Ue e Tunisia hanno firmato un memorandum d’intesa che vale oltre 250 milioni: sulla questione immigrazione però Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen hanno ottenuto ben poco.
Cosa cambia dopo il memorandum d’intesa siglato da Tunisia e Unione europea? Sulla delicata questione dei migranti poco o nulla, stesso risultato poi per l’altrettanto delicato tema del sostegno economico a Tunisi vista la grande crisi che da mesi sta attanagliando lo strategico Paese africano.
Replicando la visita dell’11 giugno, domenica 16 luglio Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni e Mark Rutte, sono volati in Tunisia tornando a casa questa volta con la firma del presidente tunisino Kais Saied su un accordo dal valore complessivo da 255 milioni.
“Abbiamo raggiunto un obiettivo molto importante che arriva dopo un grande lavoro diplomatico - ha dichiarato Giorgia Meloni al termine dell’incontro -. Il memorandum è un importante passo per creare una vera partnership tra l’Ue e la Tunisia”.
Per Ursula von der Leyen si tratta di “un buon pacchetto di misure”, ma la presidente della Commissione europea ha voluto sottolineare come “l’ assistenza macrofinanziaria sarà fornita quando le condizioni lo permetteranno”.
Adesso però ci sarà da lavorare sugli accordi attuativi, con Kais Saied che ha ribadito “l’assoluta necessità di un accordo comune contro la migrazione irregolari e contro la rete criminale di trafficanti”.
Ma in concreto cosa cambierà nei rapporti tra Ue e Tunisia dopo la firma di questo memorandum? Quali sono le novità sul fronte immigrazione? L’accordo senza dubbio è un passo in avanti nei rapporti tra Bruxelles e Tunisi ma, di certo, una vera svolta è ancora ben lontana.
Tunisia e Ue: cosa prevede il memorandum
Al termine del vertice la presidente Ursula von der Leyen ha elencato quelli che sono i cinque punti del memorandum firmato da Ue e Tunisia. Ecco cosa prevede l’accordo stando a quanto riportato da Rainews:
- creare opportunità per i giovani tunisini, per loro ci sarà una finestra in Europa con l’Erasmus, per le scuole tunisine stanziati 65 milioni;
- la Ue aiuterà la crescita e la resilienza dell’economia tunisina;
- ci saranno investimenti anche per migliorare la connettività della Tunisia, per il turismo e l’agricoltura, 150 milioni verranno stanziati per il ’Medusa submarine cable’ tra Europa e Tunisia;
- energia pulita: la Tunisia ha «potenzialità enormi» per le rinnovabili, l’ Europa ha bisogno di «fonti per l’energia pulita. Questa è una situazione win-win; abbiamo stanziato 300 milioni per questo progetto ed è solo l’inizio»;
- migranti: Ue e Tunisia coordineranno le operazioni Search and Rescue, per questo sono stanziati 100 milioni di euro.
Come si può vedere il memorandum verte soprattutto su accordi in materia economica ed energetica, con 100 milioni poi stanziati sul fronte dei migranti ma, stando a quanto si apprende, ancora non sarebbero ben chiari i contorni della possibile intesa.
Sull’immigrazione poche novità
Stando ai dati del ministero dell’Interno, soltanto negli ultimi giorni sono sbarcati quasi 2.000 migranti sulle coste italiane; un flusso record alimentato anche dalle situazioni di forte incertezza che ci sono in Libia e in Tunisia, i due Paesi da dove avvengono buona parte delle partenze.
Il caos in Libia è ben noto, con la guerra civile che da tempo ha spaccato in due il Paese: nonostante gli sforzi diplomatici, le tanto annunciate elezioni sono state più volte rimandate tanto che ora non si hanno più notizie a riguardo.
La Tunisia invece è precipitata in una forte crisi economica con l’inflazione che ha raggiunto livelli allarmanti. L’autoritario presidente Kais Saied mesi fa ha dato la colpa della situazione ai tanti migranti provenienti dall’Africa continentale che lavorano in loco: da allora in tutto il Paese sono iniziati atti di persecuzione e di razzismo verso gli stranieri che, di conseguenza, si stanno dirigendo in massa verso l’Europa attraverso i viaggi della speranza.
Il Fondo monetario internazionale da tempo ha proposto alla Tunisia un prestito di 1,9 miliardi di dollari, ma in cambio il Fmi vuole riforme e misure draconiane che il presidente Saied non vuole accettare per non finire nelle mani di una sorta di Troika.
Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen da tempo stanno cercando di convincere Kais Saied ad accettare i soldi del Fmi - strano per un governo come il nostro che ancora non ha ratificato la riforma del Mes -, con l’Ue che con questo memorandum ha voluto compiere un atto distensivo con Tunisi.
Per quanto riguarda l’immigrazione, tutto è rimandato alla conferenza che si terrà a Roma il prossimo 23 luglio; l’obiettivo dell’Unione europea è quello di aumentare lo sforzo della Tunisia nel “riprendersi” i migranti arrivati sulle nostre coste, con le procedure di richiesta d’asilo che verrebbero svolte poi nel Paese africano in cambio ca va sans dire di tanti soldi. Anche in questo caso però non sarà facile convincere Saied.
Viste le attuali violenze verso i migranti e l’esperienza di ciò che accade in Libia, per diverse associazioni si tratterebbe di spedire migliaia di persone verso un autentico inferno ma, sul tema dei migranti, la strategia di Bruxelles e del nostro governo appare essere chiara: occhio non vede cuore non duole, altro che blocco navale.
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