.

A tal fine, l’Italia ha presentato il Piano strutturale di bilancio, in cui sono incisi gli impegni sui conti pubblici che è stata costretta a prendere in linea con i nuovi diktat dell’Unione europea. E proprio questo piano, noto anche come PSB, ha già fissato gli argini che non dovranno essere sforati dalle promesse di Meloni & Co.

Manovra Meloni: mancano 10 miliardi. Cosa fare?

Il punto è che, per far quadrare i conti, e per consentire al governo Meloni di confermare la riforma dell’Irpef e il taglio del cuneo fiscale, servono in tutto 25 miliardi di euro: di questa somma, all’appello mancherebbero 10 miliardi, come ha anticipato lo stesso ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, già agli inizi di settembre. Come fare?

Nella Francia anch’essa nei guai per l’impennata del debito pubblico, la ricetta della patrimoniale è stata già sfornata dal governo Barnier: Parigi l’ha presentata come contributo eccezionale a carico dei cittadini più ricchi.

In Italia, di patrimoniale ha parlato proprio oggi il leader della Lega, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, vicepremier Matteo Salvini, che non ha perso tempo a proclamare un forte no, commentando quanto detto negli ultimi giorni dalla leader del Partito democratico Elly Schlein che oggi, nel corso della trasmissione Sky TG24 Live In Roma, si è detta favorevole a lanciare una discussione sull’imposta:

Certo che questa discussione si può fare, così come ho supportato in passato l’idea di una tassazione minima che sia internazionalmente valida sulle multinazionali”. Schlein si è mostrata d’accordo anche con una “patrimoniale concertata a livello europeo e internazionale che potrebbe rendere lo strumento più efficace”.

Apriti cielo. Non si è fatto attendere il no secco di Salvini che, anche lui ai microfoni di Sky TG 24, ha confermato la sua contrarietà alla patrimoniale, riproponendo piuttosto l’appello alle banche italiane, colpevoli a suo avviso di aver incassato troppi utili.

Non c’è bisogno di patrimoniale, ma chi ha di più dia di più: 40 miliardi di utili del sistema bancario italiano penso siano un’enormità, sono tre manovre finanziarie. Quindi se una piccola parte di questi utili, spontaneamente, i banchieri la mettono a disposizione della crescita, fanno una bella figura”.

Ma il dibattito sull’opportunità o meno di salvare i conti pubblici italiani ricorrendo alla soluzione della patrimoniale si è acceso da un po’.

Un appello a favore dell’imposta era stato già lanciato alla fine di settembre da Nicola Fratoianni di AVS, che aveva reso noto, citando i dati di Oxfam, come ben “ 7 italiani su 10 ” fossero “d’accordo a tassare di più le grandissime ricchezze”.

Insomma, l’incubo della patrimoniale è tornato, a braccetto con la prospettiva di una super patrimoniale che venga decisa, secondo quanto suggerito da Elly Schlein, a livello europeo.

Non saremmo d’accordo ad alzare le tasse sul ceto medio, ma penso che faccia bene Lula a chiedere ai governi una tassa internazionale sui super ricchi. Questa discussione si può fare - ha detto ancora la segretaria PD - Quindi bene una tassazione progressiva, ma non alzando le tasse al ceto medio”. E bene, anche, riflettere su una patrimoniale a livello "europeo, internazionale, concertato”.

D’altronde, ha spiegato Schlein, “si è raggiunto un accordo della tassazione minima delle imprese, quindi Lula ha fatto bene a portare all’attenzione dei governi la tassazione dei super ricchi”.

Cos’è la patrimoniale

In questo contesto di proposte e di rumor vari sulla legge di bilancio, vale la pena rispolverare cosa si intenda per “patrimoniale”. Si tratta di una imposta, come dice la parola, non sul reddito, ma sul patrimonio.

Lo stesso dipartimento del Tesoro ha riassunto le volte in cui l’imposta ha colpito l’Italia, non tralasciando ovviamente il prelievo forzoso shock che si abbattè sui conti correnti dei cittadini italiani nel 1992, quando “ il governo Amato, al fine di evitare un ulteriore dissesto finanziario e permettere alla lira di restare agganciata al sistema monetario europeo, impose un prelievo forzoso del 6 per mille su tutti i conti correnti bancari ”.

In realtà, a ben vedere, la patrimoniale del 1992 di Amato era stata già anticipata da altre misure straordinarie sul patrimonio, che in Italia risalgono addirittura agli anni della Prima Guerra Mondiale.

La patrimoniale in Europa

Ma come stanno messi gli altri paesi europei? Un’analisi sulla patrimoniale in Europa è stata stilata alla fine dell’anno scorso, nel novembre del 2023, dall’Osservatorio dei Conti Pubblici.

Firmato da Massimo Bordignon, Alessio Capacci, il rapporto “Le imposte patrimoniali in Europa ha fatto notare che “la tassazione del patrimonio (la “patrimoniale”) viene spesso usata nel dibattito politico come una sorta di minaccia latente nei confronti dei contribuenti. Ma in realtà forme di imposizione ordinaria sul patrimonio esistono in Italia come in molti altri Paesi europei”.

L’analisi ha messo in evidenza che “specificamente, in Italia le imposte sul patrimonio coprono circa il 5,9 per cento del totale delle entrate tributarie, quelle riferite solo agli immobili il 2,9 per cento”, mentre in Europa, in media, “le imposte patrimoniali coprono una quota inferiore (il 4,5 per cento circa del totale delle entrate) con, di nuovo, l’eccezione rappresentata dalle imposte di successione, che in Europa coprono lo 0,42 per cento del totale delle entrate e in Italia solo lo 0,11 per cento”.

In Italia, di patrimoniale si parla da anni, con l’imposta che è stata spesso e più volte associata ai partiti di sinistra. Il caso Francia, tuttavia, dimostrerebbe come anche un governo di centrodestra come quello di Michel Barnier sarebbe disposto ad accarezzare l’idea.

In Italia, al momento, l’ipotesi di una imposta patrimoniale è stata più volte scansata dal governo Meloni.

Nel maggio di quest’anno, era stato Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati a definire la patrimoniale “l’ennesima trovata della sinistra”, definendo l’imposta “ una ricetta sbagliata, populista , che rischia di impoverire maggiormente una classe media già in sofferenza, che paga le conseguenze di scelte sbagliate dei governi precedenti”.

Lupi aveva rimarcato in quella occasione, a pochi giorni dalle elezioni europee, che con il centrodestra al governo non ci sarebbe stata mai la patrimoniale.

Eppure, a dare il suo sostegno a una versione della patrimoniale è stata la stessa ex ministra del lavoro e delle politiche sociali (con delega alle pari opportunità) del governo Monti, l’economista Elsa Fornero che, agli inizi di questo anno, in un editoriale pubblicato su La Stampa, disse che “ci possono essere molte buone ragioni per le quali il nostro Paese potrebbe considerare un’imposta patrimoniale”.

Non proprio un’illustre rappresentante della sinistra italiana, per quanto invisa alla destra di Salvini per quella riforma pensionistica. Riforma che, tuttavia, il governo Meloni non aborrirebbe. Tutt’altro.

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