Indicazioni positive per UBI Banca nel corso dei primi sei mei dell’anno. In particolare spicca il CET1, salito in quota 12%.
Il secondo trimestre di Ubi Banca si è chiuso con un utile al netto delle poste non ricorrenti a 58,5 milioni, dai 124,9 milioni nel primo trimestre 2019, e un dato contabile di 48,7 milioni, contro gli 82,2 milioni del primo trimestre 2019.
In entrambi i casi i risultati segnano un calo rispetto a 12 mesi fa per effetto dell’inclusione dell’impatto negativo di 75 milioni netti derivanti dalle cessioni di 900 milioni lordi di sofferenze.
+1,6% per il risultato della gestione operativa, salito a 321 milioni, con il margine d’interesse e le commissioni nette che hanno fatto registrare un andamento a due velocità (-1,1% a 440,6 milioni e +2,8% a 412 milioni). Per quest’ultimo dato, si tratta del miglior risultato trimestrale di sempre.
Il costo del credito si attesta a 87 punti base annualizzati incluse le rettifiche relative alle cessioni di sofferenze leasing e factoring (75 bps annualizzati al netto dell’impatto delle cessioni).
Semestrale Ubi: pesa impatto negativo dopo cessione sofferenze
Nei primi sei mesi il risultato della gestione operativa segna una crescita del 3,3% a 636,8 milioni, il margine di interesse si è attestato a 886,2 milioni (-1,1%) e le commissioni nette hanno totalizzato 812,9 milioni (+0,6%).
Al netto delle poste non ricorrenti, l’ultima riga di conto economico ha evidenziato un utile netto di 183,4 milioni, contro i 222,1 milioni del primo semestre 2018, a causa dell’impatto negativo legato alla dismissione delle sofferenze.
Questo impatto, sommato ai 42,6 milioni dell’accordo sindacale del marzo 2019, ha fatto scendere l’utile contabile a 130,9 milioni (da 208,9 milioni).
Semestrale Ubi: CET1 al 12%, NPE ratio consolida sotto 10%
Dal fronte patrimoniale, il CET1 “Fully loaded” è pari al 12%, dall’11,47% di marzo 2019 (non include DTA, Deferred Tax Asset, le imposte anticipate, future e azioni di ottimizzazione).
“È un livello che ci fa entrare nell’ambito delle banche particolarmente solide ed è un livello ottenuto nonostante che siano stati, come dire, applicati tutta una serie di parametri di aggiornamento dei nostri modelli avanzati", ha detto il Ceo, Victor Massiah.
Il NPE (Non Performing Exposure, rapporto tra crediti deteriorati e il totale dei crediti erogati) è al 9,97% o al 9,23% pro-forma con la cessione di sofferenze leasing già annunciata (10,36% a marzo 2019).
Le coperture dei crediti deteriorati fanno segnare una crescita di 190 punti base rispetto a marzo 2019 (e di 259 punti base includendo i write-off).
Semestrale Ubi: andamento commissioni dovrebbe proseguire
In presenza di politiche ulteriormente accomodanti annunciate dalla Banca Centrale Europea, UBI nei prossimi mesi proseguirà la strategia “di estrema disciplina del prezzo degli impieghi a salvaguardia del margine complessivo”.
“Il buon andamento delle commissioni è atteso proseguire alle attuali condizioni di mercato”.
Il Gruppo proseguirà nella riduzione dei crediti deteriorati tramite “la gestione interna del recupero crediti, fulcro dell’NPL Strategy, e il perfezionamento della cessione delle posizioni in sofferenza di UBI Leasing”.
Eventuali ulteriori cessioni opportunistiche verranno valutate “solo se efficienti sotto il profilo patrimoniale coerentemente con quelle recentemente concluse”.
Azioni UBI riducono perdite
In un contesto di debolezza generalizzata in scia delle nuove tensioni commerciali (-1,36% del Ftse Mib a 21.273,84 punti), le azioni UBI Banca stanno lentamente allontanandosi dai minimi di seduta toccati a 2,261 euro.
Al momento le azioni Ubi, che negli ultimi tre mesi hanno perso oltre 14 punti percentuali, passano di mano a 2,336 euro, -1,02% rispetto al dato precedente.
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