La guerra commerciale tra Usa e Cina pesa su Deere, che ha tagliato le stime sui ricavi per la seconda volta negli ultimi tre mesi. Dopo l’apertura di Wall Street, le azioni veleggiano in territorio positivo
La guerra commerciale tra Usa e Cina pesa sui conti di Deere, che nel terzo trimestre fiscale ha registrato un utile per azione a 2,71 dollari e ricavi a 8,97 miliardi di dollari, entrambi sotto le attese (rispettivamente 2,85 dollari per azione e 9,39 miliardi di dollari per i ricavi).
La trade war ha contratto la domanda di attrezzature agricole, costringendo la società a rivedere la guidance per la seconda volta negli ultimi tre mesi. Ora l’azienda si attende un utile netto per l’intero 2019 a 3,2 miliardi di dollari (le previsioni erano di 3,3 miliardi), con un aumento delle vendite del 4% annuo (prima 5%).
Il segmento agricolo, rappresentante gran parte dei ricavi della società, ha visto un calo del 6% annuo, mentre le vendite di attrezzature hanno evidenziato un saldo negativo del 3%.
Le vendite industriali negli Stati Uniti e in Canada, 60% delle attività complessive, sono stimate quasi uguali all’anno precedente.
«I timori relativi all’accesso del mercato dell’export, la domanda a breve termine per merci come i semi di soia e le condizioni generali del raccolto, hanno portato molti agricoltori a rimandare i principali acquisti di attrezzature» ha affermato Samuel Allen, Amministratore Delegato di Deere.
Deere in Borsa dopo i dazi cinesi sui prodotti agricoli
A Wall Street, le azioni Deere scambiano in deciso rialzo, attestandosi a 149,715, in rialzo del 3,48% rispetto alla chiusura di ieri.
Il 6 luglio 2018, Pechino ha fatto entrare in vigore i primi dazi del 25% sulle importazioni di prodotti agricoli a stelle e strisce. Dall’introduzione delle tariffe, Deere ha guadagnato il 5,12%. Nello stesso periodo, l’S&P 500 è avanzato del 3,94%, mentre il Dow Jones del 5,25%. È però ad agosto 2019 che la società ha subito un deciso deprezzamento, lasciando sul terreno 19,70%.
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