Trump senza freni con la strategia dei dazi: in arrivo tariffe al 25% su acciaio e alluminio. Cosa significa la mossa e come reagiranno mercati ed economia mondiali? Le opinioni degli analisti.
La guerra commerciale a colpi di dazi continua. Donald Trump ha dichiarato domenica che introdurrà nuove tariffe del 25% su tutte le importazioni di acciaio e alluminio negli USA, in aggiunta ai dazi sui metalli esistenti.
Il presidente USA ha anche affermato che terrà una conferenza stampa martedì o mercoledì per fornire informazioni dettagliate sul piano tariffario reciproco, per garantire di “essere trattati alla pari con gli altri Paesi”.
Le azioni delle acciaierie asiatiche sono per lo più scese lunedì, fatta eccezione per quelle con attività negli Stati Uniti. Il dollaro è salito così come i rendimenti dei titoli del Tesoro. In generale, gli investitori si stanno preparando all’aumento delle tensioni commerciali globali e a una conseguente volatilità.
L’incertezza sul prossimo futuro e sulla reale concretizzazione della guerra dei dazi di Trump pesa sul sentiment finanziario globale. Il World Economic Forum ha già avvisato che la frammentazione economica che si sta delineando con la politica delle tariffe è molto pericolosa, poiché rischia di indebolire gli scambi, far alzare i prezzi e impoverire intere nazioni.
Trump, però, non sembra intenzionato ad alleggerire questa strategia, in nome dell’aggiustamento del deficit commerciale e di un nazionalismo economico poco rassicurante per tutti. I mercati, intanto, sono appesi al filo della guerra dei dazi. Cosa si aspettano gli analisti?
Trump promette dazi al 25% su acciaio e alluminio: cosa significa?
L’intenzione di Trump di annunciare un’imposta del 25% su acciaio e alluminio ha contribuito a creare un sentimento teso sui mercati, prima della testimonianza semestrale al Congresso del presidente della Fed Jerome Powell e della possibile presentazione da parte del presidente degli Stati Uniti di tariffe reciproche su tutti i Paesi questa settimana.
“I mercati continuano a reagire ai cambiamenti di politica di Trump piuttosto che ai dati economici”, ha scritto Bob Savage, responsabile della strategia di mercato e degli insight presso BNY, in una nota ai clienti. “La presa di posizione del presidente della Fed Powell sarà fondamentale per giudicare i costi delle tariffe e di altri cambiamenti di politica sui piani di allentamento”.
Cosa significano le tariffe su acciaio e alluminio? Secondo i dati del governo e dell’American Iron and Steel Institute, le principali fonti di importazione di acciaio dagli Stati Uniti sono Canada, Brasile e Messico, seguiti da Corea del Sud e Vietnam.
Con un ampio margine, il Canada, ricco di energia idroelettrica, è il principale fornitore di alluminio primario degli Stati Uniti, rappresentando il 79% delle importazioni totali nei primi 11 mesi del 2024.
Trump durante il suo primo mandato aveva già imposto tariffe del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio, ma in seguito aveva concesso esenzioni a diversi partner commerciali, tra cui Canada, Messico e Brasile. Il Messico è un altro importante fornitore di rottami di alluminio e lega di alluminio.
L’ex presidente Joe Biden ha poi negoziato accordi di quote duty-free con la Gran Bretagna, l’Unione Europea e il Giappone. Non è chiaro dall’annuncio di Trump cosa accadrà a quelle esenzioni e accordi di quote.
In un commento provocatorio, Francois Legault, premier del Quebec, ha scritto: “il Quebec esporta 2,9 milioni di tonnellate di alluminio (negli USA), ovvero il 60% del suo fabbisogno. Preferisce ricevere le forniture dalla Cina?.”
L’utilizzo della capacità produttiva dell’acciaieria è balzato a livelli superiori all’80% nel 2019 dopo i dazi iniziali di Trump, ma da allora è calato poiché il dominio globale della Cina nel settore ha fatto scendere i prezzi dell’acciaio.
Sebbene gli Stati Uniti non siano più l’economia incentrata sulla produzione manifatturiera di una volta, consumano ancora decine di milioni di tonnellate di acciaio e alluminio all’anno, alimentando settori quali l’industria automobilistica, aerospaziale, la produzione di petrolio, l’edilizia e le infrastrutture, come strade e ponti.
Le tariffe aumenterebbero il costo di produzione in quei settori sia a causa dell’aumento del costo dell’acciaio importato, sia perché i produttori nazionali di acciaio e alluminio potrebbero aumentare il prezzo dei loro prodotti a causa della ridotta concorrenza delle importazioni a basso prezzo.
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Tensione nei mercati: cosa aspettarsi con i dazi di Trump?
Strateghi e analisti di mercato si stanno interrogando su quali saranno gli effetti potenziali dei dazi promessi da Trump.
Da ricordare che la scorsa settimana, il presidente USA ha imposto una tariffa del 10% su tutti i beni cinesi importati negli Stati Uniti, in aggiunta a tutte le tariffe già in vigore sul dragone. Pechino ha rapidamente reagito imponendo tariffe su alcuni chip e metalli, ha iniziato a indagare su Google e ha inserito il produttore dei marchi Calvin Klein e Tommy Hilfiger nella sua lista di entità inaffidabili.
Secondo Kelvin Wong, analista di Oanda, la guerra commerciale 2.0 è diversa per portata e implementazione dalla guerra commerciale 1.0 del 2018 in quanto coinvolge più Paesi, includendo tutti i principali partner commerciali degli Stati Uniti.
“Tutto sommato, la guerra commerciale 2.0 potrebbe sconvolgere i flussi commerciali globali, il che a sua volta indebolirebbe le prospettive di crescita economica globale, il che potrebbe portare a un contesto di stagflazione”, ha aggiunto.
Mercati tesi e volatili e investitori costretti alla cautela e pronti a ulteriori turbolenze di mercato sono le prospettive di Vasu Menon, di OCBC.
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Orizzonte cupo anche per Kyle Rodda, di Capital.com. Nelle sue analisi la guerra dei dazi è inflazionistica nel breve periodo e un freno alla crescita nel lungo. “Ora c’è anche il problema di una dinamica di ritorsione che emerge nell’economia globale mentre concorrenti come la Cina rispondono con contromisure. Attualmente, i mercati stanno per lo più rispondendo all’incertezza. Ma man mano che aumentano le probabilità di una guerra commerciale totale, dovranno scontare sempre di più un’attività economica marginalmente più debole”, ha evidenziato.
Charu Chanana, di Saxo ha sottolineato che le minacce sembrano legittime e Trump può attuarle sulla base della sicurezza nazionale. Attenzione massima, più che sull’impatto economico in Cina, sugli effetti negativi in altri Paesi, come: Canada, Messico, UE, Giappone, Corea del Sud, Taiwan e Brasile.
“La preoccupazione più grande è l’incertezza e lo spostamento verso un mondo più protezionistico”, ha sentenziato.
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