Uccelli morti in strada, è allarme aviaria: perché non vanno toccati assolutamente

Luna Luciano

26 Febbraio 2023 - 11:48

Si diffonde l’influenza aviaria in Italia e a testimonianza sono le numerose carcasse di uccelli morti, che non vanno assolutamente toccate. Ecco cosa fare.

Uccelli morti in strada, è allarme aviaria: perché non vanno toccati assolutamente

L’epidemia di influenza aviaria è ormai ufficiale in Italia e ha colpito i volatili selvatici in tutta la pianura padana: il Veneto è tra le regioni più colpite.

I primi casi erano stati individuati a inizio ottobre nella zona della foce del Po, ma il virus ha preso a espandersi, sebbene con pochi casi accertati, fino in Friuli, Emilia Romagna, Lombardia e, attualmente si registrano alcuni casi, persino nelle Marche, in Umbria e Sardegna.

Questi i dati riportati venerdì 24 febbraio sul sito dell’Istituto profilattico delle Venezie. Numerose le specie colpite, dai gabbiani, fimo a colpire altri volatili quali il fenicottero e l’airone cinerino.

In ogni caso è bene che nessuno si avvicini o tocchi le carcasse degli uccelli morti, allertando invece immediatamente la Polizia locale. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul virus e l’epidemia e quali sono le norme di sicurezza da adottare.

Uccelli morti in strada, è allarme aviaria: cosa sta accadendo e dove

In queste ultime settimane di febbraio sono stati numerosi gli uccelli morti per aviaria rinvenuti sulle rive del lago di Garda, dove è esplosa l’epidemia.

I primi ritrovamenti delle carcasse di gabbiani si sono registrati nella zona tra Desenzano e Lonato, per poi giungere proprio in questi ultimi giorni anche nell’area di Peschiera e Lazise. Eppure il virus non ha colpito solo questi volatili, bensì sta colpendo anche altre specie selvatiche. Sono risultati positivi al virus anche specie quali il germano reale, fenicotteri rosa, cigno reale, airone cenerino, anche un picchio rosso. Stando ai dati condivisi dall’Istituto profilattico delle Venezie i 22 gabbiani provenienti dalla zona veronese di Peschiera, esaminati dal 10 al 21 febbraio, sono risultati tutti positivi all’aviaria, virus Hpai (Non-P) e quindi positivi al ceppo ad alta patogenicità.

Infatti per chi non lo sapesse ma il ceppo dell’influenza aviaria si suddivide in:

  • Virus ad alta patogenicità (Hpai)
  • Virus a bassa patogenicità (Lpai)

È bene quindi riporre la massima attenzione anche perché non è ancora stato comunicato quale sia il virus nello specifico che ha colpito i volatili. Infatti esistono alcuni ceppi - H5N1 e H7N9 - che sono in grado di infettare anche l’uomo, come già successo negli scorsi decenni in Asia orientale.

In questo caso torna utile ricordare ciò che ha detto un portavoce dell’Oms nel discorso di apertura al briefing con i media tenuto l’8 febbraio 2023 al momento

L’Oms valuta il rischio per l’uomo come basso. Da quando l’H5N1 è emerso per la prima volta nel 1996, abbiamo assistito solo a trasmissioni rare e non sostenute dell’H5N1 da e tra esseri umani. Ma non possiamo presumere che rimarrà così e dobbiamo prepararci a qualsiasi cambiamento nello status quo.

È bene quindi rimanere vigili e non abbassare la guardia.

Uccelli morti in strada, è allarme aviaria: perché non vanno toccati

Nel caso in cui ci si trovi davanti a un uccello morto non bisogna assolutamente toccarli. Questo perché il virus dell’influenza aviaria si trasmette attraverso la saliva, le feci e le secrezioni nasali, ma non solo.

Infatti si può contrarre l’infezione anche a causa di contatto con ambienti contaminati, come pollai, mangiatoie, abbeveratoi, cucce. Per tale motivo l’Oms ha raccomandato ai cittadini di non toccare assolutamente le carcasse. Ma allora che fare?

Uccelli morti in strada, è allarme aviaria: norme di sicurezza

Davanti a una nuova epidemia di influenza aviaria è bene ricordare le norme di sicurezza sanitaria da adottare.

Il ritrovamento degli animali morti va segnalato immediatamente alla Polizia locale e quindi alla polizia provinciale che ha il compito di recuperarli per portarli agli istituti di servizio veterinario.

Le persone che dovranno maneggiare gli uccelli morti dovranno necessariamente indossare:

  • mascherina Ffp2;
  • guanti monouso.

In modo da riporre le carcasse degli animali in un doppio sacco di plastica resistente e ben chiuso. Una volta eliminati i materiali di protezione indossati, gli operatori dovranno lavarsi accuratamente le mani dopo il contatto e lavare gli indumenti indossati per almeno 30 minuti a 60°.

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