Il Tour de France 2019 dà vita a una nuova alleanza Italia-Francia. Le due organizzazioni agricole nazionali Coldiretti e FNSEA hanno realizzato una petizione per combattere la diffusione del cibo falso
Nemici in gara, ma alleati nel preservare le eccellenze dei prodotti agroalimentari dei propri Paesi. È questo uno dei messaggi principali che stanno lanciando Italia e Francia durante l’edizione del 2019 del Tour de France che ha preso il via lo scorso 6 luglio.
L’iniziativa contro la diffusione del cibo falso nell’Unione Europea è stata organizzata dalle maggiori organizzazione agricole presenti in Europa, ossia: la FNSEA francese e la Coldiretti.
Per porre fine a questo annoso problema per il mercato agroalimentare italiano e francese, le due organizzazioni chiedono all’UE di rendere obbligatoria nell’etichetta la provenienza degli alimenti.
Per firmare la petizione europea “Eat original! Unmask your food”, ossia “Mangia originale! smaschera il tuo cibo”, le due organizzazioni hanno posizionato uno stand a Hauts de France, al confine tra Francia e Italia, lungo il percorso del ricco, ambito, e famoso Tour de France.
Come combattere il cibo falso
All’appuntamento che ha dato il via alle petizione europea per combattere il cibo falso hanno partecipato anche la Presidente della FNSEA Christiane Lambert e il rappresentante a Bruxelles della Coldiretti Paolo Di Stefano.
L’incontro durante il Tour de France 2019 ha permesso alle due organizzazioni di riaffermare i pericoli condivisi per l’agricoltura e l’alimentazione degli accordi di libero scambio siglati dall’Unione Europea, dal Ceta con il Canada al Mercosur con i Paesi del Sudamerica.
Come sottolinea Coldiretti, Italia e Francia sono i due Paesi Europei con la maggiore tradizione culinaria e si contendono primati nell’agricoltura e nell’alimentare.
Il BelPaese vince però per valore aggiunto agricolo, numero di prodotti DOP/IGP riconosciuti dall’Unione Europea, per numero di imprese biologiche e per quantità di vino prodotto.
L’obiettivo di FNSEA e Coldiretti è quindi quello di chiedere alla Commissione di Bruxelles di agire sul fronte della trasparenza e dell’informazione al consumatore sulla provenienza di quello che mangia.
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