Il ministro dell’Economia Tria si schiera con i vertici e difende Bankitalia che, assieme a Consob, ha subito duri attacchi da parte dei vicepremier Di Maio e Salvini
L’autonomia va difesa, afferma il Ministro Giovanni Tria in relazione agli attacchi subiti da Bankitalia da parte dei suoi colleghi di governo Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Ieri, nel corso dell’assemblea degli ex soci delle banche venete, i vicepremier hanno lanciato delle dure critiche sia a Banca d’Italia che a Consob, presunte ree di non aver sufficientemente vigilato sulla situazione. Per Di Maio sarebbe necessario un rinnovamento, per Salvini, più duro, ci vuole l’azzeramento totale dei vertici di entrambi gli organismi. Due posizioni che non potevano non scatenare più voci di protesta.
Tria difende Bankitalia
Fra di esse, inaspettatamente, si leva proprio quella del Ministro dell’Economia, il quale riferendosi a Bankitalia sottolinea come la sua autonomia sia da difendere, sempre e comunque. Dal canto suo Di Maio ha affermato che, se gli verrà chiesto un parere sul rinnovo dei vertici di Bankitalia, lui sarà contrario.
La portavoce del Ministero delle Finanze, forse per stemperare la tensione, ha dichiarato che, comunque, la dichiarazione di Tria non aveva un preciso destinatario, e che la difesa della Banca d’Italia è un mero “fatto istituzionale”. Anzi, aggiunge il Ministero, è “un’affermazione ovvia, persino banale”. Non così tanto, comunque, da calmare i due principali rappresentanti dell’esecutivo 5Stelle-Lega, che sul tema banche paiono appianare le differenze.
Per Di Maio serve discontinuità
Per il ministro dello Sviluppo Economico la parola chiave è discontinuità. Al suo arrivo al Micam, a Milano, Di Maio ha chiarito che il governo non intende fare un processo a Consob e Bankitalia, ma mantenere le promesse fatte agli italiani e in particolare ai risparmiatori che adesso sono sul lastrico a causa di “chi doveva controllare [e] non ha controllato”. Per Di Maio, in sostanza, bisognerebbe cambiare sistema, per garantire maggiore vigilanza su istituti di credito e prodotti finanziari.
Anche Matteo Salvini è tornato sull’argomento, dicendosi d’accordo con Di Maio sul tema della discontinuità. Il ministro dell’Interno ha affermato che non è possibile pagare “mega stipendi” ai dirigenti che non hanno attuato mezzi di controllo efficaci, come nel caso della Banca Popolare di Vicenza.
Di parere opposto, e in linea con quello di Tria, è Antonio Tajani. Il Presidente dell’Europarlamento ha tacciato le dichiarazioni dei due vicepremier di propaganda, paragonando l’autonomia della Banca d’Italia a quella della Banca Centrale Europea. Per Tajani, Di Maio e Salvini trovano “sempre un nemico per nascondere i problemi esistenti”. Ancora più duro l’ex presidente del Consiglio Enrico Letta, secondo cui l’attacco a Bankitalia e Consob è una strategia per “comprarsi l’arbitro”.
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