Polemiche in Canada per l’assoluzione del premier canadese in relazione ai “poteri d’emergenza” durante la pandemia e il blocco dei conti dei manifestanti del Freedom Convoy.
«Non sono giunto facilmente a questa conclusione, poiché non ritengo che la base fattuale sia schiacciante e riconosco che le argomentazioni contrarie sono molto forti», ma «la soglia molto alta per l’invocazione era stata raggiunta».
Così il giudice Paul Rouleau nelle conclusioni della Commissione per l’Ordine Pubblico d’Emergenza che ha «assolto» il primo ministro canadese Justin Trudeau in relazione all’indagine sulle restrizioni introdotte durante la pandemia e sulla decisione di invocare poteri d’emergenza mai usati prima, tra cui il blocco dei valichi di frontiera con gli Stati Uniti. La commissione era stata istituita il 25 aprile 2022 per fare luce sull’Emergencies Act, l’atto tramite cui furono represse le manifestazioni anti-green pass, avviate dai camionisti canadesi riuniti sotto la bandiera del Freedom Convoy.
Tra le misure estreme che erano state adottate, va ricordato che la polizia aveva represso con la violenza le proteste usando spray urticanti e granate stordenti, arrestando i manifestanti e rimorchiando i veicoli. Come se non bastasse, il governo aveva congelato i conti bancari di alcune persone ritenute coinvolte nelle proteste, dimostrando che l’allarme lanciato da ricercatori e attivisti negli ultimi anni era tutt’altro che una paranoia cospirazionista: con l’identità e la moneta digitali si rischia di reprimere il dissenso cancellando con un click la liquidità di coloro che dovessero manifestare contro il Sistema. Questo rischio rientra a pieno in quel processo di controllo e sorveglianza tecnologica che stanno traghettando la nostra società verso la “nuova normalità” invocata dalle élite tecnocratiche. [...]
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