Recep Tayyip Erdogan è pronto a togliere il veto sull’adesione della Svezia alla Nato ma in cambio vuole accelerare per l’ingresso della Turchia nell’Ue: cosa dobbiamo aspettarci?
La Turchia presto entrerà nell’Unione europea? Ancora è presto per dirlo ma le notizie che arrivano da Vilnius, dove è in corso il vertice Nato più importante degli ultimi vent’anni, sembrerebbero aprire scenari nuovi in merito ai rapporti tra Bruxelles e Ankara.
L’iter di ingresso della Turchia nell’Ue ha preso ufficialmente il via nel dicembre 1999 quando, per decisione del Consiglio europeo, il Paese ha ricevuto lo status di candidato; i negoziati veri e propri però sono iniziati soltanto nel 2004 e, di fatto, non sono mai decollati.
Il motivo di questo stop ha un nome e un cognome: Recep Tayyip Erdogan. Da quando c’è l’ex sindaco di Istanbul al potere - in pratica dal 2003 e ora ha appena vinto di nuovo le elezioni - la svolta autoritaria impressa alla Turchia ha resto di fatto impossibile un ingresso di Ankara nell’Ue.
Adesso però le cose potrebbero cambiare - bisogna sempre ricordare però che la strada che la strada da percorrere resta sempre in salita per la Turchia - a causa dello scoppio della guerra in Ucraina che ha spinto Svezia e Finlandia, due Paesi comunitari storicamente neutrali, a richiedere l’ingresso nella Nato.
Grazie a un procedimento accelerato vista la situazione, la Finlandia ha ottenuto il disco verde ad aprile mentre la Svezia è ancora bloccata dal veto della Turchia, con Erdogan che ha chiesto in cambio un pugno duro di Stoccolma verso i rifugiati politici curdi e la consegna di alcuni di essi che da tempo si trovano nel Paese scandinavo.
A Vilnius però il trilaterale tra Erdogan, Stoltenberg (segretario generale della Nato) e Kristersson (primo ministro svedese), avrebbe portato a una possibile svolta: il presidente turco avrebbe tolto il suo veto per l’ingresso della Svezia nell’Alleanza atlantica, ottenendo in cambio il supporto di Stoccolma nel processo che dovrebbe portare la Turchia a entrare nell’Unione europea.
Turchia nell’Ue? Cosa potrebbe accadere
Quando si parla di ingresso della Turchia nell’Unione europea può tornare in mente cosa è accaduto nel giugno 2016 nel Regno Unito quando, come ben noto, si è tenuto il referendum sulla Brexit che ha sancito l’addio di Londra all’Ue.
Diverse inchieste giornalistiche hanno evidenziato come, una delle principali tesi rilanciate dai sostenitori del Leave sui social, sia stata quella che ci fosse il rischio che presto milioni di turchi potessero arrivare Oltremanica visto l’imminente ingresso di Ankara nell’Ue.
Per tutti questa è stata la madre di tutte le fake news che hanno in qualche modo condizionato l’esito del voto, con i sudditi di Sua Maestà che adesso stando ai sondaggi già starebbero rimpiangendo l’aver scelto di salutare Bruxelles.
Visto quanto accaduto nelle scorse ore in Lituania, possiamo dire allora che i timori dei cittadini britannici fossero giustificati? Non proprio visto che la questione è molto complessa.
“Per 50 anni - ha dichiarato Erdogan al momento della sua partenza per Vilnius - abbiamo atteso sulla porta dell’Unione europea, mentre tutti i Paesi che erano già membri della Nato sono entrati a farne parte. Mi appello a quei Paesi che ci hanno tenuto fuori dall’Europa: aprite la strada alla Turchia e quando lo farete, anche noi apriremo la strada alla Svezia come lo abbiamo fatto per la Finlandia”.
Il “ricatto” non è stato neanche troppo velato, con Erdogan che ora si è impegnato al suo ritorno in patria di calendarizzare in Parlamento il voto per l’adesione della Svezia alla Nato; nulla ancora di deciso di conseguenza, con il presidente turco che con ogni probabilità vorrà avere maggiori rassicurazioni da Palazzo Berlaymont prima del portare la questione in Aula.
Al momento la Turchia però è ben lontana dal poter superare gli stringenti paletti richiesti dall’Unione europea per poter accelerare nel percorso di ingresso di Ankara: a Bruxelles difficilmente potranno fare sconti per non creare un pericoloso precedente.
La sensazione di conseguenza è che Erdogan abbia sparato alto - l’ingresso della Turchia nell’Ue - per poter poi ottenere qualcosa di più fattibile: il primo risultato è stato lo sblocco della fornitura di armi da parte della Svezia, il secondo potrebbe essere una ulteriore maggiore libertà nel reprimere i ribelli curdi e il terzo - quello più succulento - il riconoscimento delle mire turche nel Nord Africa e nel Mediterraneo.
Quando c’è di mezzo Recep Tayyip Erdogan le sorprese però sono sempre dietro l’angolo.
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