Per il professor Aldo Giannuli, la guerra in Ucraina va verso uno stallo: anche la mediazione vaticana è fallita. Ma c’è da preoccuparsi del dopoguerra, che potrà aprire un nuovo periodo di tensioni.
In Ucraina si continua a combattere ma l’operazione lanciata in estate dalle forze armate di Kiev non si è rivelata decisiva per lo sfondamento delle linee russe. E ora che si avvicina l’inverno la sfida sarà capire quanto in profondità potranno spingersi le forze armate ucraine nel conflitto. “La mia sensazione è che si stia andando a un sostanziale stallo”, dice a Money.it il professor Aldo Giannuli, storico, esperto di studi strategici e intelligence, direttore del centro studi Osservatorio Globalizzazione e già docente all’Università degli Studi di Milano. Il cui ultimo libro, Spie in Ucraina, parla proprio del conflitto che dal 24 febbraio 2022 insanguina l’Ucraina.
Professore, cosa le fa pensare che si stia andando verso uno stallo?
Un dato concreto e un fattore d’ordine temporale. Il dato concreto è che delle linee difensive russe, tre o quattro a seconda dei settori, su scala limitata gli ucraini hanno superato solo a costo di perdite notevoli le prime due. In quest’ottica la partita chiave dello sfondamento risolutivo non è stata conclusa in tempo per prevenire l’inevitabile pausa delle operazioni che da qui a breve s’imporrà. [...]
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