La tredicesima è lo stipendio aggiuntivo percepito dai lavoratori dipendenti, ma quest’anno il suo impatto è praticamente azzerato e il beneficio è minimo: ecco perché.
La tredicesima è già arrivata o è in arrivo per milioni di lavoratori dipendenti. Ma, quest’anno, potrebbe essere molto più leggera del solito. Non perché l’importo diminuirà, anzi. Nella maggior parte dei casi, in realtà, la tredicesima aumenta grazie alla crescita degli stipendi nel 2022.
Eppure non basterà, perché quest’anno la gratifica natalizia sparirà presto. Molto spesso, addirittura, è già sparita prima ancora di arrivare. Perché? Semplicemente perché lo stipendio aggiuntivo di dicembre è stato “mangiato” dall’inflazione. Tra il caro bollette e l’aumento generalizzato dei prezzi, la tredicesima quest’anno avrà un effetto quasi nullo per una gran parte dei lavoratori.
A riportare un calcolo sull’impatto dell’inflazione è il Sole 24 Ore: la perdita del potere d’acquisto netta nel 2022-2023 è in media di 2mila euro: parliamo di circa 1.500 euro nel 2022 e di altri 500 nel 2023. L’analisi sulla tredicesima e l’inflazione è stata effettuata da Odm Consulting, la società di consulenza hr di Gi group, che può contare su un ampio database di profili retributivi sul mercato del lavoro, riguardanti oltre 15 milioni di lavoratori dipendenti delle imprese private.
Gli stipendi crescono, ma non abbastanza
L’inflazione sembra andare verso una stabilizzazione, ma la discesa dei prezzi è lenta, molto più della salita che abbiamo vissuto negli scorsi mesi. La busta paga, invece, in generale è aumentata per i lavoratori dipendenti. Ma molto meno dell’inflazione.
L’analisi ha riguardato 728 aziende e gli stipendi del primo semestre del 2022: le retribuzioni sono cresciute del 2,8% rispetto al 2021. L’inflazione, però, cresce molto di più: dell’8,7% a fine 2022 e poi del 5,5% nel 2023. Il potere d’acquisto dei lavoratori, quindi, si è molto ridotto.
Come cambia la busta paga nelle aziende
Secondo questo studio, le aziende hanno considerato l’inflazione nella revisione dei salari quasi nel 70% dei casi: il 51% dice di averlo fatto abbastanza, il 17% molto, il 24% e solo il 6,5% per nulla. Per quanto riguarda le retribuzioni, mediamente un dirigente percepisce 4,4 volte in più di un operaio: una media, sulla retribuzione base, di 119mila euro contro poco meno di 27mila.
A fare la differenza non è solo il ruolo, ma anche la dimensione dell’azienda. Un dirigente in una grande impresa guadagna il 5,8% in più rispetto alla media. Per i quadri siamo al 3,7% in più nelle grandi aziende, per gli impiegati arriviamo al 7,7% in più e per gli operai l’8,2% in più. A fare la differenza anche la collocazione geografica: per esempio gli impiegati nel Sud e nelle Isole guadagnano il 12,1% in meno.
Tredicesima, perché l’inflazione la fa sparire
Gli aumenti di stipendio, che si riflettono ovviamente anche sulla tredicesima, non bastano a compensare l’inflazione e il caro energia. La perdita del potere d’acquisto, per questi due anni, è di 2mila euro. Di fatto, per molti lavoratori, anche più di una tredicesima. E solo per il 2022 parliamo di 1.500 euro, quella che per molti lavoratori è una cifra superiore alla gratifica natalizia. Ragion per cui la tredicesima è praticamente sparita, venendo riassorbita dall’aumento dei prezzi.
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