Il “trucco” per evitare le multe dell’Agenzia delle Entrate

Patrizia Del Pidio

29/08/2024

Una novità, in vigore dal 1° settembre 2024, permette di presentare una nuova dichiarazione per evitare eventuali multe da parte del Fisco in caso di dichiarazioni con errori od omissioni.

Il “trucco” per evitare le multe dell’Agenzia delle Entrate

Niente multe dall’Agenzia delle Entrate se la norma non è chiara e si presenta la dichiarazione integrativa entro 60 giorni da quello in cui sono stati pubblicati i chiarimenti. Si tratta di una novità che salva da sanzioni a partire dal 1° settembre 2024 tutti coloro che commetto un errore in buona fede e si affrettano a rettificarlo dopo gli opportuni chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate.

Con l’entrata in vigore del decreto legislativo 87 del 14 giugno 2024 che reca “Revisioni del sistema sanzionatorio tributario ai sensi dell’articolo 20 della legge 9 agosto 2023, n.111” anche la possibilità di rimediare a eventuali errori in buona fede è stata prevista ed entra in vigore tra pochissimi giorni.

Dichiarazione integrativa che salva dalle multe

Se il contribuente commette un errore a causa di obiettive condizioni di incertezza sull’applicazione della norma, ha tempo 60 giorni dalla pubblicazione degli eventuali chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate per presentare una dichiarazione integrativa che non comporterà l’applicazione di nessuna sanzione.

A prevedere la novità è il comma 5 ter aggiunto all’articolo 6 del dl 472 del 1997:

5-ter. Non è punibile il contribuente che si adegua alle indicazioni rese dall’amministrazione competente con i documenti di prassi riconducibili alle tipologie di cui all’ articolo 10-sexies, comma 1, lettere a) e b), della legge 27 luglio 2000, n. 212 , provvedendo, entro i successivi sessanta giorni dalla data di pubblicazione delle stesse, alla presentazione della dichiarazione integrativa e al versamento dell’imposta dovuta, sempre ché la violazione sia dipesa da obiettive condizioni d’incertezza sulla portata e sull’ambito di applicazione della norma tributaria.

Quando è possibile la dichiarazione integrativa senza sanzioni?

Non sempre le norme, soprattutto quelle tributaria, sono chiare e facilmente intuibili. Qualora dall’Agenzia delle Entrate arrivino dei chiarimenti che interpretano la norma in modo differente da quanto poteva essere dedotto, il contribuente ha 60 giorni di tempo per adeguarsi ai chiarimenti forniti.

Per farlo può presentare una dichiarazione integrativa entro i 60 giorni e versare direttamente l’imposta dovuta.

Proprio per questo motivo dal 1° settembre sarà determinante seguire le nuove indicazioni dell’Agenzia delle Entrate e le sue interpretazioni, poiché queste ultime potranno consentire di correggere eventualmente il tiro prima che intervenga una sanzione.

Va precisato che il comma 5 ter aggiunto, si applica solo quando l’eventuale violazione sia provocata dall’incertezza della norma (se la norma, quindi, non richiede chiarimenti, quindi, non c’è bisogno di adeguarsi ad alcuna novità).

L’obiettivo dell’intervento normativo, infatti, è quello di costruire un sistema sanzionatorio che sia attenuato nei confronti delle condotte che arrecano meno danno all’amministrazione tributaria e che, in alcuni casi, sono assunte in totale buona fede, laddove il contribuente pensi di aver compreso bene una norma che, invece, necessità di ulteriori chiarimenti in caso di incertezze. Si tratta, quindi, di un ulteriore passo verso la direzione del “Fisco amico del contribuente”.

Cos’è la dichiarazione integrativa?

La dichiarazione integrativa consente di correggere errori e omissioni che erano presenti nella dichiarazione già inviata (dei redditi o Iva). Si tratta, quindi, di uno strumento che consente di regolarizzare l’eventuale posizione debitoria venutasi a creare a causa degli errori e delle omissioni e fa in modo che il contribuente intervenga in autonomia prima che l’Agenzia delle Entrate intervenga elevando sanzioni al momento del recupero del debito.

Quali errori corregge la dichiarazione integrativa? Può essere inviata per correggere tre tipologie di situazioni che si possono verificare:

  • errore commesso nella compilazione della precedente dichiarazione (un importo errato, ad esempio);
  • errore che comporti l’omissione dei dati (reddito dichiarato o detrazione spettante);
  • nuove informazioni di cui si è venuti a conoscenza solo dopo l’invio della dichiarazione (può essere il caso di una ricevuta smarrita, ad esempio).

Senza l’invio di una dichiarazione integrativa, infatti, l’Agenzia delle Entrate potrebbe accorgersi dell’errore prevedendo, oltre al versamento della maggiore imposta dovuta, anche l’aggiunta di maggiorazioni dovute a sanzioni e interessi.

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