L’Italia ha inviato nuovi rifornimenti a Kiev per potenziare la sua artiglieria. Ecco come e con quali armi.
L’Italia si appresta a rifornire e potenziare l’artiglieria pesante dell’esercito ucraino. E a suggerirlo non è solo il lungo convoglio di carrarmati transitato per la stazione di Udine che ha lasciato stupiti i presenti, ma anche alcuni video girati dall’esercito in Ucraina che mostrerebbero i potenti semimoventi M109L mentre fanno fuoco contro le linee dell’esercito russo.
Video questi che testimoniamo quanto l’Italia sia rilevante per l’esercito ucraino per poter portare a termine le proprie azioni e contromosse militari. Gli M109L sono quindi alcuni dei mezzi tramite i quali il precedente Governo starebbe potenziando l’artiglieria di Kiev.
La cessione, infatti, è stata decisa dal governo Draghi all’inizio della scorsa estate 2022, quando l’Ucraina aveva indicato come priorità i rifornimenti per l’artiglieria. Il ministro della Difesa dell’epoca, Lorenzo Guerini, all’interno del comitato di Ramstein avrebbe quindi concordato le forniture, tra cui rientrerebbero gli M109L. Questi, però prima di essere stati inviati sono stati revisionati e modernizzati, in quanto modelli di produzione risalenti alla metà del ’900.
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Ucraina, l’Italia potenzia l’artiglieria di Kiev con gli M109L: cosa sono e come funzionano
Prima di essere inviati al fronte ucraino, i potenti M109L - una versione aggiornata degli M109 - necessitavano di una revisione completa. Revisione che sarebbe stata finanziata con fondi messi a disposizione dal Governo degli Stati Uniti. I lavori, se è vero che la cessione è stata autorizzata dal Governo Draghi - come risulta a Repubblica - avrebbero richiesto diversi mesi poiché i semimoventi M109L di progettazione statunitense risalirebbero ai tempi della Guerra Fredda.
Ancora però non è chiaro se la revisione sia stata effettuata dall’Oto Melara - società confluita in Leonardo - o da un’azienda friulana specializzata in quest’attività, cosa che spiegherebbe il convoglio di carrarmati passati per Udine. Kiev, in realtà, sta ricevendo da diversi paesi - tra cui Belgio e Norvegia - gli M109, ma quelli italiani sono inconfondibili, in quanto hanno una forma particolare dell’affusto di costruzione nazionale - ossia l’apparecchio che sostiene la bocca da fuoco, che consente l’esecuzione comoda e rapida del puntamento e del tiro.
Il modello italiano realizzato tra il 1986 e il 1992 negli impianti dell’Oto Melara vede un’arma da 155 millimetri allungata che gli permette di colpire a trenta chilometri di distanza e può sparare quattro colpi al minuto. L’ex azienda confluita in Leonardo avrebbe realizzato circa 280 semimoventi con queste caratteristiche. Negli anni ’2000 con il disarmo internazionale, gli M109 sono stati tolti dal servizio e lasciati nel grande deposito a cielo aperto di Lenta (provincia di Vercelli).
Dei semimoventi sono stati salvati solo gli M109L - la versione migliore. Infatti, almeno 65 sono stati venduti al Pakistan nel 2015 e altri 10 donati a Gibuti. Secondo le stime, allo scoppio della guerra in Ucraina, solo un centinaio di obici erano in condizioni tali da poter essere recuperati. Tra quelli selezionati per Kiev erano presenti - quasi per uno scherzo del destino - alcuni modelli con i colori dell’Ucraina: il simbolo dei reparti italiani che combatterono la campagna di Russia del 1941.
Ucraina, l’Italia potenzia l’artiglieria di Kiev: quali armi ha inviato?
Stando alle stime elaborate, sarebbero almeno 30 gli M109L inviati a Kiev, ma secondo altre fonti, tra quelli ripresi a Udine e quelli presenti sul fronte, sarebbero almeno 60 i mezzi consegnati alla resistenza ucraina. Ma la lista di armi inviate dall’Italia per rafforzare l’artiglieria ucraina non finisce di certo con gli M109L, consegnati a Kiev nelle ultime settimane.
Oltre a questi semoventi, quindi, il governo di Roma avrebbe fatto arrivare almeno 5 Pzh2000 - una tipologia di obice semovente da 155/52 mm - considerati tra i più avanzati sistemi d’artiglieria esistenti al mondo: ancora sarebbero circa 20 i cannoni ruotati FH70, tutti da 155 millimetri, nati dalla collaborazione tra Itali, Germania e Regno Uniti. Bisogna ricordare che questi sono solo alcuni dei mezzi e delle armi note inviate dall’Italia, ma in realtà potrebbero essere di più. Infatti, l’intero programma di aiuti a Kiev è coperto dal segreto e non è possibile avere conferme ufficiali.
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