Mercati in rally oggi, cosa è cambiato dal tonfo di ieri? Perché le azioni sono rimbalzate e cosa sta succedendo nelle Borse mondiali dopo l’impressionate impennata dei rendimenti obbligazionari.
Mercati in ripresa oggi, con le azioni in rally dopo la disfatta di ieri e l’impennata dei rendimenti obbligazionari dei giorni scorsi.
Gli investitori possono tirare un sospiro di sollievo, anche se il sentiment rimane incerto e la volatilità domina la scena finanziaria globale. Nel dettaglio, i titoli azionari asiatici sono rimbalzati dai minimi di 11 mesi, mentre il crollo dei prezzi del petrolio e i dati più deboli sul mercato del lavoro negli Stati Uniti hanno contribuito a far scendere i rendimenti dei titoli del Tesoro dai massimi di 16 anni.
Ora l’attenzione è tutta per l’incombente rapporto sui salari degli Stati Uniti di venerdì, che potrebbe spingere ancora o fermare il rally odierno.
In Asia, con i mercati cinesi ancora chiusi per le vacanze, il Nikkei giapponese ha archiviato la seduta con un guadagno dell’1,69%. Anche Hong Kong avanza dello 0,19%. Nella notte, tutti e tre i principali indici Usa hanno chiuso in positivo. Il Dow Jones Industrial Average ha interrotto una serie di perdite di tre giorni chiudendo in rialzo dello 0,39%. L’ S&P 500 ha guadagnato lo 0,81% e il Nasdaq Composite l’1,35%.
Rally azioni, si fermano i rendimenti: perché la svolta nei mercati oggi?
Una pausa dalle turbolenze dei giorni scorsi emerge oggi dalle Borse mondiali, con l’Europa attesa anch’essa in aumento sulla scia dei guadagni a Wall Street e negli Usa.
Perché l’umore è cambiato? Un rapporto più basso del previsto sui salari privati negli Stati Uniti e il calo del 5% dei prezzi del petrolio greggio di mercoledì hanno aiutato le azioni a riprendersi, nella rinnovata speranza che con costi del greggio meno alti l’inflazione possa freddarsi e la Fed fermare la sua politica di inasprimento.
Di conseguenza, il dollaro Usa è sceso dai suoi massimi e Wall Street si è ripresa, guidata dall’indice tecnologico Nasdaq, che durante la notte è cresciuto di oltre l’1%. I rendimenti sul debito pubblico statunitense a 10 e 30 anni sono diminuiti di sei punti base nel trading statunitense, frenando una serie di aumenti che non si registravano da anni.
I dati macro statunitensi sono ora sotto i riflettori più che mai, poiché la direzione dei mercati molto dipende dalle loro indicazioni. Secondo un sondaggio dell’ADP Research Institute in collaborazione con Stanford Digital Economy Lab, le aziende statunitensi hanno aggiunto il minor numero di posti di lavoro dall’inizio del 2021 a settembre. Un rapporto separato dell’Institute for Supply Management ha mostrato che il settore dei servizi si è ritirato modestamente il mese scorso, raggiungendo il livello più basso di quest’anno. Si prevede che i dati sui libri paga non agricoli di venerdì mostreranno un rallentamento delle assunzioni a settembre.
Attenzione però a non lasciarsi ingannare dalla ripresa azionaria odierna. I rischi di volatilità - e tonfi - sono ancora all’orizzonte. Secondo un’analisi di Tom Westbrook su Reuters, infatti, la propensione al rischio ha subito un duro colpo nella convinzione che i tassi di interesse rimarranno alti più a lungo ed è difficile vedere una ripresa duratura azionaria, poiché anche se tale visione dovesse cambiare, il catalizzatore del crollo potrebbe diventare una recessione globale.
Anche le notizie economiche nella sessione asiatica sono state tutt’altro che incoraggianti, poiché l’impennata del prezzo del riso ha fatto aumentare l’inflazione in Corea del Sud e nelle Filippine .
C’è da sottolineare che, comunque, il rendimento dei titoli del Tesoro Usa a 10 anni – un punto di riferimento per i prezzi degli asset globali – è ancora in rialzo di quasi 90 punti base nel corso dell’anno, dopo un aumento di 200 punti base lo scorso anno. L’allerta rimane massima.
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