Turchia, tassi fermi e lira ancora sotto pressione

Violetta Silvestri

20 Agosto 2024 - 15:18

La banca centrale turca ha deciso di lasciare fermi i tassi. La lira perde ancora sul dollaro, mentre il Paese rimane cauto sugli sviluppi dell’inflazione. Cosa aspettarsi?

Turchia, tassi fermi e lira ancora sotto pressione

La banca centrale turca ha lasciato invariati i tassi di interesse per il quinto mese e ha affermato che darà ancora più importanza alle aspettative sui prezzi prima di discutere di un allentamento.

Nessun taglio al costo del denaro, quindi, in questa riunione di agosto. La decisione è arrivata nel pieno di preoccupazioni circa potenziali sfide finanziarie e rischi economici che potrebbero derivare da un taglio dei tassi. La scelta di mantenere il tasso fermo riflette l’impegno continuo nel combattere l’inflazione, che è stato uno dei principali problemi per l’economia turca.

La banca aveva precedentemente aumentato il tasso di riferimento di 500 punti base al 50% a marzo, citando un deterioramento delle prospettive di inflazione. Da allora, la CBRT ha mantenuto il tasso di riferimento, promettendo di agire se le pressioni inflazionistiche dovessero aumentare.

La lira è scivolata dello 0,2% a 33,83 per dollaro Usa a Istanbul. Il benchmark Borsa Istanbul 100 Index ha invertito i guadagni precedenti ed è sceso dello 0,4% subito dopo la decisione.

Turchia, perché i tassi sono fermi e cosa aspettarsi?

Nonostante i recenti cali dei prezzi in alcune aree, la banca centrale turca è rimasta cauta, citando l’elevata e persistente inflazione dei servizi, le alte aspettative di inflazione e le incertezze geopolitiche come rischi inflazionistici in corso.

La banca ha ribadito il suo impegno a mantenere l’attuale livello di restrizione monetaria, riconoscendo gli effetti ritardati delle sue politiche.

La banca centrale ha intrapreso una svolta da giugno dell’anno scorso, quando ha iniziato una serie di aumenti dei tassi che hanno posto fine a un’era di politica monetaria molto accomodante sostenuta da Erdogan. Il cambiamento è avvenuto quando il presidente e i suoi funzionari hanno cercato di riportare fiducia tra gli investitori stranieri, che erano fuggiti dai mercati turchi mentre l’inflazione saliva alle stelle.

Secondo i dati ufficiali pubblicati dall’Istituto statistico turco (TÜİK), l’indice dei prezzi al consumo (CPI) della Turchia è aumentato del 3,23% a luglio, registrando l’incremento annuale più basso degli ultimi nove mesi, attestandosi al 61,78%.

La previsione di inflazione della banca centrale per la fine del 2024 è del 38%, con un obiettivo più ambizioso del 14% entro la fine del 2025. Gli analisti di mercato considerano il target per l’anno prossimo impegnativo, sottolineando l’importanza critica della traiettoria del taglio dei tassi nel raggiungimento di questo obiettivo.

Intanto, la lira turca continua la sua spirale discendente nei confronti del dollaro statunitense, con la coppia USD/TRY scambiata vicino al suo massimo storico di 33,75 lire per dollaro. I recenti sforzi della Banca centrale turca per stabilizzare la valuta, incluso un significativo intervento nel mercato dei cambi, hanno avuto un successo limitato, lasciando la lira vulnerabile a ulteriori cali.

I dilemmi turchi per raggiungere la stabilità

I dubbi sulla politica monetaria in Eurozona o negli Usa pressano anche gli ambienti politici ed economici della Turchia.

Secondo alcune osservazioni di analisti turchi, infatti, per evitare una recessione, è previsto un graduale taglio dei tassi di interesse, ma i tempi e l’entità di tale mossa sono critici.

Se la banca centrale annuncia un taglio dei tassi a settembre o ottobre, è probabile che il tasso di cambio salirà di nuovo a causa delle vulnerabilità esistenti. Tuttavia, ritardare il taglio fino ad aprile o maggio 2025 potrebbe portare a una recessione e a una contrazione economica diffusa, con conseguenti fallimenti e rischi sistemici.

Saltare i tagli dei tassi ad agosto e settembre e, eventualmente, implementare un aumento minore a ottobre o novembre, se anche la Federal Reserve o la Banca centrale europea tagliano i tassi, potrebbe portare a un ambiente economico più sostenibile”, ha scritto un economista turco.

Una politica ben calibrata che mantenga i tassi di interesse tra il 30 e il 35%, controllando al contempo l’inflazione intorno al 25% entro giugno 2025, potrebbe aiutare a sostenere la stabilità economica secondo gli esperti.

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