Da un lato gli affari, dall’altro la geopolitica. Le tensioni in Medio Oriente non giovano agli affari e dunque non fanno il gioco della Cina.
Sembrava che la Cina fosse finalmente riuscita a risolvere il rebus del Medio Oriente. La mediazione diplomatica tra Arabia Saudita e Iran, avvenuta un anno fa grazie al lavoro oscuro di Pechino, disegnava un futuro radioso in una regione tradizionalmente attraversata da guerre e tensioni di ogni tipo.
L’intenso dialogo con i talebani in Afghanistan e gli accordi stipulati tra Pechino e Riyad (il leader cinese Xi Jinping aveva incontrato il principe ereditario saudita, Mohammed Bin Salman, stipulando con lui decine di intese commerciali d’alto livello) lasciavano intendere che il Dragone, grazie ad un pragmatismo di ferro, avesse in qualche modo trovato la quadratura di un cerchio a dir poco complicato.
Ebbene, il conflitto tra Israele e Hamas, in aggiunta agli attacchi reciproci tra lo stesso Israele e l’Iran, sono i due fattori che hanno compromesso il mosaico cinese. Anche perché il Dragone è un importante partner commerciale sia di Tel Aviv che di Teheran. [...]
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